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Covid-19, emendamenti Lega e M5S: “Stop a portabilità telefonia fissa e mobile”. Se hai Internet lento non puoi cambiare operatore

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Due distinti emendamenti in Senato al decreto Cura Italia propongono lo stop “per mitigare gli effetti derivanti dalla diffusione del contagio” (emendamento M5S a prima firma Mauro Coltorti) e per frenare “il rischio sanitario” legato al Covid 19 (emendamento di tutto il gruppo Lega a prima firma Matteo Salvini).

“Le imprese che svolgono attività di fornitura di reti e servizi TLC devono astenersi da realizzare compagne commerciali straordinarie di contrattazione di servizi di comunicazioni elettroniche che richiedano la portabilità del numero, qualora ciò implichi la necessità degli utenti di recarsi presso i centri di attenzione al pubblico, ovvero qualora ciò comporti l’intervento fisico di tecnici per mantenere la continuità del servizio in fase di migrazione tra operatori diversiquesto il contenuto di due emendamenti di M5S e Lega presentati in Senato al decreto Cura Italia. 

Nel dettaglio, la forza di maggioranza e quella di opposizione, propongono lo stop “per mitigare gli effetti derivanti dalla diffusione del contagio” (emendamento M5S a prima firma Mauro Coltorti) e per frenare “il rischio sanitario” legato al Covid-19 (emendamento di tutto il gruppo Lega a prima firma Matteo Salvini).

Ma tecnicamente la portabilità dei numeri sia di rete mobile che di rete fissa avviene sempre da remoto su sistemi informativi. Non è mai necessario recarsi nei punti vendita degli operatori. Quindi la portabilità non crea nessun rischio sanitario.

Allo stesso tempo, per l’upgrade di un contratto di connettività da FTTC a 30 Mbps a FTTH a un gigabit è sufficiente, laddove disponibile la predisposizione del cabinet di strada e al netto dei tempi di attesa, l’invio da parte dell’operatore di un nuovo modem a casa del cliente. Nessuna visita a domicilio.


Per cui, i due emendamenti, se approvati nel decreto Cura Italia, creerebbero solo disagi ai consumatori. Stando alle due proposte, i cittadini che hanno in casa connessioni ad Internet non ultraveloci non possono passare, fino alla fine dell’emergenza Covid-19, ad un altro operatore che offre la vera fibra. È previsto l’upgrade di rete solo con lo stesso operatore.
Sono emendamenti che ammazzano la concorrenza e l’ingresso sul mercato di nuovi player in questo periodo.

Ad oggi ci sono circa 4,5 milioni di unità immobiliari cablate su reti FTTH (Fiber to the Home – la fibra vera, ultraveloce e di ultima generazione) che possono essere attivate. Se passasse l’emendamento sarebbe impedito a un potenziale di oltre 12 milioni di cittadini (calcolando un dato medio di circa 2,7 persone per unità immobiliari) che ne facciano richiesta di potersi dotare di una connessione (stabile e ultra-veloce) per dare continuità alle proprie attività lavorative, in smart working, e sociali tramite Internet.

Il verdetto spetterà alla Commissione Bilancio del Senato

Gli emendamenti hanno suscitato la reazione di alcune associazioni di consumatori.  

Altroconsumo che, per contestare la misura “dannosa e inutile”, ha già scritto al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. La proposta, sottolinea l’associazione, si motiva con la necessità di tutelare dal coronavirus il personale delle varie compagnie. “Noi siamo per la tutela dei consumatori, trattandosi di servizi essenziali, ma abbiamo grande attenzione anche a quella dei lavoratori che sono chiamati (seppure a ranghi ridotti e con le dovute precauzioni) a garantire tali servizi. Tuttavia, in questo caso, – puntualizza Altroconsumo – ci si dimentica che la portabilità del numero è un’operazione che può essere fatta da remoto (da un operatore al telefono oppure online)”.

“Si tratta”, ha aggiunto l’associazione dei consumatori, “di una proposta dannosa per la concorrenza e le possibilità di scegliere da parte dei consumatori, in un momento in cui internet e le telecomunicazioni sono fondamentali per i cittadini costretti a rimanere a casa o a telelavorare”. “Si tratta di una proposta che, limitando l’accesso dei cittadini alle migliori condizioni offerte dal mercato, non aiuta certo a dare respiro alle famiglie in una fase di forzata contrazione delle entrate“, ha concluso Altroconsumo.

Il verdetto spetterà alla Commissione Bilancio del Senato, che sarà occupata nel voto delle modifiche al Cura Italia, in tutto oltre 1.100, dalla prossima settimana.

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