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CSI Piemonte punta sul Cloud per uscire dai confini regionali

Esportare il “modello Piemonte” a livello nazionale, puntando in primo luogo sui servizi Cloud per la PA e mettersi così in concorrenza diretta con i grandi player del mercato di servizi come Ibm, Aruba, Microsoft e Amazon. Questo in sintesi l’obiettivo di Pietro Pacini, direttore generale di Csi Piemonte, la società in-house piemontese, unica in Italia partecipata dalla PA e certificata dall’Agid per fornire servizi Cloud, che ha appena varato un piano industriale ambizioso, che prevede di passare da un valore della produzione di 123 milioni di euro nel 2018 a 134 milioni nel 2019 fino a 138 milioni nel 2021 grazie soprattutto ai nuovi progetti regionali della sanità.

“I Comuni, la Regione e il sistema sanitario hanno in programma grandi investimenti e noi siamo uno snodo centrale di questo processo evolutivo”, ha detto Pietro Pacini intervistato da Repubblica Torino. Pacini ha poi sottolineato come questo obiettivo possa essere raggiunto grazie ai data center (uno a Torino e l’altro di backup a Vercelli), un plus tramite il quale la in-house piemontese vorrebbe ottenere lo status di polo strategico nazionale da parte dell’Agid.

Insomma, sulla stessa linea di Lepida, la in-house della Regione Emilia Romagna, anche CSI Piemonte punta a conquistare una statura nazionale, uscendo dai confini regionali per conquistare nuove fette di clientela in altre zone del paese. Per farlo è stato varato un piano di assunzioni, 50 neolaureati entro il 2020, di cui 18 sono già entrati in azienda, per il lancio progressivo di nuovi servizi digitali al cittadino come la scelta del medico online, appuntamenti tramite un portale web, la gestione dell’anagrafica via Internet. Servizi analoghi saranno poi previsti per le imprese, in particolare per la tracciabilità delle pratiche.

In cantiere nuovi investimenti sulla “smart platform” e sulle infrastrutture societarie.

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