La scorsa settimana, l’Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino ha lanciato una raccolta di fondi su Kickstarter che si presenta come la più ambiziosa campagna di crowdfunding civico mai lanciata a livello internazionale dall’Italia.
Obiettivo della campagna è infatti la raccolta di 300.000 euro per finanziare un palcoscenico accessibile ai talenti di tutto il mondo, grazie a un innovativo e inedito portale. Chiunque “da casa propria” potrà entrare all’Opera di Firenze per farsi ascoltare e conoscere: uno stage door virtuale per musicisti, cantanti, registi, scenografi; l’Opera di Firenze sarà il primo teatro al mondo a offrire a chiunque questa possibilità.
L’organizzazione della campagna ha visto il coinvolgimento diretto di Kickstarter stessa nonché delle istituzioni più importanti e dei nomi di spicco della città di Firenze, quali il sindaco Dario Nardella, la Galleria degli Uffizi e il Museo di Palazzo Strozzi, Ferragamo, le cantine Antinori e molti altri.
Un’organizzazione complessa, con reward molto stimolanti e unici, in cui nulla è stato lasciato al caso e di cui, vista l’eccezionalità, abbiamo voluto conoscerne uno degli artefici, Fabio Fassone, Direttore Marketing, Comunicazione e Corporate di Opera di Firenze.
Fabio Allegreni. Da chi nasce l’idea di ricorrere al crowdfunding per un’iniziativa legata alla lirica?
Fabio Fassone. Il Sovrintendente Francesco Bianchi si è posto fin da subito l’obiettivo di modernizzare le tecniche di fundraising, non solo quelle proprie di Opera di Firenze ma anche a quanto fatto finora nel comparto culturale tipico del nostro settore. Lo strumento del crowdfunding era stato inserito nel piano industriale come punto di forza per il rilancio della Fondazione, sia in termini di marketing e comunicazione, sia per quanto riguarda i goal relativi alle azioni di fundraising.
Fabio Allegreni. Tra gli obiettivi della campagna prevale quello del fundraising o quello della promozione internazionale dell’Opera di Firenze?
Fabio Fassone. E’ nella specifica natura del crowdfunding prevedere entrambi gli obiettivi. Questo è il punto di forza, la vera innovazione di questo strumento che non raccoglie solo denari ma attiva intorno al progetto community diversificate e non solo interessate al prodotto finale, ovvero il genere operistico e classico, nel nostro caso.
Fabio Allegreni. Come nasce e come si è sviluppato il rapporto privilegiato con Kickstarter?
Fabio Fassone. E’ stato tutto molto naturale: noi, come previsto dal regolamento per pubblicare sulla loro piattaforma, abbiamo inviato loro l’idea progettuale e la visione che avevamo del progetto. Loro ci hanno contattato e ci siamo messi a lavorare tutti insieme!
Fabio Allegreni. L’obiettivo di fundraising è ambizioso rispetto alle normali campagne di reward crowdfunding e immagino anche che i costi per realizzare la campagna siano stati elevati. E’ un modello che potrebbe essere replicato o è frutto di una congiuntura “unica”?
Fabio Fassone. Contiamo di replicare, eccome! E stiamo già esplorando modelli ancora più futuristici. Crediamo fermamente nelle immense possibilità del crowd, qualsiasi esso sia.
Fabio Allegreni. Se il regolamento italiano lo permettesse, potrebbe essere un’opzione coinvolgere i “backer” come soci finanziatori e cioè attraverso una campagna di equity crowdfunding?
Fabio Fassone. Più che come soci finanziatori vedo l’equity crowdfunding come uno strumento innovativo per “sponsorizzare” determinati progetti culturali di altissimo prestigio, a Firenze e non. Penso alle tournée all’estero o a nuove forme di prodotto che possano ampliare sistematicamente la fruibilità del nostro specifico genere musicale. Dobbiamo incominciare a guardare anche alla necessità di creare possibilità nuove di fruizione mantenendo invariata la qualità della produzione e l’obbligo di indurre nel pubblico esigenze nuove. Questo dovrebbe essere il principio inderogabile di qualsiasi processo culturale, ancor di più quando, per realizzarsi, impiega denaro pubblico, indipendentemente dal canale o dalla fonte di provenienza.