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Crowd4Fund. Cos’è il crowdfunding?

di Fabio Allegreni |

Parte oggi la rubrica Crowd4Fund, che si occupa di crowdfunding ossia della raccolta fondi che arriva direttamente dal pubblico online attraverso specifiche piattaforme web.

Parte oggi la rubrica Crowd4Fund in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme, attraverso brevi monografie e interviste con i principali attori. Il focus principale è sull’Italia, ma senza dimenticare i trend internazionali più significativi.

Di Crowdfunding, soprattutto nel mondo anglosassone, si sta parlando molto, e lo stesso Obama l’ha preso molto a cuore, spingendo per l’approvazione di un’apposita legge. In Italia, molti ne conoscono già meccanismi e implicazioni, ma altrettanti, se non di più, non sanno cosa sia o ne hanno appena sentito parlare. Nel primo appuntamento con questa rubrica, credo allora sia utile offrirne un quadro sintetico. Me ne scuso con i lettori già “istruiti”.

Cos’è il crowdfunding?

La parola deriva da crowd (folla) e funding (finanziamento). Si tratta quindi dell’opportunità di raccogliere fondi sollecitando direttamente il pubblico attraverso apposite piattaforme web. Semplificando, è la forma evoluta di quella che una volta si chiamava colletta.

Le implicazioni maggiori sono due:

  • Disintermediazione finanziaria. Chi ha bisogno di fondi per finanziare un’iniziativa si può rivolgere direttamente a chi ha la possibilità e l’intenzione di investire denaro, sostanzialmente “bypassando” le banche o gli altri intermediari “istituzionali”.
  • Parcellizzazione degli investitori. Le campagne di raccolta fondi vengono presentate su piattaforme web, consentendo così di entrare direttamente in contatto con un elevatissimo numero di potenziali investitori. Questi possono investire importi consistenti, ma anche importi minimi (poche decine di euro), aumentando così la probabilità che l’obiettivo della raccolta venga raggiunto: tanti investitori, ciascuno dei quali investe mediamente poco (quindi rischiando poco).

E’ dunque un sistema estremamente democratico (tutti possono provare a finanziarsi e tutti possono investire direttamente) e molto efficiente (non essendoci intermediari finanziari che rendono più complicato e anche più costoso accedere ai fondi).

Come funziona?

Abbiamo visto che ci sono potenzialmente grandi vantaggi per chi è alla ricerca di fondi. Ma quali sono i vantaggi per chi investe? Qui dipende dal tipo di crowdfunding. I modelli si possono fondamentalmente ricondurre a quattro tipi (anche se esistono diverse varianti): Reward, Equity, Donation, Lending.

Reward Crowdfunding

 

E’ la forma più diffusa e, forse, anche quella di maggior successo, grazie soprattutto a piattaforme internazionali come Kickstarter e Indiegogo.

Le campagne hanno per oggetto qualsiasi tipo di iniziativa: prodotti (non necessariamente high tech), libri, film, eventi, progetti… e hanno obiettivi di raccolta che possono spaziare da qualche migliaio di euro a diverse centinaia di migliaia.

Ma perché qualcuno ci mette i soldi? Tipicamente chi investe ha in cambio un “premio” (reward), proporzionato all’importo che ha deciso di investire. Il premio può essere tangibile (es. il prodotto stesso quando verrà realizzato, un prototipo in anteprima, una maglietta con il logo o un altro oggetto di merchandising ecc…) o intangibile (il proprio nome citato, fare la comparsa nel film finanziato, ricevere i ringraziamenti personali di un testimonial, ecc…). Tra i premi intangibili, molti donatori ritengono sia sufficiente la soddisfazione di aver contribuito a realizzare il sogno di qualcuno.

In generale, i soldi impegnati (ma non ancora versati) dagli investitori vengono trasferiti al promotore solo se, nell’arco di tempo in cui la campagna sarà aperta al pubblico, viene raggiunto l’obiettivo dichiarato di raccolta. Altrimenti i soldi tornano agli investitori.

Il reward crowdfunding sta funzionando sul serio se pensiamo che moltissime iniziative vengono finanziate ogni giorno e ci sono progetti che hanno raccolto centinaia di migliaia e, alcuni, addirittura milioni di dollari.

 

 

Equity Crowdfunding

 

E’ una forma più complessa e molto più recente, nella quale chi investe in un’iniziativa riceve in cambio una quota di azioni della società che la propone, proporzionale all’investimento. In altre parole, diventa socio dell’imprenditore. Mentre il reward è in effetti, una forma di donazione o, tutt’al più, un modo per pre-acquistare un prodotto, l’equity crowdfunding è una vera e propria modalità di investimento, il cui ritorno non è peraltro assolutamente certo. Rispetto alle azioni di una società quotata in borsa, infatti, le azioni acquistate non sono facilmente negoziabili (o non lo sono per niente) e, dunque, per ottenere un ritorno bisogna aspettare che la società sia acquisita da qualcuno o si quoti in borsa (exit).

Una piattaforma che propone equity crowdfunding si rivolge ad un vasto pubblico e, dunque, sollecita il pubblico risparmio, per di più proponendo investimenti illiquidi. Proprio per questo deve sottostare a determinate regole che garantiscano il risparmiatore. Ogni Paese ha peraltro reagito in modi diversi. Si va dall’Inghilterra, dove ogni piattaforma viene autorizzata ad hoc e, prima di varare un regolamento, si sta aspettando di vedere come funziona il mercato; all’Italia, dove, invece, prima che il mercato fosse partito, è stato varato un regolamento. Non entro nel merito, osservo soltanto che una sola piattaforma, Crowdcube, in UK in 3 anni ha contribuito a finanziare più di 200 società per 45 milioni di sterline. In Italia in 1 un anno e mezzo ne sono state finanziate 4 (ma sono state autorizzate 12 piattaforme).

Il vantaggio dell’investitore consiste nella possibilità di destinare una parte piccola a piacere del proprio portafoglio a investimenti ad alto rischio, ma che, se vanno bene, possono essere incredibilmente remunerativi. Una cosa che, per ora, era consentita solo ad operatori molto specializzati come gli Angel Investors o i Venture Capital. L’equity crowdfunding, invece, consente a chiunque di scegliere investimenti tra molte iniziative, le quali hanno già passato un primo screening formale e sostanziale da parte della piattaforma stessa, e che altri investitori, magari riconosciuti come “di successo”, stanno già contribuendo a finanziare.

 

Donation Crowdfunding

 

Il donation crowdfunding è forse stata la prima forma di crowdfunding e, come si può intuire, si riferisce alle donazioni. E’ dunque una forma perfettamente adatta alle raccolte di beneficienza, laddove la motivazione principale non consiste nell’ottenere qualcosa in cambio, ma, semplicemente, nel contribuire alla causa che sta a cuore al donatore.

Ci sono diverse piattaforme nel mondo, anche in Italia, e, per esempio, nei tristi giorni recenti, la piattaforma francese Leetchi ha raccolto €160.000 da più di 5000 persone a favore di Charlie Hebdo.

Per l’organizzazione che raccoglie i fondi, i vantaggi di utilizzare una piattaforma sono principalmente l’allargamento dell’audience potenziale e la semplificazione nella gestione delle donazioni.

 

Lending Crowdfunding

 

Questa tipologia riassume in realtà diverse varianti in funzione del Paese e delle piattaforme.

Per semplificare, in generale, le piattaforme di Lending consentono ai privati di prestare soldi ad altri privati o ad aziende, a fronte della restituzione del capitale in un certo arco temporale e della corresponsione di un interesse. Il vantaggio consiste nel fatto che il prestito non viene corrisposto interamente da una sola persona, ma da tante persone, conseguente riduzione del rischio per chi presta. Il debitore, d’altra parte, ha così una probabilità più alta di raggiungere il suo obiettivo (come nel reward e nell’equity, peraltro). In Italia ci sono due piattaforme, autorizzate da Banca D’Italia. La maggiore piattaforma al mondo è Lending Club che recentemente è stata quotata alla borsa di New York.

All’estremo opposto, ci sono piattaforme (non in Italia) che consentono di veicolare strumenti finanziari simili alle obbligazioni. Per esempio, la già citata Crowdcube in UK consente di promuovere sulla propria piattaforma la sottoscrizione dei cosiddetti mini-bond. In questo caso il vantaggio è in termini di costi e burocrazia, grazie alla disintermediazione dalle banche, solitamente uniche depositarie autorizzate a collocare questo tipo di titoli.

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