Crowd4Africa è una campagna per fornire agli ospedali africani un sistema in grado di produrre protesi e pezzi di ricambio utilizzando plastica riciclata. In quei luoghi, infatti, i materiali sono introvabili oppure si possono rintracciare con tempi d’attesa lunghissimi e costi molto elevati. Così quindici studenti dell’Istituto M.Massimo di Roma dei Padri Gesuiti, con il sostegno di professionisti, genitori volontari e da 69 ragazzi e 40 genitori del corso Making 3D Printers, hanno messo a punto un sistema che consente di trasformare tappi di plastica in una mano, grazie ad estrusori e stampanti 3D.
Servono, però, 22.900 euro. Da qui la campagna per la raccolta fondi lanciata il 4 marzo scorso e ad oggi giunta a 15.043 euro. Al progetto, supportato da Postepay, è possibile contribuire ancora per una ventina di giorni accendendo alla piattaforma eppela da dove si potrà fare la donazione e verificare nel dettaglio il progetto.
Il sistema progettato e costruito al “Massimo” è composto da una tritatrice per la plastica, un estrusore che fonde e crea un filo plastico, due computer e un archivio di oggetti 3D da stampare, un sistema di acquisizione 3D, una stampante 3D in grado di produrre oggetti anche di grande dimensione e due stampanti 3D di servizio, un set di ricambi e attrezzature, la documentazione e i tutorial.
Se l’obiettivo della raccolta sarà centrato il primo kit partirà per l’Uganda, destinazione ospedale di Gulu. Se la campagna dovesse andar proprio bene e si dovesse raccogliere una somma pari a 45.800 euro allora sarebbero due i kit a partire, il secondo raggiungerebbe il centro sanitario di Kenge in Congo.