Vertice delle Americhe tra corruzione e contenimento del Venezuela
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Si e’ concluso lo scorso fine settimana l’VIII summit delle Americhe a Lima, durante il quale sono stati presi due sostanziali impegni: contro la lotta alla corruzione e un’unione per aumentare le pressioni sul Venezuela. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “Abc” che definisce la corruzione e il populismo che l’America Latina ha vissuto per oltre un decennio come “due facce della stessa medaglia”. Per quanto riguarda il Venezuela, la dichiarazione contro il regime autoritario di Nicolas Maduro, approvata dai 17 paesi piu’ critici nei confronti di Caracas (il cosiddetto Gruppo di Lima e Stati Uniti), chiede di non riconoscere i risultati delle elezioni presidenziali venezuelane che si svolgeranno il prossimo 20 maggio, dato che non ci sono “garanzie necessarie per un processo libero, giusto, trasparente e democratico”, queste elezioni “mancheranno percio’ di legittimita’ e credibilita’”. Per quanto riguarda invece la lotta alla corruzione, il vertice ha approvato l’impegno di Lima a rispettare 57 punti volti a rafforzare la governance democratica, ad aumentare la trasparenza, l’accesso alle informazioni e la protezione degli informatori. Tra le necessita’ primarie si sottolinea il miglioramento della regolamentazione del finanziamento alle organizzazioni politiche e alle campagne elettorali e il perfezionamento dei meccanismi anti-corruzione interamericani.
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Usa, sondaggio “Washington Post”: divario tra Democratici e Repubblicani scende a 4 punti percentuali
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Il Partito democratico statunitense mantiene un vantaggio sui Repubblicani in vista delle elezioni di meta’ mandato, ma il sondaggio commissionato dal quotidiano “Washington Post” e dall’emittente “Abc” mostra che il margine si e’ ridotto dallo scorso gennaio. Il divario si e’ ridotto di oltre meta’ e contemporaneamente si e’ registrata una lieve crescita di consensi nei confronti del presidente Donald Trump. Tra i temi che possono spostare voti, quello del controllo delle armi, che si e’ imposto prepotentemente dopo l’ultima sparatoria di massa nel liceo di Parkland in Florida. Oltre 4 elettori su 10 hanno dichiarato che e’ estremamente importante che i candidati esprimano la loro posizione su possesso e detenzione di armi. Al momento la maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti e’ esigua e tra gli intervistati emerge che il 47 per cento affiderebbe il suo voto ad un candidato democratico, mentre il 43 per cento sceglierebbe un repubblicano. Un distacco di 4 punti percentuali, che era pari a 12 a gennaio. La rimonta repubblicana potrebbe essere legata alla crescita dei posti di lavoro registrata negli ultimi mesi e attribuita alla politica di Trump.
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Regno Unito e Usa, cinese Zte “minaccia per la sicurezza nazionale”
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Autorita’ statunitensi e britanniche hanno oggi segnalato preoccupazioni per la sicurezza nazionale con riferimento al gigante cinese delle telecomunicazioni, Zte. Esperti di cybersicurezza del Regno Unito hanno avvisato i gestori telefonici britannici di tenersi lontani dai servizi e dai sistemi della compagnia. Il dipartimento per il Commercio Usa ha vietato alle compagnie statunitensi di vendere prodotti al gruppo cinese che avrebbe violato lo scorso anno i termini del contratto, suscitando il possibile arrivo di sanzioni. La mossa di Londra, ricostruisce il quotidiano “Wall Street Journal”, e’ arrivata dopo che a Washington le Autorita’ per la sicurezza nazionale e i leader del Congresso hanno fatto appello alle agenzie statunitensi e agli alleati a rafforzare le loro infrastrutture di telecomunicazioni per contrastare la minaccia derivante dal cyber spionaggio, in particolare dalla Cina. In un rapporto risalente al 2012 il Congresso aveva gia’ decretato Zte e la cinese Huawei come minacce alla sicurezza nazionale. Londra in particolare si dice oggi preoccupata dalle nuove leggi di Pechino che autorizzano il governo ad esercitare forti “obblighi”. Huawei e’ il principale produttore di componenti delle telecomunicazioni, mentre Zte si attesta al quarto posto.
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Gran Bretagna, la polemica sugli antichi immigrati rischia di rovinare il vertice del Commonwealth
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – La vicenda degli immigrati caraibici arrivati 50 anni fa in Gran Bretagna con la nave “Empire Windrush” e che ora sono minacciati di vedersi espellere dal paese rischia di rovinare il vertice del Commonwealth su cui il governo britannico conta molto per stringere nuovi accordi con paesi extra-europei dopo la Brexit: lo scrive il quotidiano “The Telegraph”, che riferisce come la polemica scoppiata sulla vicenda non sia stata affatto sedata dalle scuse ufficiali espresse dalla ministra dell’Interno britannica, Amber Rudd. La ministra ieri lunedi’ 16 aprile si e’ scusata formalmente per il “terribile trattamento” riservato a centinaia di anziani immigrati a cui negli ultimi tempi e’ stato negato l’accesso alle cure del servizio sanitario nazionale (Nhs), che hanno perso il lavoro e che sono stati minacciati di deportazione nei lor paesi di origine perche’, cinquant’anni dopo, non sono piu’ in grado di dimostrare di avere il diritto legale di risiedere in Gran Bretagna: la ministra Rudd ha anche annunciato che le loro difficolta’ saranno risolte entro le prossime settimane; ma questo non ha placato le polemiche che impazzano sulle linee-guida applicate dal suo stesso ministero dell’Interno su input del primo ministro Theresa May, accusata di “insensibilita’” e di aver voluto inasprire le regole sugli immigrati da paesi extra-europei dopo aver dovuto cedere alle richieste dell’Unione Europea sulla libera circolazione dei cittadini Ue nel Regno Unito anche dopo la Brexit. A gettare benzina sul fuoco delle polemiche era poi arrivato l’annuncio che la premier in un primo momento aveva rifiutato di discutere della vicenda con dodici tra i capi di Stato e di governo dei paesi del Commonwealth, riuniti da ieri a Londra per il vertice annuale dell’organizzazione internazionale: la May ieri ha dovuto fare marcia indietro; ma la sua retromarcia e le scuse della ministra Rudd, scrive il “Telegraph”, non sembrano essere comunque un buon viatico per il rafforzamento dei rapporti, soprattutto commerciali, tra la Gran Bretagna ed i paesi del suo ex impero, di cui il paese avra’ enorme bisogno dopo il divorzio dall’Ue.
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Francia, il progetto di legge sull’asilo e l’immigrazione inasprisce il dibattito nell’Assemblea Nazionale
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Il progetto di legge sull’asilo e l’immigrazione continua a far discutere in Francia, dove ieri il dibattito e’ entrato nell’Assemblea nazionale. Ne parla la stampa transalpina, sottolineando che anche tra le fila della maggioranza parlamentare della Re’publique en marche c’e’ chi e’ contrario al disegno di legge. Per la prima volta dei deputati del partito del presidente Emmanuel Macron hanno deciso di astenersi dal voto. Il testo punta a ridurre i tempi per effettuare una richiesta d’asilo e rende piu’ veloci le procedure di riaccompagnamento alla frontiera. “Le Monde” indica che il Front National e i Repubblicani si contendono il ruolo di “primo oppositore” al governo su questo tema. Il ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb, ha compiuto un lungo lavoro “di pedagogia” per spiegare le sue ragioni alla maggioranza, arrivando addirittura a brandire la minaccia di possibili espulsioni per coloro che si opporranno. L’immigrazione resta uno dei “valori sicuri” su cui puo’ scommettere Marine Le Pen, che ieri ha presentato il suo “contro progetto”. “Libe’ration” titola in prima pagina “Libe’rte’, e’galite’ hospitalite'” e pubblica una serie di testimonianze di persone che hanno accolto con i propri mezzi dei migranti.
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Ue, il presidente Macron al Parlamento di Strasburgo per difendere il suo progetto europeo
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlera’ oggi davanti al Parlamento europeo di Strasburgo. Lo riporta “Le Figaro”, specificando che il progetto del capo di Stato francese viene messo “a dura prova”. L’intervento durera’ circa mezz’ora e si terra’ verso le 10:00. Diversamente da quello della Sorbona, il discorso di oggi sara’ “un appello alla responsabilita’ europea, all’impegno, alla fierezza”. Il quotidiano sottolinea la “frattura” che divide l’Unione europea tra gli “estremi” e coloro che sono pronti ad attuare una vera linea europeista. In questo scenario, l’avversario di Macron e’ l’ungherese Viktor Orban. L’intesa con la cancelliera tedesca Angela Merkel tarda ad arrivare. I due leader si incontreranno questa settimana a Berlino per una “sessione di lavoro”. A un anno dalla sua elezione, Macron e’ diventato un “avversario e un antagonista identificato” per molti. “Ci sono due tipi di Europa: quella di Emmanuel Macron e quella di Viktor Orban” dice Pieyre-Alexandre Anglade, capofila dea Republique en marche alle prossime elezioni europee. Il progetto di riforma della zona euro pensato da Macron e’ stato frenato da Berlino, con la coalizione Merkel IV che si oppone alla creazione di un ministro comune delle Finanze e un Parlamento dedicato alla moneta unica.
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Siria, ex ministro Esteri tedesco Gabriel chiede strategia europea comune
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – L’ex ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel (Spd), ha chiesto una strategia comune europea per la Siria. “E’ un compito titanico che l’Europa deve affrontare”, ha detto lunedi’ il politico tedesco durante una conferenza all’Universita’ di Bonn. Gabriel ha criticato in particolare il fatto che l’Europa abbia agito di nuovo senza una linea comune: Francia e Gran Bretagna hanno preso parte agli attacchi militari con gli Stati Uniti, mentre la Germania e altri paesi europei si sono astenuti. “Questa divisione e’ davvero pericolosa, perche’ incoraggia altri poteri a metterci alla prova”, ha detto Gabriel. Precedentemente a Berlino aveva dichiarato al giornale “Tagesspiegel” che l’utilizzo di armi chimiche “non e’ accettabile” e che “il regime di proibizionismo internazionale perdera’ il suo effetto qualora il loro utilizzo e la loro produzione rimanessero senza conseguenze”. Le risposte necessarie includono sanzioni politiche ed economiche. “Nel caso della Siria non basterebbero solo queste ultime, ma sono necessari gli interventi di tipo militare”. La Russia, frattanto, continua a tentare un dialogo con gli Stati Uniti. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov lunedi’ a Mosca ha espresso la speranza che “nonostante tutti i danni che Washington ha inflitto al rapporto bilaterale possa iniziare qualsiasi tipo di comunicazione”.
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Ue, l’integrazione economica e finanziaria sconta le resistenze della politica tedesca
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Una parte dell’Unione tedesca di centrodestra, e in particolare la Cdu, e’ nettamente contraria all’istituzione di un Fondo monetario europeo (Mef) come previsto dal cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu) e dal presidente francese Emmanuel Macron. Nei giorni scorsi il commissario europeo del bilancio, Guenther Oettinger, ha criticato con durezza le resistenze della politica tedesca. Il portavoce del governo Steffen Seibert ha sottolineato i colloqui tra Merkel e il presidente francese previsti per giovedi’ a Berlino serviranno a “trovare con ferma volonta’ un intendimento comune”. Il Fondo dovrebbe sostituire l’attuale meccanismo europeo di stabilita’ (Mes) nato a seguito della crisi dell’euro, aiutando i Paesi dell’eurozona vulnerabili, come la Grecia, a raccogliere denaro sui mercati finanziari. L’istituzione del Mef richiede anche l’accordo di coalizione di Cdu, Csu e Spd. Secondo il parere di Macron e della Commissione europea, il Fondo dovrebbe disporre in futuro di mezzi propri per combattere le crisi economiche nei singoli paesi. A tale proposito i critici nell’Unione, ma anche l’Fdp o l’AfD, temono che la Commissione creera’ un altro strumento redistributivo. In particolare dietro le critiche espresse c’e’ il parere dell’ex ministro delle Finanze, il cristiano democratico Wolfgang Schaeuble (Cdu), secondo cui la Commissione europea e’ stata spesso troppo negligente nel controllo dei paesi membri. Nell’accordo di coalizione, riguardo la riforma dell’eurozona si afferma: “Esamineremo le proposte presentate dagli Stati membri e dalla Commissione europea”. Anche l’autore principale, Ralph Brinkhaus, ha recentemente messo in dubbio che entro giugno, come suggerito dalla Merkel, si possa giungere a un accordo su questioni chiave. Il cristiano democratico Volker Kauder (Cdu), stretto confidente della Merkel, ha aperto il dibattito, apparentemente nella speranza di poterlo ricondurre alla fine a canali compatibili con il pensiero di Macron.
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L’Unione europea non trova l’accordo su nuove sanzioni all’Iran prima dell’ultimatum di Trump
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Gran Bretagna, Germania e Francia ieri, lunedi’ 16 aprile, non sono riusciti a convincere gli altri paesi dell’Unione europea (Ue) ad adottare nuove sanzioni da imporre contro l’Iran, finalizzate a evitare che gli Stati Uniti abbandonino l’accordo sul nucleare iraniano: lo riferisce il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, spiegando che l’Ue e i tre paesi europei ora hanno meno di un mese di tempo dopo che il presidente, Donald Trump, gli ha imposto di modificare quell’accordo raggiunto nel 2015 sotto la presidenza Obama, altrimenti gli Usa lo cancelleranno il 12 maggio prossimo. Il giornale riferisce che nella riunione degli ambasciatori dei 28 paesi dell’Ue, tenutasi ieri in Lussemburgo la Gran Bretagna, la Germania e la Francia, i tre paesi europei che insieme a Usa, Russia e Cina avevano sponsorizzato l’accordo nucleare del 2015, hanno proposto nuove sanzioni per punire l’Iran a causa del suo ruolo nella guerra civile in Siria: ma un gruppo di paesi guidato dall’Italia ha espresso la preoccupazione che tali nuove sanzioni possano mettere ulteriormente a rischio l’accordo sul nucleare iraniano, indebolendo in Iran le forze riformiste, senza neppure poter soddisfare le richieste di Trump. In effetti, scrive il “Financial Times”, le sanzioni proposte per il ruolo iraniano in Siria non affrontano direttamente le questioni sollevate dal presidente Usa: in particolare la sua insistenza sulla necessita’ di maggiori e piu’ stretti controlli sulle attivita’ nucleari dell’Iran. Con le sanzioni proposte ieri, spiega il giornale britannico, Londra Berlino e Parigi volevano mostrare a Washington che condividono una parte delle preoccupazioni sul nucleare iraniano. Cio’ non ha comunque convinto gli altri paesi, come ha spiegato al “Financial Times” l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e della difesa, l’italiana Federica Mogherini: “non c’e’ la richiesta unanimita’”, ha detto la Mogherini, sul fatto che le misure proposte in questo momento siano “utili” e neppure “appropriate”. La questione, secondo il “Financial Times”, e’ ancora aperta e ci sarebbe ancora tempo perche’ l’Ue approvi nuove sanzioni contro l’Iran prima della scadenza dell’ultimatum Usa del 12 maggio prossimo: del resto, ricorda il giornale, c’e’ da attendersi che sia il presidente francese, Emmanuel Macron, che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, eserciteranno tutte le pressioni possibili sul presidente Trump quando entrambi lo incontreranno la prossima settimana a Washington, perche’ gli Stati Uniti non abbandonino l’accordo sul nucleare iraniano, aprendo la strada a una nuova delicatissima diatriba nell’agenda internazionale.
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Spagna, la giustizia italiana dissequestra la nave di Proactiva Open Arms
17 apr 11:07 – (Agenzia Nova) – Un mese dopo essere stata confiscata, il giudice per le indagini preliminari (Gip) di Ragusa ha deciso di dissequestrare l’imbarcazione dell’organizzazione non governativa catalana Proactiva Open Arms e consentirle di riprendere le operazioni di soccorso ai migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo. La notizia e’ stata riferita dai principali quotidiani spagnoli che ricordano come l’equipaggio della nave sia stato accusato, lo scorso 15 marzo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in seguito al salvataggio di 218 naufraghi in acque internazionali. Il Gip del tribunale della citta’ siciliana di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, ha ordinato ieri il dissequestro dell’imbarcazione ritenendo che il comportamento della Ong Open Arms sia stato “motivato dallo stato di necessita’”. Per il giudice Giampiccolo, infatti, “le operazioni di salvataggio degli immigrati non si limitano al recupero in mare, ma devono essere completate e concluse con lo sbarco in un luogo sicuro come previsto dalla Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimi (Sar) firmata ad Amburgo (Germania) nel 1979”, si legge nell’articolo pubblicato dal quotidiano “La Vanguardia” che riporta quanto stabilito dal tribunale. Il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, ha celebrato la decisione della giustizia italiana. “Non ci puo’ essere altra valutazione che soddisfazione. Abbiamo sempre difeso l’attivita’ di Open Arms, legale ai sensi del diritto internazionale”, ha dichiarato ieri in occasione della conferenza stampa durante la riunione dei ministri degli Esteri europei.
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