Venezuela, tre morti nelle manifestazioni contro Maduro, oggi nuovi cortei
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – I timori della vigilia erano fondati. La giornata di protesta organizzata in tutto il Venezuela contro il governo di Nicolas Maduro e’ presto sfociata in scontri e tensioni e si e’ chiusa con la morte di tre persone. Il triste bilancio di sangue non scoraggia le opposizione che hanno indetto per oggi un nuova agitazione generale. Le manifestazioni hanno attraversato diverse citta’ del paese raccogliendo tra le 100 e le 200 mila adesioni, secondo stime che la stampa internazionale dimostra non essere facile da compilare. Il cuore delle proteste si e’ pero’ concentrato nella capitale Caracas, dove Maduro – ripetendo una tradizione consolidata – ha convocato una contromanifestazione a sostegno del governo e della “rivoluzione bolivariana”. Gli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza si sono inaspriti con l’approssimarsi dei cortei alla sede dell’ufficio del Difensore del popolo, organo cui il Parlamento controllato dalle opposizioni aveva chiesto invano di agire contro i giudici del Tribunale supremo di giustizia (Tsj), protagonisti delle decisioni che hanno infiammato il paese nelle ultime settimane: la revoca dell’immunita’ ai parlamentari e l’esautoramento dei poteri legislativi dell’Assemblea (cancellato in un secondo momento). I poliziotti hanno accolto con gas lacrimogeno la marcia guidata da Henrique Capriles, governatore dello Stato di Miranda e leader di un partito delle opposizioni. Muore un giovane di 17 anni che secondo la madre non era direttamente coinvolto nelle manifestazioni, perde la vita una donna di 24 anni e muore anche un agente di polizia, secondo quanto denuncia il governo in un comunicato dell’ultima ora. Alle dure – e attese – reazioni della comunita’ internazionale si aggiungono le parole della procuratrice generale dello Stato Luisa Ortega che, per la seconda volta, prende una posizione pubblica indipendente: dopo aver invitato tutti gli attori politici a non mettere a rischio l’integrita’ fisica delle persone o la stabilita’ delle istituzioni, Ortega ha ricordato che i “responsabili degli organi di sicurezza dello Stato devono garantire il diritto a manifestare in maniera pacifica, sotto la stretta osservanza dei diritti umani”. Le tensioni della piazza, documentate dalle tante foto comparse sui social network, hanno rilanciato l’attenzione su alcune bande considerate vicine al governo e protagoniste di alcune delle azioni piu’ violente nei confronti dei manifestanti. Incappucciati e in motocicletta, questi elementi – fotografati anche vicini ad agenti di polizia – sono stati accusati di aver usato senza troppi riguardi le armi da fuoco in loro possesso.
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La Commissione europea inizia a escludere il Regno Unito dai contratti
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – La Commissione europea, rivela il “Financial Times”, ha iniziato a escludere sistematicamente le compagnie britanniche dai grandi appalti in vista della Brexit. In una nota interna, inviata una settimana dopo la ricezione della notifica di uscita, riferisce il quotidiano, il personale viene invitato a evitare “ulteriori inutili complicazioni” e a incoraggiare le societa’ con sede in Gran Bretagna a prepararsi a “ripercussioni legali” e a considerare la necessita’ di “avere un ufficio nell’Ue” per mantenere le autorizzazioni a operare. Inoltre, le agenzie vengono esortate a “disconnettere” il paese dalle basi di dati sensibili contestualmente all’uscita. Il documento indica che la Gran Bretagna sta gia’ perdendo soldi e influenza mentre e’ ancora soggetta a tutti i diritti e doveri di uno Stato membro. Nella carta – circolata a livello dirigenziale e firmata da Alexander Italianer, segretario generale; Martin Selmayr, capo di gabinetto della presidenza, e Michel Barnier, capo negoziatore per la Brexit – si afferma che, nei casi in cui sia legalmente possibile, la Commissione e le sue agenzie, nell’assumere personale o nell’assegnare contratti per servizi o progetti di ricerca, devono “tenere conto” del fatto che entro due anni il Regno Unito sara’ “un paese terzo”: “Oltre al requisito legale per la parte contraente di avere sede nell’Ue, possono esserci ragioni politiche o pratiche per contrattualizzare parti con sede in uno specifico Stato membro, non solo alla stipula del contratto, ma anche per tutta la durata del contratto”. I funzionari dell’Ue assicurano che i fondi strutturali o regionali, gestiti dalle autorita’ britanniche o direttamente da quelle europee, non saranno congelati, ma in altre aree di spesa l’approccio sta cominciando a cambiare: Bruxelles, ad esempio, ha gia’ stabilito che i contratti dell’ultima fase di lavoro del sistema di navigazione satellitare Galileo possano essere cancellati senza penali se un fornitore non ha piu’ sede in uno Stato membro.
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Il ponte di Agcom
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Il “No” mitragliato dall’Agcom alla doppia partecipazione azionaria di Vivendi in Telecom Italia ed in Mediaset, ha messo Vincent Bollore’, il “patron” del gruppo multimediale francese, nella posizione di un Bonaparte sul ponte di Arcole: un momento critico della sua campagna d’Italia, in cui il confine tra la disfatta e la vittoria era cosi’ tenue che al grande generale fu necessario un eccezionale miscuglio di abilita’ e di audacia per far pendere definitivamente il pendolo della battaglia suo favore. Inizia con questo altisonante paragone storico un editoriale del quotidiano economico francese “Les Echos” sulle ultime vicende della “campagna d’Italia” di Bollore’ e sulle conseguenze dello smacco subito per mano del “carabiniere italiano delle telecomunicazioni”. Secondo l’editoriale tuttavia la famiglia Berlusconi, che esce rafforzata dalla sentenza dell’Agcom nella sua difesa del proprio impero televisivo Mediaset dall’assalto francese, non puo’ ancora stappare il prosecco per festeggiare: dovrebbe infatti ricordarsi che venti anni fa il “corsaro” Bollore’ usci’ brillantemente da un simile assedio giudiziario dalla sua battaglia per il controllo del gigante francese delle comunicazioni Bouygues. “Les Echos” suggerisce che il clan del Cavaliere Berlusconi potrebbe investire almeno una parte del suo “tesoro di guerra” ricavato dalla vendita della squadra del Milan per rilevare la quota azionaria accumulata da Vivendi per il suo assalto ormai fallito. Una tale soluzione non costituirebbe una vittoria per nessuno dei due contendenti, scrive il quotidiano francese; ma almeno sarebbe una “pace dei coraggiosi” che avrebbe comunque un esito positivo: costringerebbe Bollore’ a chiarire gli obbiettivi della sua campagna italiana.
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Bce, Draghi di fronte alla sfida del tapering
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – C’e’ una linea sottile per il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi. Il banchiere deve trovare il modo di preparare i mercati finanziari al progressivo ridimensionamento del programma di quantitative easing. Le sorprese repentine sono veleno per i mercati, e potrebbero causare turbolenze. Secondo gli analisti come Christian Reicherte di Dz Bank, la Bce potrebbe dare primi, prudenti segnali d’inversione delle politiche espansive dall’inizio dell’estate. Altri, come Mario Gruppe e Norman Rudschuck della “NordLb”, pensano che cio’ non avverra’ prima dell’autunno. Attualmente, la Bce e le banche centrali nazionali acquistano titoli di Stato e altri titoli per un importo mensile di 60 miliardi di euro. Entro la fine del 2017 l’importo complessivo del Qe avra’ raggiunto i 2.280 miliardi di euro. Lo scenario economico dell’eurozona, pero’, e’ mutato: 19 paesi dell’Unione hanno conseguito una ripresa economica sostenibile, e il tasso di inflazione e’ passata dal 2 per cento del mese di febbraio all’1,5 per cento di marzo. In questo contesto, la Germania non ravvisa piu’ le condizioni che hanno giustificato il massiccio intervento della Bce nelle dinamiche dei mercati obbligazionari. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, per esempio, ritiene che sia giunto il momento per il Consiglio direttivo della Bce di discutere la normalizzazione della politica monetaria. Weidmann ha criticato fin dall’inizio la politica dell’acquisto dei titoli di Stato, sottolineandone gli effetti distorsivi e i danni arrecati ai risparmiatori. Il capo della banca centrale austriaca Ewald Nowotny ha aperto qualche settimana fa a un primo rialzo dei tassi di riferimento in vista della fine degli acquisti di obbligazioni. Per l’economista della National Bank Volkswirt Dirk Gojny ,”la Bce prima finira’ l’acquisto delle obbligazioni, poi comincera’ a badare ai tassi d’interesse, a cominciare da quelli di deposito”.
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Fincantieri lancia una “operazione seduzione” a Saint-Nazaire
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Fincantieri ha lanciato una “operazione seduzione” dopo l’accordo firmato con lo Stato francese sull’acquisizione dei cantieri navali di Sain Nazaire messi in liquidazione a causa del fallimento della casa-madre sud-coreana Stx: lo scrive il quotidiano economico “Les Echos” riferendo della visita compiuta ieri mercoledi’ 19 aprile dal presidente del gruppo italiano, Giuseppe Bono. Ai rappresentanti sindacali dei cantieri Stx France “abbia detto che, in quanto italiani, non abbiamo un atteggiamento colonialista”, ha spiegato Bono in una conferenza stampa dopo l’incontro; il presidente di Fincantieri ha rinnovato la propria fiducia all’attuale direzione di Stx France ed ha promesso un modello di governance “autonoma”, cosa che comunque non impedira’ importanti sinergie in particolare nell’acquisto dell’acciaio: Saint Nazaire, ha detto, avra’ un ruolo primario nel nuovo polo cantieristico di di respiro europeo. Bono ha anche tenuto a rassicurare i lavoratori francesi sul mantenimento degli attuali livelli di occupazione, grazie al ricco carnet di ordini, sopendo i timori di una cessione di attivita’ verso l’Italia; ed ha smentito che ci sara’ un trasferimento di tecnologie a favore del partner cinese Cssc, con cui Fincantieri ha un accordo per la costruzione di navi da crociera per quel mercato locale. Da parte sua il leader del sindacato Cfe-Cgc, François Janvier, ha commentato che “tutte le nostre esigenze sono state accolte e, come avevamo chiesto, avremo accesso al consiglio di amministrazione” per meglio capire i futuri pinai industriali per i cantieri di Saint-Nazaire. Resta un’unica incognita, scrive su “Les Echos” il giornalista Emmanuel Guimard, e cioe’ la possibilita’ che a vincere le imminenti elezioni presidenziali francesi sia uno dei candidati che vogliono fare marcia indietro ed imporre la nazionalizzazione dei cantieri: “Sarebbe duro da digerire dopo che nel 2008 la Francia aveva accettato di cedere la proprieta’ ai coreani”, ha ammesso Bono; “Ma noi siano sereni”, ha concluso.
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Germania, sicurezza informatica: occorrono nuove basi giuridiche
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Quando la Cancelleria federale tedesca deve discutere di questioni strategiche o di dinamiche geopolitiche fondamentali, convoca il Consiglio di sicurezza federale, un organo istituito nel 1955. In una stanza a prova di intrusione le massime autorita’ tedesche responsabili della sicurezza nazionale deliberano su questioni quali le esportazioni di armi ad acquirenti controversi, le relazioni con la Turchia o e le prossime mosse della guerra contro lo Stato islamico e il terrorismo. Solo una manciata di ministri possono prendere parte alle riunioni presiedute dal cancelliere, tra cui quelli degli Esteri, della Difesa, dell’Interno e della Giustizia. A volte, se le questioni sono complesse, sono invitati anche alti funzionari delle agenzie di sicurezza e dei ministeri. Cosi’ e’ avvenuto alla fine di marzo, quando si e’ discusso del futuro della sicurezza nazionale contro le minacce informatiche e virtuali. Da anni il numero degli attacchi informatici alle istituzioni tedesche e alle sue aziende strategiche e’ in aumento. Il ministro della Difesa, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che i soli attacchi informatici alle Forze armate tedesche sono circa 4.500 al giorno. Per il momento la minaccia appare gestibile, ma il governo teme un attacco di portata maggiore. Il Governo si e’ dato percio’ l’obiettivo di tracciare un quadro giuridico per le “Computer Network Operations” o colloquialmente “Hack Back”: vale a dire, le operazioni di attacco e contrattacco informatico contro gli hacker e gli Stati esteri che aggrediscono le reti informatiche tedesche. Diversi attacchi, fra i quali quello subito dal Parlamento nell’estate del 2015, hanno innescato la discussione. Il governo sostiene che la Germania corra il rischio di intromissioni nei propri processi democratici, come quello imputato dagli Usa alla Russia durante la campagna presidenziale dello scorso anno. Alcune Istituzioni tedesche si sono gia’ premunite per i possibili attacchi: tra queste le Forze Armate, che hanno recentemente inaugurato una nuova arma preposta alla guerra informatica. Iniziative analoghe sono state intraprese anche dall’Ufficio per la protezione della Costituzione e dalla polizia criminale federale. A mancare, pero’, e’ una cornice giuridica che autorizzi la conduzione di operazioni informatiche contro soggetti entro e fuori il territorio nazionale. Entro la fine dell’estate un gruppo di esperti, guidato dal ministero dell’Interno, presentera’ una serie di proposte al Consiglio federale di sicurezza. Il ministro Thomas de Maizie’re ha ipotizzato l’adozione di una legge come quella che attribuisca poteri di emergenza al Governo federale in caso di minaccia esterna, scavalcando l’autorita’ dei singoli lander.
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Regno Unito, Corbyn lancia la battaglia contro il “ristretto cartello” della politica
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Jeremy Corbyn, leader del Labour, principale partito di opposizione del Regno Unito, lancera’ oggi la campagna elettorale in vista del voto anticipato dell’8 giugno, sostenendo che il risultato non e’ scontato e impegnandosi a lottare contro il “ristretto cartello” della politica nazionale. Corbyn, anticipa il quotidiano britannico “The Guardian”, parlando a Westminster, si dichiarera’ pronto a governare e attacchera’ “i media e l’establishment”: “Pensano che ci siano regole da seguire in politica, per le quali se non ti togli il cappello davanti ai potenti, accettando che le cose non possano davvero cambiare, allora non puoi vincere. Dicono che non gioco secondo le regole, le loro regole. Non possiamo vincere, dicono, perche’ non facciamo il loro gioco. Hanno ragione: non lo faccio. E un governo del Labour eletto l’8 giugno non giochera’ alle loro regole”, dichiarera’. Il numero uno dei laboristi avvertira’ il capitalismo avido e le multinazionali che evadono le tasse di stare in guardia e presentera’ il Labour come “il partito che mettera’ al primo posto gli interessi della maggioranza”. La sua squadra punta sullo stile battagliero che ha permesso a Corbyn di vincere due contese per la leadership del partito e trarra’ ispirazione anche da Bernie Sanders, candidato alle primarie democratiche statunitensi per la corsa alla Casa Bianca. “Quando vinceremo, sara’ il popolo, non i potenti, a vincere. Saranno l’infermiere, l’insegnante, il piccolo commerciante, il prestatore di cure, il costruttore, l’impiegato a vincere. Vinceremo tutti”, dira’ Corbyn. Il Labour spera di spostare il dibattito sullo stato dell’economia, sugli standard di vita, sull’istruzione e sulla sanita’. Inoltre, ha escluso categoricamente una coalizione col Partito nazionale scozzese (Snp), la cui leader, Nicola Sturgeon, invece, aveva aperto a “un’alleanza progressista”. Secondo Corbyn, l’Snp non e’ una forza progressista, perche’ “parla da sinistra a Westminster, ma agisce da destra al governo in Scozia”, riferendosi ai tagli alla spesa pubblica. Una decina di deputati laboristi non si ripresentera’, aprendo la strada a una battaglia per le candidature tra sostenitori e oppositori della leadership. I collegi interessanti al momento sono quelli di Tom Blenkinsop (Middlesbrough South and East Cleveland), Andy Burnham (Leigh), Pat Glass (North West Durham), Alan Johnson (West Hull), Andrew Smith (Oxford East), Gisela Stuart (Birmingham Edgbaston) e Iain Wright (Hartlepool).
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Usa, il vero record dell’inaugurazione presidenziale di Trump e’ stato quello delle donazioni private
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Il magnate dei casino’ e filantropo Sheldon G. Adelson si aspetta grandi cose dall’amministrazione del presidente Usa Donald Trump: il bando ai siti di poker online che competono con i suoi casino’ di lusso, ad esempio; ma anche lo spostamento dell’ambasciata Usa a Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Non e’ chiaro se i desideri di Adelson verranno esauditi; quel che e’ chiaro, pero’, e’ che il magnate conservatore – che pure non aveva appoggiato Trump durante la campagna elettorale dello scorso anno – ha staccato un assegno da 5 milioni di dollari al comitato organizzatore della cerimonia di insediamento del presidente; si tratta, sottolinea il “New York Times”, della singola donazione privata piu’ consistente mai elargita a un comitato per l’inaugurazione presidenziale. E se da un lato la cerimonia di inaugurazione della presidenza Trump, lo scorso 20 gennaio, non ha segnato un record assoluto di partecipazione, come inizialmente sostenuto dallo stesso Trump, l’evento e’ stato un successo senza precedenti sotto un altro e piu’ controverso aspetto: quello dei fondi privati raccolti. Il comitato organizzatore, infatti, ha incassato in tutto donazioni private per 107 milioni di dollari: piu’ del doppio rispetto alla seconda inaugurazione di Barack Obama. Il dato, secondo il “New York Times”, smentisce la presunta indipendenza della nuova amministrazione presidenziale dagli interessi particolari, di cui Trump ha fatto un vanto personale e una medaglia di fronte ai propri elettori. Come sottolinea lo stesso quotidiano, pero’, gran parte delle donazioni piu’ consistenti sono giunte al comitato organizzatore della cerimonia da magnati e facoltosi donatori che non avevano appoggiato Trump durante la campagna elettorale, o che addirittura lo avevano apertamente osteggiato: le donazioni sono state probabilmente un tentativo di riappacificazione con l’outsider che lo scorso novembre, contro ogni pronostico, ha conquistato la vittoria alle elezioni presidenziali Usa.
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Usa, si riaccende la polemica sulla liberta’ di espressione nelle universita’
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Ha suscitato immediate polemiche la decisione della University of California at Berkeley di proibire un intervento della nota giornalista e autrice di orientamento conservatore Ann Coulter sulla base di presunte preoccupazioni legate alla sicurezza. Nei giorni scorsi, l’ateneo pubblico aveva ostacolato l’evento, organizzato dalle associazioni studentesche di orientamento conservatore, con una serie di espedienti gia’ sfoderati in precedenza in simili occasioni: l’imposizione di costi elevatissimi agli organizzatori per inesistenti misure di sicurezza, lo spostamento dell’evento presso sedi distaccate e durante gli orari di lezione, eccetera. Coulter aveva accettato di sottoporsi a queste condizioni, ma aveva chiesto che il capo della polizia di Oakland e i vertici universitari garantissero effettiva protezione dalle proteste violente degli attivisti progressisti, che hanno messo a ferro e fuoco in diverse occasioni la cittadina nei mesi scorsi; e che Uc-Berkeley chiarisse in anticipo che gli studenti responsabili di violenze sarebbero stati espulsi, e non presi a modello di “attivismo anti-odio”. Per tutta risposta, l’universita’ ha bandito l’intervento dell’autrice, cosi’ come aveva fatto da ultimo la scorsa settimana con un collaboratore del sito d’informazione di destra “Breitbart”, David Horowitz; il problema della liberta’ di espressione alla Uc-Berkeley e in diversi altri atenei statunitensi era balzato agli onori della cronaca lo scorso anno, quando la guerriglia scatenata dagli attivisti “Antifa” (“Anti-Fascism”) aveva impedito al provocatorio esponente della destra alternativa Milo Yiannopoulos di tenere una conferenza presso l’universita’. Ieri Coulter ha sfidato la direzione dell’ateneo, affermando di voler tenere comunque il suo intervento; l’hanno appoggiata le associazioni studentesche organizzatrici dell’evento: la Young America’s Foundation, il BridgeCal ed i Berkeley College Republicans, secondo cui “la Uc-Berkeley, una universita’ finanziata con fondi pubblici (…) usa il denaro dei contribuenti per silenziare i conservatori, consentendo liberta’ di parola solamente ai progressisti”. “Non abbiamo alcuna intenzione di piegarci a simili atti incostituzionali”, recita una nota diffusa dalle associazioni studentesche conservatrici. Ann Coulter e’ autrice di diversi best-seller, incluso “Adios, America!”, che in molti ritengono abbia ispirato le politiche del presidente Usa Donald Trump in materia di immigrazione.
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Spagna, nuovo terremoto sul Pp: arrestato l’ex presidente della regione di Madrid
20 apr 11:21 – (Agenzia Nova) – Terremoto giudiziario in Spagna. La Guardia Civil ha arrestato ieri Ignacio Gonzalez, ex presidente della regione di Madrid, per il presunto caso di malversazione di fondi della azienda pubblica delle acque, Canal de Isabel II. Oltre a lui, finiscono agli arresti altri undici nomi tra cui quello del fratello Pablo – nel gruppo dirigente di Mercasa, altra azienda sospettata di uso improprio di fondi pubblici – e di Edmundo Rodriguez Sobrino, attuale consigliere delegato del gruppo che pubblica il quotidiano “La Razon”. Si tratta, infierisce il quotidiano “El Pais”, del colpo di grazia giudiziario dato alla squadra di potere che il Partito popolare (Pp) ha allestito nella capitale sotto la guida della potente Esperanza Aguirre. Il caso si unisce ad altri clamorosi dossier istruiti dalla magistratura spagnola, a partire dal fascicolo “Gurtel”, indagine che si e’ centrata per anni su varie trame di corruzione sul partito attualmente al governo. Un caso per il quale solo 24 ore fa il presidente del governo Mariano Rajoy veniva chiamato a testimoniare: impossibile per lui mostrarsi ignaro ed estraneo a fatti che riguardano in maniera massiccia e duratura il suo partito, sottolinea “El Pais” in un editoriale. Non meno tenero il quotidiano conservatore “El Mundo”, tradizionalmente piu’ vicino al partito attualmente al governo: il PP e’ stato incapace “di fare una seria autocritica su alcune pratiche del passato”. Girarsi dall’altra parte dinanzi ai tanti casi di corruzione non serve e le cause della giustizia prima o poi presentano anche il conto politico: “risulta impossibile governare con il permanente sospetto di corruzione”, chiude l’editoriale citando la mozione di sfiducia che i socialisti hanno proposto per far cadere l’esecutivo popolare a Madrid: la richiesta “non ha nessuna possibilita’ di andare in porto, ma la delegittimazione provocata da questo nuovo scandalo non e’ eludibile. Proprio quando Rajoy credeva di aver superato questa iattura il nuovo episodio torna a mettere il Pp di fronte a uno specchio che riflette il peggior volto della politica”.
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