Serve una visione condivisa sul futuro delle nostre telecomunicazioni, che versano in una profonda crisi e non da oggi. Non servono invece proposte spot improvvisate e lanciate a caso senza condividere un piano comune per il rilancio e il reskilling del lavoro. Il rischio è di mancare totalmente gli obiettivi del PNRR in materia di banda ultralarga e digitale, e ancor peggio di rinunciare ad un futuro tecnologico nostro per l’Italia, a vantaggio di soggetti stranieri con la perdita di migliaia di posti di lavoro. La pensa così, in estrema sintesi, Riccardo Saccone, Segretario Generale SLC-CGIL, che chiama il Governo ad un momento di pausa e riflessione comune per immaginare un piano di rilancio industriale della industry, stretta fra le sirene di Elon Musk e le scadenze del PNRR. “Noi abbiamo bisogno di un ecosistema giusto, di valorizzare la fibra, di professionalizzare il lavoro con il cosiddetto reskilling a partire dai 18mila dipendenti di Fibercop, di pensare al futuro di Open Fiber e non di ‘guerre stellari’ che rischiano di condannarci all’irrilevanza tecnologica del nostro paese”, dice Saccone.
Key4biz. Segretario Saccone, qualche giorno fa avete criticato l’apertura del Governo a Starlink sulle aree bianche, in grave ritardo di copertura, e a Google per i cavi sottomarini. Perché?
Riccardo Saccone. Io ho come l’impressione che su questi temi, dal PNRR alle aree bianche, dalla rete Tim allo scorporo, da Starlink a Google, il primo che si sveglia la dice e la spara più grossa.
Key4biz. Ci faccia un esempio.
Riccardo Saccone. Partiamo da un tema aperto, il PNRR. Stiamo mancando in toto gli obiettivi. Non li raggiungiamo. Però, invece di fermarci un secondo, prendere ossigeno e interrogarci sui motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi anche dopo l’operazione di Tim, che doveva essere il volano, siamo sempre alle solite. Nelle aree bianche gli obiettivi continuiamo a mancarli. Perché? Non sarà forse sbagliato il modello? Invece no, ma addirittura rilanciamo.
Key4biz. Rilanciamo in che modo?
Riccardo Saccone. Rilanciamo con le ‘guerre stellari’. Ma c’è un problema: i bandi del PNRR prevedono la connessione a 1 Giga, Starlink sta a 200-250 Megabit per secondo. Possiamo anche farlo, però è un’altra cosa inutile. Stiamo mettendo un altro pannicello caldo su quel pezzo.
Key4biz. Anche perché le gare ci sono state e i bandi sono stati assegnati.
Riccardo Saccone. Peraltro. Sono stati assegnati dei soldi. Ci stiamo salvando Open Fiber, con un altro prestito ponte. Il Governo vuole salvare l’azienda, per forza, lì c’è il 60% di CDP. Perché se no qualcuno deve spiegare in questo paese come si fanno gli investimenti. Lì ci sono i soldi dei risparmiatori. Poi i soldi uno può decidere di buttarli, i propri soldi, ma non quelli del Paese. Noi quegli obiettivi del PNRR non li raggiungeremo mai. E le aree interne stanno in ogni regione, non soltanto al Sud. Anche in Lombardia, Piemonte Veneto, Val D’Aosta. E lì magari ci sono anche dei piccoli distretti che restano senza fibra.
Key4biz. Il PNRR sarà un’occasione persa?
Riccardo Saccone. Il tema è anche la tenuta occupazionale. Il problema è che le aree bianche secondo me non le farà Starlink alla fine, non le farà nessuno. Tanto più che se davvero Starlink verrà in forze, sarà una connessione a 10 euro al mese in un mercato già devastato e Musk non avrà la benché minima responsabilità di tutto il regolatorio che c’è in questo paese. Sarebbe una pietra tombale ad una infrastruttura più stabile, perché la fibra è un’altra cosa, l’unica in grado abilitare le smart city e il lavoro con una spinta di uno o due punti di Pil. La fibra che parla al 5G e stanno già guardando al 6G. Il satellite sarebbe una soluzione non in grado di raggiungere questi obiettivi. Ma noi abbiamo interi pezzi del paese che non reggono la competizione. Starlink sarebbero i chiodi sulla bara del settore. Lo stesso vale con i cavi sottomarini di Google. C’è da difendere Sparkle.
Key4biz. In che senso?
Riccardo Saccone. Quel tipo di comunicazione siamo sicuri che avrà gli stessi obblighi degli altri player del settore Tlc? Filtraggio anti pornografia, assistenza clienti, le intercettazioni.
Key4biz. Lo dice sempre anche l’ad di Tim Labriola.
Riccardo Saccone. E’ un servizio che costerà poco, è una infrastruttura che Musk si è già costruito, e quel poco o tanto che noi stiamo facendo con la fibra che fine farà?
Key4biz. Quindi, se Starlink arriverà sarà un problema per Open Fiber? La fibra nelle aree bianche subirebbe uno stop definitivo?
Riccardo Saccone. Certo. E’ evidente che in quelle zone che oggi sono già tagliate fuori dalla connettività a 1 Giga gli dai una connettività che è un palliativo se lo prendono, ma poi è facile immaginare che finisce lì. E allora lì, in quelle zone, noi come Italia saremo sempre ultimi nel rapporto DESI per capitale umano. Si può una buona volta smettere di ragionare per slogan su questo tema centrale?
Key4biz. Tanto più che nemmeno gli altri paesi europei sono così avanti con il PNRR.
Riccardo Saccone. Sul digital divide nessun governo europeo ne ha azzeccata una, non siamo certo gli unici in ritardo. Noi però siamo più in ritardo di tutti e con una situazione complicata, nascosta per tanto tempo con la diffusione del mobile. Poi ci siamo resi conto che il broadband mobile non è la stessa cosa della fibra soprattutto come attivatore di tutto l’indotto tecnologico.
Key4biz. Cioè?
Riccardo Saccone. Cioè se tu vuoi fare la vera rete 5G, le smart city e tutto il resto, tu devi avere una rete fissa in fibra. Quelle due infrastrutture si parlano, una sorregge l’altra. Altrimenti hai il finto 5G, come qui da noi in Italia. Ma tutto questo giro di giostra che abbiamo fatto, con la distruzione dell’ex monopolista, la missione della digitalizzazione è la seconda del PNRR in termini finanziari ed è quella più crossmediale.
Key4biz. Cosa propone al Governo?
Riccardo Saccone. La proposta è di fermarsi un attimo e di ragionare su come tentare di recuperare il massimo dai fondi del PNRR, che rappresentano un’occasione davvero unica. Anche perché c’è tutto il tema della tenuta occupazionale. Il timore è che di fronte all’oggettiva realtà del ritardo sugli obiettivi del PNRR non se ne viene a capo. Noi ad un certo punto dicevamo che bisognava difendere un operatore nazionale verticalmente integrato non stavamo difendendo interessi di bottega. Se quello è un diritto universale e quelli standard devono arrivare in tutto il paese c’è bisogno di una azienda integrata in grado di realizzare il progetto. Il mercato serve in più, per aiutare. Non per sostituire.
Key4biz. Ma ora Fibercop e Open Fiber si fanno concorrenza.
Riccardo Saccone. Dicono che è un problema di numeri civici. Così non andiamo da nessuna parte.
Key4biz. Sullo scorporo di Fibercop da Tim?
Riccardo Saccone. Ormai il danno è fatto. Dopodiché possiamo decidere se diventa un danno grande grande, anche sul fronte occupazionale. E uno spreco definitivo della storia industriale del nostro paese, dei fondi, dei soldi e delle tasse. Oppure se tentiamo di riparare qualcosa. Oggi così com’è Fibercop se non ci mette l’intelligenza su quel filo, rischia semplicemente di diventare, una volta che quel filo è stato steso, una grande SIRTI. Di fare quindi soltanto manutenzione. Peraltro, è una infrastruttura moderna e digitale. Ma se ti devi limitare alla manutenzione i 18mila dipendenti che ci sono oggi non hanno ragione di esistere. E se scegli questo hai condannato il Paese alla irrilevanza tecnologica.