La crisi energetica
C’è chi ha parla di shock energetico e di vera e propria crisi sistemica per gli approvvigionamenti e gli equilibri di mercato, ma certamente l’Europa sta facendo i conti con un combinato di aumento generale dei prezzi sia del gas, sia delle quote di CO2 sul mercato ETS, sia delle materie prime.
Ciò che preoccupa di più, secondo gli esperti, è che i contratti energetici sono annuali, quindi questa fase espansiva dei prezzi potrebbe essere lunga, ecco perché lo stesso ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha stimato un ritorno alla cosiddetta “normalità” non prima della fine del 2022.
von der Leyen: Comunicazione dell’UE il 13 ottobre
My visit to the region last week confirmed my conviction.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 6, 2021
The EU is not complete without the Western Balkans.
The @EU_Commission will make every effort to advance the enlargement process, with the Investment Plan at the core of our engagement. https://t.co/41SBxEAnRM
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato durante la conferenza stampa di chiusura del vertice Ue-Balcani Occidentali, che si è tenuta a Brdo pri Kranju, in Slovenia, che l’impennata dei prezzi dell’energia è un tema che preoccupa moltissimo l’Unione, tanto che il 13 ottobre prossimo sarà presentata una nuova comunicazione su questa emergenza in corso.
La Commissione, ha spiegato von der Leyen, passerà ai raggi x il meccanismo dei prezzi e fornirà delle indicazioni su possibili nuovi strumenti per fronteggiare la crisi energetica in corso, anche considerando che molti Stati europei stanno ricominciando ora a riaprire tutto dopo le misure anti-Covid e che l’inverno è ormai alle porte.
Il nostro futuro deve essere green
“Deve comunque essere chiaro che il nostro futuro sono le fonti energetiche rinnovabili, non il gas, perché sono pulite, hanno prezzi più stabili e ci garantiscono maggiore autonomia, in questo settore siamo leader, mentre per il gas dipendiamo per il 90% dalle forniture estere”, ha ribadito ai microfoni dei giornalisti la Presidente della Commissione UE.
Il confronto sulla crisi energetica all’interno dell’Unione rimane comunque vivo, con Francia e Spagna che chiedono di riorganizzare il mercato dell’energia elettrica, con l’obiettivo di disaccoppiare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, si legge su Radiocor del Sole 24 Ore.
Germania e Olanda, invece, sono molto più caute nell’affrontare la questione, sostenendo che bisogna solo attendere che le cause congiunturali, che stanno sotto questo aumento generalizzato dei prezzi, vengano meno e si ritorni ad una situazione più equilibrata.
L’Italia, con Mario Draghi, ha invece lavorato sulla possibilità per l’Europa, a cui ha fatto anche riferimento la von der Leyene, di avvalersi di nuovi strumenti per il coordinamento degli acquisti comuni di gas per creare delle riserve interne all’Unione.
Il Nord Stream 2 e Putin
Nel mentre, Mosca ha rassicurato tutti proprio in queste ore annunciando l’avvio delle operazioni di riempimento del gasdotto Nord Stream 2, che collega la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, con le prime forniture entro questo mese. Obiettivo primario pompare fino a 6 miliardi di metri cubi di gas naturale in Europa entro la fine del 2021.
Sull’argomento è intervenuto anche il Presidente russo, Vladimir Putin, affermando che la crisi energetica non è figlia di una scarsa offerta, ma di un modo sbagliato di affrontare i problemi, che ha portato a “decisioni affrettate”, con conseguente squilibrio dei mercati energetici.
La Russia, ha precisato Putin, sarebbe disposta ad aumentare l’offerta e a rispettare a pieno tutti gli impegni presi, secondo quanto riportato da un articolo sul “il Fatto Quotidiano”, garantendo forniture sicure e continue, ad essere sbagliata, ha detto il Presidente russo, è semmai “la politica errata dei contratti a breve termine”.
Le sue parole hanno subito avuto un effetto diretto sull’andamento del prezzo del gas, che è sceso del 13% in 14 ore, portandolo attorno ai 100 euro per MWh (contro i 146 del giorno prima), mentre c’è un primo down del 7% del prezzo dei future di novembre.