Key4biz

Criptovalute per finanziare terroristi e neonazisti negli USA, allarme a Washington

La necessità di trovare sempre nuove risorse economiche ha portato gruppi e movimenti politico/religiosi estremisti, di matrice neonazista (tra cui i suprematisti bianchi) e ultra nazionalista o anche fondamentalista (cristiana e islamica), ad avvicinarsi rapidamente ad internet e alle nuove tecnologie digitali emergenti nel settore finanziario, come le criptovalute.

Negli Stati Uniti sale la preoccupazione per tracce evidenti di attività di finanziamento via internet da parte di tali gruppi, principalmente di estrema destra, già attenzionati dalle Forze dell’Ordine per l’elevato pericolo di azioni di stampo terroristico, soprattutto attraverso il mercato delle criptovalute.

L’audizione

Stando a quanto riferito in audizione alla Camera dall’US House Financial Services Committee, il comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America, questo tipo di valute virtuali, tra cui certamente il bitcoin è la più celebre, ma ce ne sono anche altre in ascesa, come ethereum o ripple, solo per citarne alcune.

Il deputato della California Brad Sherman, secondo quanto riportato da pymnts.com, riferendosi all’utilizzo delle criptovalute per autofinanziarsi, ha dichiarato: “Se ha funzionato per Hamas, funzionerà anche per i neo nazisti”.

Grazie alla segretezza e all’anonimato che caratterizzano le criptovalute i gruppi più radicali e violenti dell’estrema destra americana hanno trovato il modo più efficace possibile per finanziarsi nel nostro Paese”, ha dichiarato Jared Maples del New Jersey Office of Homeland Security.

Un esempio di questo meccanismo finanziario è rintracciabile nella donazione di 60 mila dollari in bitcoin all’editore del sito di estrema destra The Daily Stormer, subito dopo i sanguinosi fatti di Charlottesville in Virginia (in occasione dello “Unite the Right rally “ del 2017, dopo una manifestazione antifascista e diversi scontri di piazza, un militante di estrema destra ha volontariamente investito con la propria automobile la parte avversa causando un morto e 19 feriti).

Secondo il vice presidente della Anti-Defamation League, George Selim, siti web molto popolari, come Stormfront, hanno rappresentato dei veri e proprio paradisi finanziari per il neofascismo americano, continuamente alimentati dalle donazioni in criptovalute.

Non solo criptovalute

C’è da tener presente che queste formazioni politiche non usano solo le valute virtuali per finanziarsi, ma anche pubblicità su forum e siti web (advertising), in alcuni casi anche su YouTube (seguitissimo il canale dell’ex “Gran Maestro” dei Cavalieri del Ku Klux Klan, David Duke, da cui giungono significativi profitti pubblicitari), donazioni via PayPal e vendendo musica su iTunes (esistono numerosi gruppi musicali che militano in quest’area politica, si scaricano i loro brani a 70 centesimi di dollaro).

Il dibattito politico verte ora principalmente su due versanti: da un lato tagliare ogni forma di finanziamento ai gruppi di estrema destra negli Stati Uniti e dall’altro assicurare la massima tutela della privacy, perché si parla sempre di un’enorme mole di dati (spesso relativi a numerosi utenti che entrano a far parte delle transazioni, ma che non necessariamente hanno a che fare con l’estremismo politico) da vagliare e scandagliare alla ricerca dei soldi che finiscono nelle casse dei suprematisti bianchi.

Già nel 2014, si leggeva in un articolo del Sole 24 Ore, il Gruppo d’azione finanziaria-Financial action task force (Gafi-Fatf), l’organismo intergovernativo indipendente che sviluppa e promuove politiche finalizzate a proteggere il sistema finanziario globale contro il riciclaggio, finanziamento del terrorismo e della proliferazione delle armi, non ha usato mezze misure sui bitcoin.

Le valute virtuali e i bitcoin in particolare sono l’ondata del futuro per i sistemi di pagamento – è specificato nel Report – e forniscono un nuovo e potente strumento per i criminali, terroristi, finanzieri ed evasori, consentendo loro di far circolare e conservare fondi illeciti, fuori dalla portata del diritto“.

Exit mobile version