Seoul vuole regolamentare in maniera più severa l’utilizzo delle criptovalute sul territorio nazionale, a partire dalle piattaforme exchange dedicate per acquistare, vendere e scambiare valute virtuali.
Secondo quanto affermato da Eun Sung-soo, Presidente della Financial Services Commission, tutti gli exchange coreani potrebbero essere chiusi già a partire dal prossimo settembre.
Una legge passata nel 2020 consente infatti alle autorità nazionali coreane di monitorare da vicino il settore delle valute virtuali in base a ferree linee guida in termini di antiriciclaggio, antiterrorismo e la formula “Know-your-customer” (Kyc).
La norma prevede inoltre che gli exchange di criptovalute, anche chiamati Virtual Asset Service Providers (VASP), provvedano a registrare un conto bancario autorizzato, segnalandolo ad un’intelligence finanziaria appositamente costituita (Fiu), e ottengano un certificato di sicurezza rilasciato dall’Information Security Management System della Korea Internet & Security Agency, necessario per effettuare transazioni e soddisfare i nuovi requisiti normativi.
“Al momento – ha dichiarato Sung-soo – non ci è stata mostrata dai Vasp nessuna prova di avvenuta messa in regola in base alle nuove norme, cosa che ci vedrà costretti alla chiusura dei circa 200 crypto exchange attivi in Corea a partire dal prossimo autunno”.
L’Autorità aveva aperto le registrazioni lo scorso 25 marzo, senza nessuna applicazione della legge da parte degli exchange. C’è ora tempo fino al 24 settembre 2021 per l’adesione dei Vasp alla normativa, gli unici ammessi all’esercizio saranno solo quelli che provvederanno al rispetto dei vincoli richiesti dalla legge.
Gli unici che potrebbero sopravvivere all’azione regolatoria nazionale, secondo quanto riferito in un articolo su coindesk.com, sono i 4 più grandi exchange del Paese, detti “Big 4” (Bithumb, Upbit, Korbit e Coinone), che solo nel primo trimestre del 2021 hanno registrato 2,5 milioni di nuovi utenti.
Solo tra gennaio e febbraio di quest’anno, i Big 4 hanno registrato un volume di scambi di 445 trilioni di won, pari a circa 391,7 miliardi di dollari, cifra davvero notevole, di cui si può comprendere la straordinarietà se si pensa che è di poco inferiore al dato complessivo dell’intero 2019, 393 miliardi di dollari.