In occasione del Safer Internet Day (SID), Yoroi, società italiana riconosciuta per la qualità e l’affidabilità dei propri servizi di cybersecurity, porta il proprio contributo nell’impegno di sensibilizzare utenti e imprese a un uso più responsabile di strumenti sempre più cruciali nelle nostre vite, professionali e non, quali la rete e le tecnologie informatiche.
“Da quando è stato istituito nel 2004, il Safer Internet Day è diventato un punto di riferimento nel calendario della sicurezza on-line” spiega David Bevilacqua, CEO di Yoroi e Partner di MAM Group, “e auspichiamo che diventi per tutti, e in particolare per i più giovani, un promemoria a cadenza annuale per fare il bilancio delle nostre vite digitali e per fissare l’attenzione sulla sicurezza dei nostri dispositivi e sul modo in cui ci approcciamo alla rete e al mondo Internet e digitale. Oggi, non esiste più distinzione tra reale e virtuale, viviamo immersi in un mondo nuovo in cui spazio fisico e spazio digitale sono interconnessi, e dobbiamo acquisire nuovi modelli di comportamento che ci consentano di comprendere i rischi provenienti dal cyber space, e quindi evitarli e minimizzarli.”
Recentemente Yoroi ha commissionato una ricerca a Euromedia Research con l’obiettivo di comprendere quale sia la percezione e la consapevolezza della vulnerabilità digitale nel nostro Paese da cui sono emerse numerose lacune, soprattutto tra i giovani.
La ricerca conferma come il Web sia parte integrante della vita di tutti e prende in esame atteggiamenti e abitudini di navigazione dei giovani tra i 18 e i 24 anni, che si collegano a internet più volte al giorno (90,4%), con una media di permanenza online di circa 6 ore. La maggior parte delle connessioni a internet avviene dal proprio smartphone (47%), dal notebook (33,7%), ma anche dal PC fisso (15,7%), dal tablet (2,4%) o dalla console dei videogame (1,2%).
Quasi un giovane su cinque è stato vittima di crimini informatici (19,2%, di cui il 3,6% spesso, il 3,6% qualche volta e il 12% almeno una volta) e principalmente è stato vittima del furto di profili social (31,3%), tre volte di più rispetto al 10,3% di adulti (45-64 anni) intervistati, furto di identità (18,8% – e nessun adulto), ma ha preso meno virus, 18,8%, contro il 25,9% degli adulti.
Dopo aver subito un crimine informatico, il 31,3% dei giovani intervistati ha deciso di proteggersi utilizzando password differenti a seconda dei siti visitati e delle app utilizzate, più del doppio degli adulti intervistati (13,8%) e solo il 18,8% ha installato un antivirus e lo tiene costantemente aggiornato (rispetto al 32,8% degli adulti), mentre il 18,8% non apre più email provenienti da sconosciuti (13,8%).
In generale, i giovani percepiscono un aumento del rischio informatico rispetto allo scorso anno 54,2% (anche se in minor numero rispetto al 64,3% degli adulti) le principali paure dei giovani legate all’utilizzo di Internet riguardano virus (59%), furto di carta di credito e dati bancari (47%) furto di identità (37,3%) ransomware (38,6%) violazione della privacy (32,5%) e furto dei profili social (16,9%), ambito in cui lo scollamento rispetto agli adulti si fa notare prevalentemente nella sicurezza dei dati bancari e nel furto di identità che sono indice di preoccupazione rispettivamente per il 48,8% e il 52,3% degli adulti intervistati, e nella violazione alla privacy che ne spaventa un minor numero (25,9%).
Più ottimisti rispetto alla possibilità di una sicurezza al 100% (8,4% vs 1,7%), in larga parte condividono la necessità di evitare di diffondere informazioni personali online 71,1% (vs 68,1%), anche se si ritengono al sicuro per come usano Internet e le app non si sentono in pericolo di subire cyber attacchi 55,5% (vs 38,7), privilegiando comodità e accesso rispetto a privacy e sicurezza.
“Raccogliendo l’invito a essere parte del cambiamento e ad essere uniti per un internet migliore, che è il tema dell’edizione di quest’anno ‘Be the change: unite for a better internet’,” conclude Bevilacqua, “vogliamo ribadire ancora una volta l’importanza, per i nostri ragazzi e per tutti noi, di un approccio consapevole alla rete e al modo digitale, perché solo conoscendo il ‘cyber space’ e il crimine informatico possiamo attuare la miglior difesa possibile.”