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Crescono i pericoli per i giovani su web. Uso dei social ben prima dei 14 anni

Internet e le nuove tecnologie sono fonte di innumerevoli opportunità, ma possono anche celare rischi significativi per gli individui. Fenomeni come l’hate speech, il cyberbullismo, le frodi online e la dipendenza dai social stanno diventando sempre più frequenti e interessano fasce di popolazione sempre più giovani.

Più della metà dei ragazzi ha ricevuto richieste di info personali online

Il 45% degli studenti di scuola secondaria utilizza i social da più di 5 anni, quindi con tutta probabilità in un’età precedente al limite legale fissato in Italia a 14 anni. E sono alte le percentuali di studenti che affermano di aver ricevuto una richiesta di informazioni personali, rispettivamente il 50% di quelli che frequentano la scuola secondaria e il 59% degli universitari. A preoccupare è la quota di coloro che sostengono di aver visto recapitarsi messaggi o mail da soggetti malintenzionati, ossia l’80% degli universitari, dato che scende al 53% per gli studenti di scuola secondaria, che però in virtù della minore età possono essere considerati più esposti.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nello studio dal titolo “Misurare il benessere digitale realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group nell’ambito di Futur#Lab, il progetto promosso da I-Com e WINDTRE, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e INWIT.

Nel mese di novembre 2023 I-Com ha svolto un’indagine campionaria su studenti e docenti volta a comprendere il grado di consapevolezza degli studenti italiani rispetto ai principali rischi collegati all’utilizzo degli strumenti informatici, nonché sulle possibili iniziative utili a potenziare conoscenze e competenze necessarie ad affrontare le sfide dell’ecosistema digitale. 

Uso dei social ben prima dei 14 anni

Tra le evidenze più interessanti spicca l’età a cui i giovani iniziano ad utilizzare i social network. Il 45% degli studenti di scuola secondaria ha infatti affermato di utilizzare i social da più di 5 anni, quindi con tutta probabilità in un’età precedente al limite legale fissato in Italia a 14 anni. Sono molto alte anche le percentuali di coloro che hanno ricevuto una richiesta di informazioni personali, rispettivamente il 50% degli studenti di scuola secondaria e il 59% degli universitari. Considerevole è anche la quota di studenti che dichiarano di non voler rispondere, il 15% sia di quelli di scuola secondaria sia di universitari. Da ciò risulta chiaramente quanto i ragazzi possano essere vulnerabili, se non correttamente informati, tramite queste piattaforme. Desta preoccupazione anche la quota di coloro che sostengono di aver ricevuto messaggi o mail da soggetti malintenzionati, ossia l’80% degli universitari, dato che scende di ben 27 punti percentuali, al 53%, per gli studenti di scuola secondaria, che però in virtù della minore età possono certamente essere considerati più vulnerabili.

Proteggersi in rete, più di metà degli universitari non ha mai ricevuto consigli

Inoltre, si segnala anche che il 52% degli universitari non ha mai ricevuto informazioni su come proteggersi in rete, mentre la larga maggioranza degli studenti di scuola secondaria ha dichiarato di averne avute, ben il 79% contro il 34% degli universitari. Questo potrebbe dimostrare una maggiore sensibilità anche delle istituzioni scolastiche verso tali tematiche che sfocia in una maggiore diffusione di iniziative dedicate a tali tematiche. Ad emergere è anche un’incertezza diffusa riguardo ai soggetti da contattare in caso di problematiche online, come phishing o furto d’identità. Il 36% degli studenti di scuola secondaria e il 48% degli universitari non sa a chi rivolgersi.

Per 4 docenti su 10 scarsa consapevolezza dei pericoli

Per il 42% dei docenti appartenenti alle scuole secondarie di secondo grado e alle scuole primarie c’è poca consapevolezza dei pericoli dell’ecosistema digitale nei propri studenti, mentre viene valutata come parziale da chi insegna in scuole secondarie di primo grado (35%). I principali profili critici legati in cui rischiano di imbattersi i giovani nell’ottica degli insegnanti sono: la dipendenza da Internet (secondo il 77% dei docenti delle scuole secondarie di secondo grado, il 78% delle scuole primarie e l’80% delle scuole secondarie di primo grado), la violazione della privacy secondo il 73% degli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado, il cyberbullismo per il 63% delle primarie e delle secondarie di primo grado. Oltre ai pericoli esplicitamente indicati nelle domande, tra le risposte libere vengono individuati anche la pornografia, la disinformazione, la propaganda e l’imitazione di modelli che producono influenze negative legate allo sviluppo di comportamenti violenti e alla percezione distorta dell’aspetto fisico.

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