Come saranno gestite le risorse del piano Crescita Digitale?
Sono previsti dei bandi di gara imminenti su alcuni capitoli?
C’è già una tempistica che fissa le priorità?
In che modo e da chi saranno allocate le risorse?
Chi deciderà la roadmap delle gare e chi vigilerà sulla sua attuazione?
Bisognerà attendere il piano triennale dell’Agid, atteso entro fine anno, per saperne di più?
Che ruolo avranno le regioni in tutto questo?
Questi alcuni dei quesiti dopo lo sblocco la settimana scorsa da parte della Commissione Europea di 1,2 miliardi di euro per i fondi strutturali del ciclo di programmazione 2014-2020, la industry italiana dell’ICT attende con una certa impazienza di conoscere le prossime mosse del Governo e in particolare di Diego Piacentini, Senior VP di Amazon in aspettativa, sulla “messa a terra” dei progetti portanti della strategia per la Crescita Digitale, che a distanza di un anno e mezzo dalla prima versione, approvata a marzo 2015 in Consiglio dei Ministri, ha ottenuto finalmente il via libera di Bruxelles.
Non c’è tempo da perdere, anche perché gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea sono stringenti e l’Italia ha già perso parecchio tempo.
Diego Piacentini ha le funzioni dettate dal decreto legislativo 179 del 2016, art.63. Si tratta di funzioni strategiche, di indirizzo e di stimolo al digitale. Fra le sue prerogative c’è anche quella di “disporre e coordinare, con proprio provvedimento, l’utilizzo delle risorse finanziarie, umane e strumentali già disponibili presso i soggetti competenti per la realizzazione dei progetti strategici”. Per il momento, Agid mantiene autonomia sulle gare, anche se sull’allocazione delle risorse un accordo di massima fra il direttore dell’Agenzia Antonio Samaritani e Diego Piacentini, impegnato nella selezione del suo staff, sarà già stato preso.
Resta da capire quale sarà l’agenda delle gare e in che modo saranno allocate le risorse, visto che alcuni capitoli importanti della Crescita Digitale (Sistema pubblico di connettività, Cloud, razionalizzazione dei Data Center della PA e da ultima la gara d’appalto per il Sistema informativo agricolo nazionale da 550 milioni) sono già andati a gara Consip e si trovano quindi in fase più avanzata.
Italia Login ancora lontano
In particolare, cresce l’attesa per capire come saranno impegnati i fondi destinati ad esempio a Italia Login, il cui fabbisogno nel piano Crescita Digitale definitivo è stato quantificato in 350 milioni di euro (meno della metà rispetto ai 750 milioni ipotizzati nella prima versione del documento, ma pur sempre una cifra di tutto rispetto), pari a quella prevista complessivamente per la Scuola Digitale e le Competenze Digitali.
A proposito di Italia Login, c’è da dire che proprio oggi l’Agid ha organizzato oggi il primo incontro fra esperti per discutere la progettazione del portale, che nelle intenzioni del governo dovrebbe partire nel 2018 e consentirà ai cittadini di interagire con la PA in digitale e permetterà di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione attraverso un unico punto di accesso.
L’iniziativa, battezzata “Verso Italia Login” (#versoitalialogin) ha visto la partecipazione di esperti, aziende ed esponenti della politica che si occupano di digitale. I partecipanti, fa sapere l’Agenzia Italiana per il Digitale, sono stati suddivisi “in quattro gruppi tematici dedicati al service design, alla progettazione, alla redazione e gestione dei contenuti, all’accessibilità dei servizi e alla realizzazione dell’interfaccia per l’utente. Gli spunti emersi da ciascun gruppo confluiranno in un report che definirà le linee guida per la progettazione del portale che ospiterà Italia Login”.
Insomma, siamo ancora alle linee guida per Italia Login, che peraltro diventerà di attualità soltanto quando Comuni e Regioni avranno realizzato i servizi necessari per attrarre in Rete i cittadini.
Spid e Anpr in ritardo
Di pari passo, procedono gli altri grandi progetti abilitanti, precondizione di Italia Login, ovvero l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (è in stallo? Il fabbisogno nel Crescita Digitale è stimato in 74 milioni), e lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale, fabbisogno stimato in 45 milioni). Senza dimenticarne altri, fra cui Pagamenti elettronici e Fatturazione elettronica, con quest’ultima che sta dando buoni risultati per i pagamenti verso la PA e che si vuole estendere il più possibile anche fra i privati.