Italiani meno pessimisti sull’emergenza sanitaria?
Gli italiani tornano ad avere un po’ di fiducia nel futuro, vedono un miglioramento della situazione sanitaria nel prossimo anno e sperano in un miglioramento anche della situazione economica, nonostante temano ancora gli effetti della pandemia sul sistema produttivo del Paese.
Sono alcuni dei risultati emersi dal sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, secondo cui il 53% degli intervistati ritiene che nel prossimo anno gli effetti sanitari della pandemia diminuiranno, contro il 43% che non ha fiducia che questo accada (non si esprime il 4%).
Aumenta la fiducia nella ripresa economica
La ricerca ha poi chiesto, in relazione alla situazione economica, come gli intervistati pensano che andranno le cose il prossimo anno. Per il 37% miglioreranno, per il 32% rimarranno come sono adesso mentre per il 26% peggioreranno. Non si esprime il 5%.
Numeri che mostrano un trend di crescita della fiducia degli italiani: secondo due sondaggi Ipsos comparabili, a ottobre 2020 e a maggio 2021 chi credeva che la situazione economica del paese sarebbe migliorata erano rispettivamente solo il 17 e il 31%.
Gli effetti economici del covid spaventano ancora, con il 56% degli intervistati che non ha fiducia nel fatto che nel prossimo anno la crisi economica dovuta alla pandemia diminuirà, contro il 38% che lo ritiene possibile.
Non sa o non risponde il 6%. Per questo la fiducia in generale sul futuro restituisce un dato spaccato a metà: il 45% è ottimista, il 48% è pessimista e il 7% non sa cosa rispondere.
Anche su questo fronte però il trend è positivo: un sondaggio Ipsos-Legacoop comparabile, risalente a gennaio, indicava infatti che allora solo il 27% degli intervistati percepiva il futuro come un miglioramento, mentre il 73% prevedeva negativo. Il sogno di un boom economico italiano nei prossimi anni però è ancora lontano.
Lo ritiene improbabile il 63% degli intervistati, contro il 29% che lo ritiene probabile. Non sa cosa rispondere l’8% del campione.
Gli italiani non investirebbero mai nel proprio Paese, ma resta la forza del “made in Italy”
Rispondendo poi alla domanda se, nel caso fossero amministratori di una grande impresa straniera, sceglierebbero l’Italia per investire, il 52% risponde di no, mentre il 38% risponde di sì. Non sa il 10%.
Tra i motivi per scegliere l’Italia in testa c’è la forza e la garanzia del marchio “Made in Italy” (68%), la ripresa economica dovuta al PNRR (45%), il fatto che i lavoratori italiani siano molto qualificati (44%), la fiducia nel Governo Draghi (37%), il fatto che l’Italia sia un grande Paese (27%), la legislazione favorevole alle imprese (14%), il basso costo del lavoro (11%). Individuano altri motivi il 3% degli intervistati e non risponde il 2% del campione.
Tra i motivi invece per non scegliere il nostro Paese in testa c’è la pressione fiscale elevata (73%), la burocrazia eccessiva (64%), la legislazione sfavorevole alle imprese (39%), l’alto costo del lavoro (35%), la crisi economica dovuta al Coronavirus (22%), la sfiducia nel Governo Draghi (21%), il fatto che i lavoratori italiani non abbiano voglia di lavorare (9%). Individuano altri motivi il 5% degli intervistati e non risponde il 2% del campione.