La notizia dei supermercati sospesi per irregolarità relative a carenze igieniche e di sanificazione in chiave anti-Covid dei locali e delle attrezzature ad uso dei clienti ha fatto il giro dei mezzi stampa e dei telegiornali. In verità, non sono state tantissime le strutture della grande distribuzione sanzionate dai Carabinieri del Nucleo antisofisticazione: 173 su 981 esercizi controllati.
I controlli dei Nas e il Covid nei supermercati
Nel 18% dei casi si è rilevato materiale genetico relativo al Covid-19 sulle tastiere dei dispositivi per il pagamento con il bancomat tramite Pos (dall’inglese “Point of sale”, punto vendita), ma anche delle bilance elettroniche, dei dispositivi digitali salvatempo, dei carrelli.
Per quel che riguarda i sistemi di pagamento digitali, c’è subito da dire che la possibilità di contagiarsi con il Covid-19 attraverso l’uso dei tasti è davvero bassa, circa 1 su 10 mila.
Attenti alla plastica
Prove di laboratorio hanno dimostrato però che il virus resiste molto bene su alcuni materiali e molto meno su altri. Diversi studi universitari, tra cui quelli pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet, hanno verificato che in determinate condizioni di laboratorio, il Covid-19 riesce a sopravvivere sulla plastica fino a 3 giorni.
In una ricerca condotta dall’Indian Institute of Technology di Bombay, però, è risultato che il Covid potrebbe sopravvivere sulla plastica fino a ben 7 giorni.
Molto meglio, invece, le superfici porose, dove le goccioline di saliva evaporano prima e il virus sopravvive per un tempo più ridotto.
Il virus sopravvive molto bene anche sulla superficie dei metalli (fino a 9 giorni); della carta, della ceramica e del vetro (fino a 5 giorni); del legno (4 giorni); dei dispositivi e apparecchi di acciaio inossidabile (2-3 giorni).
La ricerca italiana su Covid-19 e materiali
Come hanno spiegato i ricercatori dell’Università di Trento e Federico II di Napoli in una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in materials”, proprio dedicata al rapporto tra virus e materiali, gli agenti patogeni, tra cui il Coronavirus, possono sopravvivere diverse ore o anche giorni nelle gocce di saliva depositate sulle superfici (droplets).
Le gocce microscopiche di saliva che si disperdono nel parlare, tossire e starnutire rimangono in parte sospese nell’aria e in parte si depositano sulle superfici, a seconda della loro dimensione.
Lo studio italiano ha rilevato la sopravvivenza dei virus sulle superfici ed evidenzia come la permanenza dipenda però fortemente dalle condizioni ambientali e dalla tipologia di materiale.
Ad esempio, si legge sul sito dell’ateneo trentino, i virus fanno fatica a sopravvivere a umidità intermedie, mentre proliferano a umidità molto basse o elevate e al crescere della temperatura.
La ricerca getta anche le basi per comprendere il legame tra sopravvivenza e bagnabilità (la capacità di un liquido di bagnare un solido) di una superficie da parte di una goccia di saliva. In particolare, si prevede un minor tempo di sopravvivenza sul vetro e maggiore su alcune plastiche.
I batteri sulle banconote, meglio i pagamenti contactless
Sul cibo e i suoi imballaggi, invece, non si hanno al momento prove certe della sopravvivenza del virus e quindi della remota possibilità di contagio. In Inghilterra è in corso una ricerca dedicato proprio alla conferma o meno di tale eventualità. I risultati saranno pubblicati a maggio 2022.
Sempre nel Regno Unito l’Università di Oxford ha studiato la presenza di agenti patogeni sulle banconote di carta, nello specifico su una banconota del taglio tra i più usati si possono trovare oltre 18.000 batteri, tra cui E.coli, Salmonella e Listeria.
Per quest’ultimo motivo e per l’esito degli studi condotti su virus e materiali, è sempre meglio sfruttare i sistemi di pagamento digitali, come le app di payment sullo smartphone o le card contactless (da quest’anno per spese fino a 50 euro), che non necessitano di inserire il codice pigiando i tasti del terminale Pos.
Se proprio si devono maneggiare i soldi, moneta e di carta, sempre consigliabile farlo con guanti, o comunque usare subito dopo il disinfettante (o comunque lavarsi bene le mani il prima possibile).