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Cosedanoncredere: l’affaire Volkswagen, tutto quello che c’è da sapere

Cosedanoncredere è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Unione Nazionale Consumatori.

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Tutto inizia quando l’amministrazione Obama ordina il ritiro dal mercato americano di circa mezzo milione di automobili della Volkswagen. L’accusa, mossa dall’Epa, l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente, è di aver intenzionalmente utilizzato dei software progettati per aggirare le leggi anti-smog in vigore negli Usa.

La multa potrebbe essere di 18 miliardi di dollari.

La Volkswagen ammette le violazioni.

I veicoli coinvolti nel mondo ammontano a 11 milioni, un numero enorme che, ovviamente, coinvolge anche il nostro Paese.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti annuncia di aver interpellato sull’accaduto il KBA, l’autorità che in Germania le aveva omologate ed il costruttore, chiedendo di acquisire i risultati dei loro controlli.

A questo punto l’Unione Nazionale Consumatori (Per maggiori informazioni contattaci attraverso lo sportello “Sportello auto” dell’associazione o chiamaci allo 06/32600239), interviene, chiedendo di verificare i dati con prove fatte in Italia.

E’ di tutta evidenza, infatti, che non basta acquisire i dati del KBA, visto che avevano già omologato i veicoli senza accorgersi di nulla.

Per non parlare della Volkswagen.

La nostra richiesta viene accolta.

Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, annuncia controlli a campione su almeno mille macchine diesel di tutti i marchi. Costo previsto: 8.000 euro a vettura, per un totale di otto milioni di euro.

Inutile dire che per l’UNC questi soldi andrebbero pagati dalla Volkswagen, non certo dai contribuenti italiani.

La Volkswagen, nel frattempo, annuncia interventi gratuiti su tutti i veicoli coinvolti per eliminare il software incriminato, mentre la Volkswagen Italia sospende, come misura precauzionale, le vendite delle auto con motori diesel EA 189 omologati Euro 5. Iniziative apprezzabili, per quanto insufficienti.

Secondo i comunicati ufficiali della Volkswagen, degli 11 milioni di vetture coinvolte, circa 5 milioni sarebbero auto con marchio Volkswagen, 2,1 milioni Audi, 1,2 milioni Skoda e 1,8 milioni veicoli commerciali. Le auto coinvolte sarebbero quelle che montano i motori EA 189, comunemente noti come TDI. I nuovi veicoli Euro6 non sarebbero coinvolti. Sempre la Volkswagen fa sapere che i possessori di questi veicoli saranno informati nelle prossime settimane o mesi e tutti i marchi del gruppo creeranno un sito web apposito. Vedremo se i test italiani confermeranno questi dati.

Che succede ora?

In caso di centraline truccate, si ha diritto ad un risarcimento del danno, considerato che il consumatore si trova comunque in possesso di una vettura di minor valore. Se poi la rimozione del software incriminato comporterà un abbassamento delle prestazioni o un abbassamento della categoria Euro, allora il danno diventerà decisamente più consistente. Per le vetture non ancora consegnate, invece, ci sono elementi per chiedere la risoluzione del contratto di acquisto.

Nell’attesa di ulteriori sviluppi e di maggiori certezze, la cosa migliore da fare è fornire i propri dati allo “Sportello auto” dell’associazione o chiamare lo 06/32600239, in modo da potervi prontamente ricontattare, nel caso ci siano elementi per una class action.

C’è poi il problema più generale dei test, che riguarda tutte le marche.

Calcolare i consumi di carburante in laboratorio, su rulli, in condizioni ideali, come se il traffico non esistesse, è una presa in giro. Su una percorrenza di 20mila km/anno un’autovettura di medie dimensioni consuma 700/800 euro di carburante in più rispetto a quanto dichiarato ufficialmente dalla case automobilistiche.

Ora l’Ue pare finalmente intenzionata a fare test su strada.

Era ora!

Altrimenti i consumatori non saranno mai correttamente informati sul reale consumo della vettura che vogliono acquistare.

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