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Cos’è l’AI, manifesto

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Cosa Cambia con l’AI

Migliaia di anni fa abbiamo iniziato a progettare strumenti, macchine, oggetti. Un uomo prese una pietra pomice e ne fece un coltello, un uomo prese dei tronchi e l’intagliò per farci passare dell’acqua, degli uomini presero delle pietre squadrate e ne fecero piramidi visibili dallo spazio, degli uomini miscelarono la pozzolana con la calce e costruirono cupole autoportanti e così via. Poi, arrivò la Teoria dell’Informazione, intorno al 1950 e degli uomini iniziarono a scrivere software, istruzioni, algoritmi, sempre più avanzati, sempre più complessi. Un manipolo di ingegneri scrisse il software per le missioni Apollo e per il LEM dell’allunaggio, migliaia di ingegneri scrissero il software dei sistemi operativi ed i gestionali che oggi fanno spostare merci, persone, denaro e materie prime.

L’AI cambia proprio questo paradigma. Un software, una procedura, un algoritmo, nell’AI non viene più scritto da uomini che devono codificare per ogni singolo ingresso un’uscita, ma direttamente da una macchina che osservando una grande quantità di dati ingresso-uscita, approssima una soluzione matematica e generalizza un problema, nell’AI questo oggetto è appunto un Modello.

Perché tutto ciò è importante

E’ importante per vari motivi. Anzitutto, le tecniche AI abilitano la scrittura di algoritmi che sarebbe stato impossibile scrivere in modo procedurale, o per meglio dire, avrebbe comportato uno sforzo di codifica immane. Ciò di fatto abilita il software (sottoforma di Modello AI) ad entrare in processi che prima erano prevaricati dal motivo sopra. La conseguenza diretta di questo passaggio è che le persone che operavano nei Processi, in questa posizione tra le macchine, possono essere sostituite da algoritmi AI. Si passa quindi da un modello software-persone-software, ad un modello software-AI-software. L’AI in questo ruolo, quando implementata correttamente, sarà anche più performante di una persona, liberandola da un lavoro tedioso, poco creativo, ripetitivo, consentendogli di fare altro. Sulla scala dei processi invece, l’AI efficienterà il processo dove è stata inserita, rendendo più competitiva l’azienda che l’ha introdotta e consentendogli di restare al passo con la concorrenza.

Le AI diventano di giorno in giorno più sofisticate. Nuove tipologie di Modelli, nuove tecniche di Training, spingono la creazione di Modelli verso nuove capacità, accelerando il processo sopra. Inoltre, le macchine, nel futuro potranno lavorare in modalità non supervisionata, di fatto “addestrandosi da sole”, osservando la realtà, decidendo quale sia il modello migliore per imparare ad eseguire un certo processo e mettendosi in condizione di implementarlo in modo autonomo. Nessuno può dire quanto siamo distanti da questo scenario, ma è certamente la naturale evoluzione dello sviluppo a cui stiamo assistendo. Tuttavia, aldilà del catastrofismo, si tratta e si tratterà ancora per molti decenni di task ripetitivi, nulla a che vedere con l’Intelligenza Umana, con la creatività e con l’ingegno.

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