Cercatelo su Netflix questo titolo, se non l’avete ancora trovato, e poi mi direte se Le bazar de la charite’, (l’ingiusto e fuorviante titolo italiano è “Destini in fiamme”) non è un piccolo gioiello, nascosto tra i tanti titoli che Netflix ci propone, assolutamente da non perdere.
Una serie originale Netflix realizzata con tf1, bella, raffinata e avvincente, ispirata a un tragico fatto realmente accaduto a Parigi a fine ‘800: un grande incendio in cui morirono 126 persone, fra cui ben 118 donne. Tra le vittime anche la sorella della principessa Sissi.
Un’occasione per parlare, nella serie, attraverso le storie delle 3 protagoniste sopravvissute, anche della situazione femminile dell’epoca e del maschilismo che regnava sovrano.
Serie evento in Francia, con un importante ed evidente impegno produttivo, è uscita in Italia sulla piattaforma a dicembre 2019.
Una miniserie in 8 puntate da 50’ circa l’una da vedere tutta d’un fiato.
La storia
Parigi 4 maggio 1897, un grande incendio scoppia al Bazar de la Charitè in rue Jean Goujon, un grande capannone di legno di fronte all’Hotel Du Palais, e sede di una importante e antica fiera annuale di beneficenza, sponsorizzata dall’aristocrazia del tempo.
Improvvisamente e in pochissimo tempo, le fiamme si impadronirono del capannone di legno che, all’interno quell’anno riproduceva (ogni anno il tema cambiava) una strada medievale piena di stand, realizzati in cartapesta, drappeggi, stoffe e pieni di oggettistica varia, tutti materiali altamente infiammabili.
All’interno della fiera, si stimò ci fossero più di 1000 persone.
Gli stand erano gestiti quasi completamente da donne, così come erano donne la maggior parte dei presenti alla fiera, che rappresentavano i vari enti di carità, donne che, all’ epoca com’è noto, vestivano con lunghi, ampi e ingombranti abiti di stoffe preziose, ricchi di trine, merletti, busti, anche questo purtroppo, tutto estremamente infiammabile.
Inoltre grande attrazione del bazar quell’anno, fu l’allestimento di una saletta apposita, per vedere le prime immagini delle pellicole cinematografiche, i primi brevi cortometraggi, due anni dopo la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière, avvenuta il 28 dicembre 1895.
La tragedia, in seguito, ebbe forti ripercussioni negative sulla crescita del cinematografo, anche perché, si seppe poi, che l’incendio divampò proprio dalla cabina di proiezione della saletta.
Le pellicole allora erano in celluloide, notoriamente materiale altamente infiammabile, e all’epoca, non c’erano, ovviamente, adeguate misure di sicurezza.
Nell’angusta saletta senza finestre, separata dal pubblico della fiera solo da una tenda, la lampada che alimentava il sistema di illuminazione del proiettore, era ad etere e ossigeno e l’accensione di un fiammifero da parte di un proiezionista, sviluppò le prime fiamme.
Nel giro di 20 minuti divamparono ovunque, causando il crollo del capannone e centinaia di persone restarono intrappolate sotto le macerie incandescenti.
Molte persone si salvarono grazie all’intervento dei dipendenti del vicino albergo, che riuscirono a trarle in salvo tramite una finestrella che dava sulla strada, essendo ormai bloccate le porte girevoli del bazar, dalla massa di gente impaurita e accalcata che cercava di salvarsi.
La trama
La serie, dopo un breve set up sulle storie personali delle tre protagoniste, parte in modo drammatico e straordinariamente realistico con la descrizione dettagliata dell’inizio e dello sviluppo dell’incendio all’interno del capannone.
La saletta di proiezione inizia a prendere fuoco e la gente si accalca, molte donne avviluppate dalle fiamme, nei loro lunghi vestiti, corrono disperatamente alla ricerca di una salvezza che non troveranno. travi di legno infuocate, cadono addosso alle persone. molti uomini, più agili e con vestiti meno goffi di quelli delle dame, scappano e travolgono le donne senza aiutarle o addirittura calpestandole.
Nell’incendio viene ingiustamente incolpato il giovane anarchico Victor Minville (Victor Meutelet) .
Le tre protagoniste
Adrienne (audrey fleurot) è sposata con il ricco Marc-Antoine de Lenverpré (gilbert melki), politico senza scrupoli e marito crudele e violento che (proprio la stessa mattina dell’incendio), scoperta la volontà di Adrienne di divorziare, fa portare via in modo brutale la loro figlioletta Camille (Lila- Rose Gilberti), per mandarla in collegio.
Adrienne è disperata, ma, obbligata dal marito a presenziare alla fiera, prima che scoppi l’incendio, esce dal capannone per raggiungere il suo amante e amico Huge Chaville (françois-david cardonnel) e si salva.
Improvvisamente, mentre guarda angosciata le fiamme impadronirsi del capannone, una folle idea le attraversa la mente, un’idea che forse può cambiare la sua vita e fargli ritrovare Camille.
Scappa e farà credere di essere morta nell’incendio.
La bellissima chioma rossa della fuggitiva, simbolo del suo spirito ribelle, passionale e anticonformista, la vedremo in tutta la serie correre tra i vicoli, nascosta nelle carrozze, nei locali malfamati, coperta da un grande mantello o sfrontatamente sciolta e libera.
Adrienne è uno spirito libero che cerca di cambiare il suo destino di donna, quando le donne erano solo una piacevole e comoda proprietà di mariti, padri, fratelli e non avevano voce in capitolo su nulla.
Alice de Jeansin (Camille Lou) giovane nipote di Adrienne, per salvare la famiglia da una situazione economica ormai disastrosa, è stata promessa in sposa a un uomo che non ama. E lei, meno combattiva di Adrienne, cerca di ribellarsi al suo destino ma senza troppa forza e convinzione.
Anche lei si trova al bazar e rimane intrappolata tra le fiamme, mentre il suo promesso sposo, vigliaccamente scappa.
Sarà salvata da victor, il giovane anarchico, di cui, come si può immaginare, si innamorerà e questo le darà la spinta e lo stimolo per ribellarsi al suo destino scritto da altri.
Rose Rivière (Julie de Bona) è la cameriera personale di madame alice, a cui è legata da forte affetto e stima, tanto da renderle difficile comunicarle di voler partire per andare a vivere in America con Jean (Aurelien Viik) suo marito e cocchiere di casa de Jeansin.
La sua è la storia più tragica e inquietante.
Anche rose è nel bazar, ne esce un attimo, ma rientra per cercare di salvare la sua padrona ma viene spinta tra le fiamme dal viscido Julien de la Fertè (Theo Fernandez) promesso sposo di alice.
Si salva, ma resta orrendamente sfigurata e con lei assistiamo a un’altra finta morte ma anche a qualcosa di molto più intrigante e macchinoso.
E preferisco non dire altro per non togliervi il gusto di scoprire la storia.
Credits
Scritta con passione da Catherine Ramberg e Karine Spreuzkouski e diretta in modo magistrale da Alexandre Laurent , la serie ci porta in modo avvincente attraverso un grande affresco di fine ottocento francese, partendo dal tragico evento realmente accaduto.
Un racconto al femminile che convince e che pone in evidenza, attraverso le storie delle protagoniste, la totale mancanza di indipendenza da parte delle donne, vittime del potere maschile, pur se in un mondo di colti e ricchi aristocratici come dimostrano le diaboliche idee delle nostre eroine per sopravvivere al loro destino.
Assistiamo anche alle prime riunioni segrete per la liberazione della donna: diritto di voto, accesso all’università, indipendenza.
Ma troviamo anche un interessante pagina politica con la colpevolizzazione e persecuzione, spesso volutamente falsa, degli anarchici .
Intrighi e colpi di scena si susseguono in un andamento narrativo non sempre lineare, ma con picchi di suspence degni di un ottimo thriller.
Qualche concessione di troppo al romanticismo stile soap non scalfisce minimamente un prodotto assolutamente eccellente.
Attori bravissimi e perfettamente calzanti nei loro ruoli . tra quelli non citati precedentemente ricordiamo Gilles Cohen (il prefetto leblanc),
Stephane Guillon (il commissario Cèlestin Henrion), Josiane Balasko, che interpreta uno dei personaggi più completi e dalle molte sfaccettature, la perfida madame Huchon e molti altri.
Una serie da non perdere. per le donne un interessante melò con venature femministe da non mancare.
buona visione!