la sentenza

Corte Ue salva Google, niente multa da 1,5 miliardi di euro

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Giuste le valutazioni della Commissione europea, ma “non ha tenuto conto dell'insieme delle circostanze pertinenti nella sua valutazione”, così il tribunale europeo salva Montain View dal pagare la salatissima ammenda per abuso di posizione dominante nel mercato pubblicitario dei motori di ricerca.

La sentenza della Corte Ue che salva Google

Non si tenuto conto “dell’insieme delle circostanze”, così la Corte di Giustizia dell’Unione europea (Ue) ha annullato inaspettatamente la multa inflitta dalla Commissione europea a Google, in relazione alla piattaforma pubblicitaria AdSense.

Giuste le valutazioni, si legge nelle motivazioni della sentenza del tribunale comunitario, ma “non sono state tenute nel giusto conto l’insieme delle circostanze pertinenti nella sua valutazione della durata delle clausole contrattuali che aveva qualificato come abusive“.

Sostanzialmente, l’Antitrust Ue ha commesso errori nella valutazione della durata delle clausole controverse, nonché del mercato da esse coperto nel 2016, secondo il tribunale, non dimostrando che le tre clausole da essa individuate costituissero ciascuna un abuso di posizione dominante e costituissero congiuntamente una violazione unica e continuata.

Non dimostrando, inoltre, che le clausole fossero idonee a dissuadere gli editori dall’approvvigionarsi presso gli intermediari concorrenti di Google, né che fossero dirette ad impedire ai concorrenti l’accesso a una parte significativa del mercato dell’intermediazione pubblicitaria.

Le sanzioni decise dalla Commissione europea contro Google per abuso di posizione dominante

Le sanzioni in questione erano state inflitte al motore di ricerca nel marzo del 2019, per abuso di posizione dominante sul mercato dell’intermediazione pubblicitaria relativa ai motori di ricerca online.

Secondo l’accusa, Google ha consolidato la propria posizione dominante nella pubblicità collegata alle ricerche online, mettendosi al riparo dalla pressione della concorrenza con l’imposizione di restrizioni contrattuali anticoncorrenziali ai siti web di terzi.

Con una quota di mercato superiore al 70 %, tra il 2006 e il 2016 Google è stato di fatto di gran lunga l’attore più forte nell’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca nello Spazio economico europeo.

Pratiche illegali ai sensi delle norme antitrust dell’UE e tale condotta illegale, secondo Bruxelles, si è protratta per oltre 10 anni, negando ad altre società la possibilità di competere sulla base dei meriti e di innovare e ai consumatori di godere dei vantaggi della concorrenza.

Come funziona AdSense

I siti web dei quotidiani, i blog o gli aggregatori di siti di viaggio, sono spesso dotati di una funzione di ricerca. Quando un utente effettua una ricerca utilizzando questa funzione, insieme ai risultati della ricerca, il sito web propone annunci pubblicitari collegati alla ricerca.

Attraverso AdSense for Search, Google fornisce queste pubblicità ai proprietari dei siti “publisher”. Google agisce da intermediario, ovverosia come un intermediario pubblicitario, tra inserzionisti e proprietari di siti web che vogliono trarre profitto dallo spazio intorno alle pagine dei risultati della ricerca. AdSense for Search funziona quindi come una piattaforma di intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca.

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