Le aziende che hanno fatto della narrazione il cuore della loro comunicazione lo sanno bene. Lo Storytelling non è soltanto una competenza strategica, idonea a creare quella sinergia tra la qualità del prodotto e il racconto che, grazie anche alle straordinarie potenzialità del web, genera successo. No, lo Storytelling è soprattutto la capacità di alzare verso l’alto la visione della mission aziendale, tanto da creare nel pubblico un autentico coinvolgimento emotivo, una “animazione culturale”.
Così ad esempio, parlando di arredi, descrivere le caratteristiche dei mobili che si producono diventa piuttosto proporre una “visione dell’abitare”. Ed ecco gli imprenditori diventare una sorta di “profeti” del nuovo.
Queste ed altre suggestioni il 13 giugno, al Tempio di Adriano a Roma, nell’evento voluto da Quadrifor: “Corporate Storytelling”, sulle derive della comunicazione d’azienda realizzata attraverso idee, obiettivi e valori condivisi. Con un panel estremamente significativo. A cominciare dai vertici di questo attivissimo ente di formazione per il Middle Management, la presidente Rosetta Raso, la vice presidente nazionale Maria Luisa Coppa, il direttore Roberto Savini Zangrandi e Pierluigi Richini, responsabile formazione e studi. Ma hanno guadagnato la piena attenzione della platea anche Gino Ventriglia dalla Scuola Holden Torino, Andrea Fontana, tra i più grandi esperti di quest’arte comunicativa, fino alle testimonianze di personaggi di aziende che hanno realizzato progetti di successo di narrazione applicata al business, come Gabriella Amodio (Hello Kitty), Sabina Belli (Pomellato), Guido Stratta, (Gruppo Enel).
Avventure lavorative personali fuori dall’ordinario che sono culminate nell’adozione dello storytelling come modo privilegiato di comunicare all’esterno non solo il prodotto, ma la storia delle aziende, delle persone che vi lavorano, delle emozioni stesse generate dal loro lavoro.
Qualcosa di bello, che non si improvvisa. Sono necessarie competenze strategiche per impostare il racconto, competenze linguistiche per la costruzione dei contenuti, da scriversi narrativamente, con le regole stesse della scrittura creativa, e competenze, da ultimo, ancora più specifiche, come quella di visual storytelling, area bellissima di costruzione dell’immaginario, e di media experience design, che consente di adattare il racconto all’interno di uno spazio fisico o di un’operazione Facebook o web.
Con il fine ultimo di creare un’identità, o il posizionamento di un prodotto, la costruzione di un brand o di una community. Lo storytelling, infatti, crea alleanze, su territori, gusti, modi di sentire comuni. Nel quadro di un ecosistema mediale cambiato radicalmente, fatto di transmedialità e di ormai osmotico scambio tra chi parla e chi ascolta. #storytellingquadrifor