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CoronaCoin, criptovaluta speculativa al tempo del Coronavirus

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Una moneta virtuale che non si può minare e il cui valore cresce al crescere del numero dei decessi da Coronavirus. Una speculazione di cattivo gusto, una brutta operazione, secondo molti commentatori in rete, ma il fondatore taglia corto: “Il 20% del valore dell’NCov sarà devoluta alla Croce Rossa”.

Due settimane fa circa si parlò per la prima volta di coronacoin, con un primo lancio su reddit.com. Conosciuta anche con il simbolo “nCoV”, questa criptovaluta ha già fatto molto parlare di sé, più per il suo inquietante legame con il covid-19, che per il valore dell’operazione.

Un’operazione che non piace al web per il disegno complessivo della strategia messa in campo (del tutto speculativa), basata sulla velocità con cui le persone si ammalano di coronavirus e muoiono. I coronacoin, inoltre, non si possono produrre con semplice attività di mining (come ad esempio i bitcoin o altre criptovalute).

Cattivo gusto”, “amorale”, “imbarazzate” e “segno dei tempi che viviamo, che sono brutti”, si può leggere tra i commenti alla nuova criptovaluta.

Gli ideatori della moneta virtuale, a quanto pare quasi tutti europei, hanno messo in giro fin da subito tanti token quanti sono gli esseri umani al mondo in questo momento, approssimativamente (per eccesso) 7,6 miliardi di unità.

Ogni 48 ore si aggiorna il numero di token utilizzabili in base al numero dei decessi causati dal virus in tutto il mondo.

Il valore del coronacoin aumenterà, quindi, all’aumentare del numero dei decessi. “Una valuta deflazionistica”, ha spiegato secco uno dei fondatori dell’impresa Alan Johnson, “che aiuterà le persone di tutto il mondo a comprendere l’impatto del virus nelle loro vite e a prepararsi di conseguenza alla minaccia”.

Al momento, comunque, la moneta gira su standard ERC-20, che consente transazioni su blockchain Ethereum.

Alle accuse di sciacallaggio e speculazione mortifera, i proprietari della criptovaluta si sono difesi affermando che al momento di attività speculative è pieno nel mondo e che questa, a differenza delle altre, consente di donare il 20% del valore legato al coronacoin alla Croce Rossa internazionale proprio per potenziare il contrasto all’epidemia.

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha emesso “Pandemic bond” per raccogliere risorse finanziarie da investire nella lotta al virus, qual è la differenza con nCov, non è sempre speculazione?”, ha dichiarato alla Reuters uno degli sviluppatori della criptovaluta, Sunny Kemp.

Al momento, su coingecko.com le transazioni in nCov nelle ultime 24 ore hanno superato i 6.000 dollari (5.933 dollari).

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