Uno dei principali strumenti per limitare e reprimere l’azione dei pirati del web a danno dell’industria cultura e creativa è l’azione di blocco che possono esercitare gli internet service provider o ISP.
Come recitava la sentenza dell’Alta corte di giustizia britannica: “i fornitori di servizio Internet (ISP) devono inibire, in presenza di opere contraffatte o la cui diffusione non sia stata autorizzata dall’autore, non solo l’accesso al nome di dominio (DNS) del portale Web veicolo della ritrasmissione, ma anche l’accesso a tutti quegli indirizzi IP, anche dinamici, che sono alla fonte della abusiva trasmissione”.
L’osservatorio sul diritto d’Autore del Sole 24 ore ricorda inoltre che l’attività di streaming degli ISP costituisce, secondo la Corte di Giustizia UE, “un atto di comunicazione al pubblico e che pertanto deve esserci sempre l’autorizzazione dell’autore delle varie opere trasmesse”.
Ovviamente, esistono anche gli ISP pirata, che lucrano su queste trasmissioni illecite di contenuti protetti dal diritto d’autore, tra cui film, serie tv, eventi sportivi e manifestazioni live.
In occasione di una conferenza in Francia sulla lotta alla pirateria, la Motion Picture Association (MPA), ramo internazionale della MPAA (Motion Picture Association of America), ha aggiornato la lista dei siti che violano il copyright in tutto il mondo.
Secondo il responsabile del dipartimento legale della MPA nella regione EMEA, Okke Delfos, “oggi i siti pirata sono soggetti ad azioni amministrative in 31 Paesi nel mondo, per un totale di 3.966 siti e 8.150 nomi di dominio bloccati”.
Le azioni si concentrano soprattutto in Europa, Russia, Asia e Sud America.
La mappatura dei blocchi è ben definita nell’area dell’Europa occidentale, con 2970 siti bloccati in 20 Paesi. Ottime le performance di Portogallo e Italia, rispettivamente con 944 e 855 blocchi.
Blocked per year (image:MPA)