La Corte Ue contro Varsavia: una sentenza che rafforza il copyright
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea ribadisce dei principi chiave per l’industria culturale e creative continentale, per la difesa del copyright e per il funzionamento del mercato unico digitale nel suo insieme: la proprietà intellettuale è un bene da proteggere e valorizzare, ma per ottenere questo risultato è necessario che le piattaforme online siano responsabili di quanto pubblicano e condividono, perché solo in questo modo è possibile una reale e concreta ripresa economica del settore, la difesa delle sue imprese e dei suoi lavoratori.
L’occasione per ribadire la centralità della legalità all’interno del mercato digitale europeo e soprattutto nei contesti online è stata data dal ricorso presentato dalla Polonia dinanzi alla Corte di giustizia per l’annullamento dell’articolo 17 della direttiva 2019/790 (o Direttiva Copyright).
Ad avviso di Varsavia, infatti, tale articolo viola la libertà di espressione e d’informazione garantita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Ricorso che la Corte di Giustizia continentale ha respinto, perché “per beneficiare dell’esonero da responsabilità ai sensi dell’articolo 17 della direttiva 2019/790, i fornitori di servizi di condivisione di contenuti online sono de facto tenuti a svolgere un controllo preventivo dei contenuti che gli utenti intendono caricare sulle loro piattaforme, a condizione che essi abbiano ricevuto, dai titolari dei diritti, le informazioni pertinenti e necessarie a tal fine”.
Bagnoli Rossi (FAPAV): “La sentenza della Corte di Giustizia contribuisce a rendere ancor più forte il sistema di tutele”
“Il mancato accoglimento del ricorso proposto dalla Polonia avverso l’Art. 17 della Direttiva Copyright che, secondo il Paese ricorrente, avrebbe violato la libertà di espressione e di informazione previste dall’Art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, imponendo un controllo, da parte delle piattaforme, sui contenuti immessi in rete, è un segnale molto positivo che riconosce, ancora una volta, la legittimità di un testo che pone al centro di tutto la tutela del Diritto d’Autore”, ha commentato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
“La sentenza della Corte di Giustizia si pone, infatti, in perfetta continuità con quello che è il contesto della giurisprudenza attuale e contribuisce a rendere ancor più forte il sistema di tutele. Del resto, è la strada da percorrere a difesa dell’industria culturale nel contesto dell’online, in cui è necessario che le regole vengano rispettate, ancor di più in una fase come quella attuale di ripartenza del settore dopo le difficoltà legate all’emergenza sanitaria”, ha concluso Bagnoli Rossi.
La Corte ha poi sottolineato nel suo commento alla sentenza, che l’obbligo per i fornitori di servizi di condivisione di contenuti online, cioè gli OTT o Over the top, di controllare i contenuti che gli utenti intendono caricare sulle loro piattaforme, prima della loro diffusione al pubblico, derivante dal regime specifico di responsabilità introdotto dalla direttiva, “è stato accompagnato, dal legislatore dell’Unione, dà garanzie adeguate per assicurare il rispetto del diritto alla libertà di espressione e d’informazione degli utenti di tali servizi”.
Inoltre, il medesimo articolo 17 introduce anche varie garanzie procedurali che tutelano il diritto alla libertà di espressione e d’informazione degli utenti di tali servizi qualora i fornitori di detti servizi disabilitino comunque, per errore o senza alcun fondamento, contenuti leciti.
Diritti e doveri, una Direttiva Copyright equilibrata
I diritti di libertà di espressione e d’informazione non si possono slegare dai doveri che sono previsti nel caso di condivisione online di contenuti digitali protetti dalle norme relative alla proprietà intellettuale e i suoi diritti, tra cui il copyright.
Come spiegato ieri sempre su Key4biz, l’Italia ha recepito la direttiva Direttiva Copyright con il d.lgs. 8 novembre 2021, n. 177, che ha novellato molteplici (e rilevanti) disposizioni della legge sul diritto d’autore.
Una Direttiva che quindi modernizza il quadro giuridico della UE in materia di diritto d’autore, adattandolo all’ambiente digitale contemporaneo e assicurando così un elevato livello di protezione del diritto d’autore e dei diritti connessi.