Si torna nuovamente a parlare del Regolamento Agcom sul diritto d’autore online. L’occasione è l’atteso parere della Corte Costituzionale, su rinvio del TAR del Lazio che, a seguito del ricorso presentato da alcune associazioni di settore, aveva manifestato dubbi sulla conformità alla Costituzione delle leggi vigenti che attribuiscono all’Agcom il ruolo e le competenze di “amministrazione vigilante” in materia di diritto d’autore.
Secondo il TAR, l’Autorità nell’approvare il Regolamento antipirateria ha ‘correttamente interpretato ed attuato le leggi’, esercitando in maniera corretta le funzioni ad essa attribuite. In dubbio era se quelle norme primarie fossero o meno compatibili col dettato costituzionale.
Ebbene, la Corte Costituzionale ha dichiarato ‘inammissibili le questioni di legittimità costituzionale‘ sollevate dal TAR in merito alle norme alla base del Regolamento per il contrasto agli illeciti sul web.
FAPAV: nel 2015 col Regolamento Agcom 24 blocchi di siti e portali pirati
Grande soddisfazione di FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali).
“Accogliamo con favore la sentenza della Corte in merito alla questione della legittimità costituzionale del Regolamento Agcom”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV.
“Si tratta – ha osservato Bagnoli Rossi – di una sostanziale conferma dell’impianto normativo che ribadisce la validità dello strumento amministrativo per la tutela sul web delle opere d’ingegno”.
“Il Regolamento Agcom consente di tutelare i contenuti in maniera efficace e soprattutto in tempi ragionevoli. Come FAPAV – ha precisato Bagnoli Rossi – utilizziamo con regolarità il Regolamento e, solo nel 2015, abbiamo ottenuto 24 blocchi di siti e portali che diffondevano sul web contenuti audiovisivi senza autorizzazione. Ribadiamo l’auspicio, anche in questa occasione, che l’Autorità possa dare seguito all’implementazione del blocco congiunto IP e DNS per una maggiore azione di tutela delle opere”.
“Dopo questa pronuncia, e anche alla luce dell’ordinanza del TAR – ha concluso Bagnoli Rossi – ci auguriamo ora che i soliti “detrattori” del Regolamento inizino ad apprezzare favorevolmente l’eccellente lavoro svolto dall’Autorità per la tutela dei contenuti”.
FIMI: Provvedimento innovativo che è un modello a livello globale
Grande apprezzamento anche da parte della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana). Il presidente Enzo Mazza ha dichiarato a Key4biz: “Si tratta di un ulteriore passo in avanti a conferma di un provvedimento innovativo che è un modello a livello globale”.
“Il Regolamento – ha aggiunto Mazza – è stato attaccato strumentalmente sotto tutti i profili possibili. È stato perfino coinvolto un consulente ONU per sostenere teorie che si sono man mano sciolte come neve al sole. Ora ci auguriamo che si possa procedere con le migliorie necessarie per rendere ancora più efficace il Regolamento”.
Confindustria Cultura Italia: il Regolamento Agcom ne esce rafforzato
“Abbiamo atteso con fiducia questa pronuncia della Corte, nella convinzione della piena legittimità e costituzionalità del provvedimento dell’Autorità, che esce rafforzato da questi due giudizi, amministrativo e costituzionale”.
È questo il commento del presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale in merito al regolamento Agcom: “Per l’industria culturale italiana, che punta molto sullo sviluppo dell’offerta legale di contenuti online e il contrasto all’illegalità diffusa su internet, questa pronuncia va salutata con soddisfazione”.
La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionali sollevate dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, non riscontrando basi giuridiche solide per rimettere a una tale valutazione due Leggi dello Stato, peraltro di derivazione comunitaria.
Nelle motivazione si legge chiaramente: “L’attribuzione ad Agcom di funzioni e poteri non solo non sono in discussione, ma devono essere attribuiti, conformemente a quanto previsto dalla direttiva europea”.
“Mi auguro – ha concluso Polillo – che questa sia la parola “fine” per questo conflitto permanente sul Regolamento. Adesso al lavoro per rafforzare ulteriormente i pilastri del Regolamento e vincere, tutti insieme, la sfida della pirateria digitale, una battaglia che non ammette divisioni e che merita il sostegno e la collaborazione di tutte le parti coinvolte”.
Più precisamente, la Corte Costituzionale, con parere del 21 ottobre reso noto solo stamattina, dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 5 comme 1, 14 comma 3, 15 comma 2 e 16 comma 3, del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70 (Attuazione della direttiva 2000/31 CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico) e dell’articolo 32-bis, comma 3, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), sollevate, con le ordinanze indicate in epigrafe, in riferimento agli articoli 2, 21, 24, 25 primo comma, e 41 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo del Lazio.