Sicurezza nazionale, il ruolo del Regolatore nei rapporti con l’Ue
Oggi il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), Stefano Besseghini, è stato audito dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica o Copasir in merito all’indagine conoscitiva sul tema della sicurezza energetica nell’attuale fase di transizione ecologica.
L’audizione è stata l’occasione per conoscere meglio e approfondire il ruolo del Regolatore nel migliorare i livelli di sicurezza energetica nazionale, anche considerando i rapporti sempre più stretti tra l’Arera e i soggetti omologhi degli altri paesi europei nell’ambito del sistema energetico del continente.
Fondamentale, ha affermato in una nota il Presidente del Copasir, il senatore Adolfo Urso, è considerare l’articolata architettura delle sedi di definizione della politica energetica dell’Unione europea, “nei quali far sentire il peso degli interessi nazionali”.
Sicurezza energetica, punti chiave
Diversi sono stati i temi affrontati e i punti chiave su cui lavorare, secondo Urso, tra cui: “l’equilibrio tra efficienza e sostenibilità economica del sistema energetico nella fase di decarbonizzazione; la crescente complessità di sistema in considerazione della interconnessione a livello europea dei meccanismi di approvvigionamento energetico”.
Ad essi, ha aggiunto Urso, si affiancano “le prospettive in ambito europeo delle politiche di stoccaggio del gas naturale; la diversificazione delle fonti quale strumento per una maggiore autonomia strategica dell’Italia in campo energetico; gli elementi che concorrono nella definizione delle dinamiche dei prezzi delle materie prime energetiche”.
Materie prime critiche centrali nella transizione energetica
Materie prime energetiche che rientrano in quelle che sono definite materie prime critiche, o Critical Raw Materials (CRM), fondamentali per la produzione e l’offerta di una vasta gamma di beni e applicazioni.
La transizione verso economie digitali, altamente efficienti dal punto di vista energetico e neutrali dal punto di vista climatico, porterà ad una domanda significativamente più alta di materie prime critiche, poiché le tecnologie che le richiedono, come le batterie e i motori elettrici, saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Il Parlamento europeo ha votato un testo, con 543 voti a favore, 52 contrari e 94 astensioni, con cui si chiede una strategia dell’Unione che aumenti l’autonomia per la fornitura di CRM, tramite la costruzione di un mercato secondario con risorse riciclate.
Le nuove materie prime dovranno provenire dall’interno dell’UE, le fonti dovranno essere diversificate e si dovrà intensificare la ricerca sulle alternative sostenibili. I deputati chiedono anche ai Paesi UE di considerare lo stoccaggio strategico.
Troppa dipendenza dall’estero
Secondo una comunicazione della Commissione europea, la fornitura di molti CRM è altamente concentrata al di fuori dell’Unione, con i suoi principali fornitori che sono Cina, Turchia e Sudafrica.
Nel documento è precisato che gli Stati dell’Unione potrebbero avere bisogno fino a 18 volte più di litio e cinque volte più di cobalto nel 2030 per le batterie dei veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia.
Il settore delle materie prime fornisce circa 350.000 posti di lavoro in Europa e più di 30 milioni nelle industrie manifatturiere a valle, secondo il Comitato economico e sociale europeo.
La Commissione ha stimato che la transizione verso un’economia più circolare potrebbe portare un aumento netto di 700.000 posti di lavoro nell’UE entro il 2030.