La pirateria online continua a rimanere una piaga per l’industria audiovisiva e discografica. La giustizia sta, però, facendo molto così come anche le autorità coinvolte che vigilano maggiormente per evitare che gli utenti, soprattutto i giovani, continuino a scaricare illegalmente e capiscano che la pirateria è un reato.
Vale la pena approfondire un recente caso, trattato dal Tribunale di Torino, che coinvolge Delta Tv Programs e Dailymotion, per capire in quale direzione si sta muovendo la giustizia anche quella italiana contro la pirateria.
Più nello specifico, recentemente il Tribunale di Torino in composizione collegiale ha imposto una penale dissuasiva a Dailymotion, che dovrà corrispondere € 924.000 a Delta Tv Programs. Il provvedimento è esecutivo e deriva da un precetto già opposto da Dailymotion e rigettato dal Tribunale.
Dailymotion aveva considerato la penale non congrua, né adeguata né proporzionata rispetto alle violazioni che si intendevano sanzionare, ma i giudici sono stati di diverso avviso (8 febbraio 2016 Dailymotion aveva presentato reclamo).
La penale era stata imposta il 3 giugno 2015 dal Presidente del Tribunale dott. Scotti, in decisione monocratica per l’importo di € 1.000 giorno per ogni contenuto non rimosso in ottemperanza al dispositivo dell’ordinanza: Dailymotion doveva impedire il caricamento o rimuovere i “contenuti corrispondenti “ai video già rimossi dopo la prima segnalazione di illecito da parte di Delta Tv Programs, con relativi URLs.
Dailymotion è stata condannata dai giudici a rimuovere tutti i contenuti illeciti segnalati da Delta Tv e di sua proprietà e anche a fornire i dati relativi agli uploader. (A piè di pagina le due ordinanze del Tribunale di Torino).
Per capire meglio i dettagli di questo importante caso giudiziario, ne abbiamo parlato direttamente con il patron di Delta Tv Programs, Leandro Burgay.
K4B. Dott. Burgay, potrebbe raccontare ai nostri lettori come è nata Delta Tv e di cosa si occupa?
Leandro Burgay. Delta Tv Programs è una società del Gruppo Burgay, già proprietario di “Telecittà Studios”, costituita per produrre e distribuire in Free Tv e Pay Tv seriali televisivi in Edizione Italiana, dei quali detiene i diritti esclusivi. La nostra library conta circa 15.000 video trasmessi in prima visione da Rai, Mediaset e Sky.
K4B. Ci può illustrare la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista Delta Tv e Dailymotion?
Leandro Burgay. Delta ha segnalato nel 2013 circa 8.000 audiovisivi illecitamente pubblicati sulla piattaforma YouTube ottenendo il 23 giugno 2014 un’ordinanza del Tribunale di Torino che imponeva a Google e YouTube di rimuovere gli audiovisivi e di impedire ulteriori caricamenti degli stessi impiegando, a propria cura e spese, il software Content ID, utilizzando come “reference files” i contenuti caricati agli URLs segnalati. Da questo momento abbiamo constatato che molti titoli sono, per così dire, trasmigrati sulla piattaforma Dailymotion e, dopo le rituali segnalazioni con tanto di URLs all’inizio dell’anno 2015, ed aver constatato che altri uploader ri-pubblicavano gli stessi “contenuti” già segnalati, anche se lievemente difformi nella durata, abbiamo citato Dailymotion presso il Tribunale competente di Torino. Il 3 giugno 2015 il Tribunale ha inibito a Dailymotion di trasmettere il materiale di Delta e ordinato di inibire a “qualsiasi soggetto” la pubblicazione di materiali che siano, in tutto o in parte, corrispondenti ai materiali segnalati da Delta(RG n.11343/2015) fissando una penale dissuasiva pari ad € 1.000 al giorno per ciascun audioviso. Una seconda ordinanza del 18 settembre 2015 ha ridotto l’inibizione, limitandola agli audiovisivi ri-caricati dopo la segnalazione di Delta, che ha certificato l’accaduto con un precetto, regolarmente opposto ma ritenuto valido dal Tribunale in composizione collegiale l’11 agosto 2016(RG n.19.878/2016).
Riporto letteralmente quanto affermato dal Tribunale di Torino il 3 giugno 2015: “Pertanto, ove la tutela dei diritti di proprietà intellettuale possa avvenire in modo efficace e adeguato con il ricorso allo strumento tecnologico posseduto dall’ISP e sulla base delle informazioni fornite dal titolare del diritto, non vi è alcuna ragione di esimere ulteriormente l’ISP, affrancandolo dal rispetto dei diritti di proprietà intellettuale che oggettivamente concorre a violare”(enfasi esistente pag.19).
K4B. Ritiene che questa sentenza modificherà l’atteggiamento degli UGC sites in merito alle policy di autoregolamentazione?
Leandro Burgay. Ho motivo di ritenere che la penale “dissuasiva” sia una via facilmente praticabile e tale da giustificare l’impegno di tutti gli interessati al sacrosanto problema del diritto d’autore: un modo concreto per fermare la pirateria è anche quello di obbligare l’ISP a segnalare il nome del “pirata”, con le conseguenze previste dalle leggi in materia.
Tutto ciò in attesa di una normativa europea che vedo comunque…ancora lontana, per le ragioni che tutti conosciamo. Chi vuole intendere…intenda!
L’autoregolamentazione in parte già esiste, ma non viene applicata, almeno così è accaduto a Delta: alludo alla rimozione dell’account o alla sua sospensione dopo una segnalazione di illeciti, prevista nelle condizioni d’uso di Dailymotion(art.5-6) e nei termini di servizio di YouTube (art.6 Policy in materia di Copyright). Nel caso di un’opera seriale è di tutta evidenza che l’illecita pubblicazione di alcuni filmati da parte di un Uploader non necessiti di segnalare l’Url di tutti gli altri filmati seriali o puntate della stessa opera: sarà sufficiente e…necessario rimuovere l’account dell’Uploader dimostratosi un “contravventore abituale”, così definito da YouTube al punto 6.2 dei termini di servizio, se ha “commesso una violazione per più di due volte”. Se non viene immediatamente rimosso l’uploader continuerà nelle sue nuove seriali pubblicazioni illecite della stessa opera, condivise dai Social e ben difficilmente identificabili se la pubblicazione illecita viene caricata il modalità c.d.”privata” su Dailymotion che corrisponde alla modalità c.d. “non in elenco” come la definisce YouTube. La sorgente resta così nascosta al Titolare del Diritto mentre il video può avere una diffusione c.d. agli “amici”(che a loro volta hanno migliaia di..altri amici) o addirittura anche a “Tutti” sui Social, come Facebook: basta un clic!
K4B. Delta TV è coinvolta in altri contenziosi su questioni riguardanti violazione di copyright dei vostri contenuti?
Leandro Burgay. Ho già precisato di avere in corso una analoga questione contro Google e YouTube che ha generato un’ordinanza il 23 giugno 2014 dove si legge
“a quest’ultimo si richiede una collaborazione efficace ed effettiva, proporzionata all’importanza dell’attività che egli svolge sui dati presenti sulla sua piattaforma (e agli utili che ne trae), per porre fine alle violazioni e impedirne la reiterazione”(pag.20 RG n.15218/2014).Per concludere con l’ordine di impedire l’ulteriore caricamento sulla piattaforma dei medesimi materiali impiegando il software Content ID e utilizzando come reference files i contenuti già caricati agli URL segnalati. Il danno subito da Delta non si limita al prezzo del consenso ma anche alla svalutazione della library ed alla stima dei guadagni della piattaforma con l’inserimento di spot nei contenuti di Delta caricati da Uploader senza diritti e non autorizzati.
K4B. Pensa che le nuove tecnologie possano aiutare i titolari dei diritti a tutelare le proprie opere audiovisive e allo stesso tempo a utilizzare un mezzo come Internet per diffondere legalmente i propri contenuti?
Leandro Burgay. I mezzi ci sono tutti, proprio tutti: manca solo la volontà di utilizzarli, ed è per questo motivo che le penali “dissuasive” potranno fare la loro parte.
Ad esempio le opere di Delta Tv sono tutte esclusive in lingua italiana, quindi facilmente riscontrabili dalla moderna tecnologia: in maggioranza sono state registrate sul canale di proprietà del gruppo denominato “Lady Channel” che trasmetteva in esclusiva opere di Delta Tv Programs sulla Pay Tv di Sky. Pertanto il solo marchio rappresenta già un motivo di immediata rimozione! Ed invece, ancora oggi, Lady Channel, benché sia un canale posto in liquidazione avendo terminato l’accordo con Sky, è ancora ben presente su varie piattaforme: basta osservarle brevemente. Tutto ciò ha danneggiato irrimediabilmente la library di Delta Tv Programs, riducendo al mimino l’interesse degli Editori Televisivi di acquistare a pagamento ciò che si può osservare gratuitamente sulle piattaforme, nel giorno ed all’ora che si preferisce. Internet potrà diffondere legalmente i contenuti degli editori quando si metterà mano al portafoglio consentendo al diritto d’autore di riprendere il cammino interrotto a…. milioni di individui coinvolti.
La proposta di riforma della direttiva copyright che (finalmente) riconosce tale situazione e prevede l’utilizzo da parte delle piattaforme di strumenti tecnologici per la remunerazione e la protezione dei contenuti dei titolari è già un buon passo avanti. Non fermiamoci.
Delta Tv Vs Dailymotion – Ordinanza Reclamo