Dopo l’operazione “trasparenza” voluta dal Governo di apertura verso cittadini (questionario), associazioni ed esperti (Tavoli di lavoro all’Auditorium), le audizioni e le consultazioni per il Parere della Commissione di Vigilanza sul testo della Convenzione decennale ormai in vigore, i riflettori sembrano essersi spenti e le indiscrezioni sulle bozze di contratto di servizio (la cui approvazione è prevista entro al fine del 2017), lasciano trapelare il rinvio di scelte strategiche che la Media Company, alla luce anche della crescita della banda ultra larga e di uno scenario mediatico nazionale e internazionale in grande trasformazione, non può rinviare.
Gli effetti apparentemente benefici che avrebbero dovuto derivare dalla Legge sulla Governance, dalla riduzione dell’evasione del canone grazie alla riforma della sua modalità di raccolta coincidente con il promettente avvio nell’autunno scorso della piattaforma Rai Play, che sembravano segnare l’ingresso irreversibile in una nuova fase storica del servizio pubblico in Italia, non hanno ancora sciolto nodi decisivi che Infocivica aveva segnalato sin dal 2016, in una lettera aperta all’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
- La Convenzione non ha chiarito come si organizzerà la Media Company di servizio pubblico: Governo e Parlamento, rinunciando al loro ruolo di indirizzo strategico, non si sono pronunciati nella fattispecie: 1) sul riassetto dell’informazione (grande testata online o testata unica tout court come proposto da Infocivica sin dal Governo Monti), 2) sulla piattaforma e APP comune europea di accesso ai servizi lineari e non lineari in rete, 3) su presenza e relazioni dei Public Service Media con i Social Network, rinunciando altresì a linee guida sull’improcrastinabile riorganizzazione editoriale al fine di rafforzare l’offerta non lineare e sugli stessi social, o su come ricostruire un centro di ascolto degli utenti.
- Rinviando tutto al contratto di servizio, la Convenzione non ne ha neppure ritracciato il perimetro degli impegni, eludendo temi quali gli indici di creazione di valore pubblico (Qualitel) suggeriti da Jacobelli, mutuati da quelli del Royal Charter: al di là dei propositi dichiarati, gli obblighi di servizio continuano ad essere vissuti come vincoli anziché come opportunità per raccogliere la fiducia dei cittadini e segnalare quella discontinuità con il passato annunciata ripetutamente dal governo, rompendo una volta per tutte con quell’atteggiamento supino (“a da passa’ a Nuttata”) del management che sembra rimanere immobile, in attesa di conoscere quali saranno i “nuovi padroni” che usciranno dalle elezioni del prossimo anno (ammesso che vi siano chiari vincitori delle stesse), anziché voler stipulare un nuovo contratto non solo con il Governo e con le istituzioni ma in primis con i cittadini che dovrebbero invece essere gli unici padroni della Rai e, previa alfabetizzazione, avere un ruolo da protagonisti nella Rete.
- La Rai, infine, rimane priva di certezze in merito alle risorse finanziarie necessarie per fare un piano realistico di investimenti lungo tutta la durata decennale della Convenzione, investimenti tecnologici, organizzativi, editoriali e di risorse umane ad hoc del tutto necessari per la fisionomia che dovrà rapidamente assumere la Media Company di servizio pubblico, tenendo presente il probabile sorpasso in termini di consumo entro pochi anni dei servizi non lineari su quelli radiofonici e televisivi classici. Contrariamente a quanto previsto e annunciato dai suoi promotori, la riduzione dell’evasione non ha aumentato le risorse totali a disposizione della Rai a causa della progressiva diminuzione dell’ammontare dello stesso canone, nonostante esso in Italia fosse da sempre – e dunque già prima della riforma delle sue modalità di raccolta – uno fra i più bassi in Europa.
Per questa ragione Infocivica, nell’ambito della giornata italiana di Eurovisione, sabato 28 ottobre nel pomeriggio organizza nel Gran Salone di Villa Medici un seminario in cui darà innanzitutto la parola al Governo, al Parlamento e all’Alta Dirigenza della Rai incoraggiandole ad intervenire rapidamente per rispettare i tempi prima che i riflettori dell’opinione pubblica si concentrino sulle prossime scadenze elettorali, in un confronto al quale sono stati invitati autorevoli rappresentanti dell’opposizione, degli Enti Locali, del giornalismo e dell’università, nonché alcuni parlamentari e consiglieri d’amministrazione.
Programma
14:30 Saluti di Michel Boyon, Presidente di Eurovisioni
14:35 Apre i lavori, presiede e modera Giampiero Gramaglia Presidente di Infocivica
14:40 Relazione introduttiva: Carlo Rognoni, giornalista, già Consigliere d’Amministrazione Rai
15:00 L’impegno del Governo: Nino Rizzo Nervo, Segretario Generale Aggiunto della Presidenza del Consiglio con Delega sul Contratto di Servizio
15:15 L’azione della Concessionaria del servizio pubblico dopo l’entrata in vigore della Convenzione e le sue proposte per il Contratto di Servizio: Fabrizio Ferragni, Direttore Relazioni Istituzionali Rai
15:30 Il parere sul nuovo assetto Rai dell’opposizione di Centrodestra: Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato
Il punto di vista degli amministratori e dei regolatori locali
15:45 Il Punto di vista dell’ANCI Antonio Decaro sindaco di Bari, Presidente ANCI
16:00 Il punto di vista dell’AGCOM, Antonio Nicita, Commissario Agcom
16:15 Il punto di vista dei CoReCom; Federica Zanella, Presidente CoReCom Lombardia
Confronto finale con esperti, giornalisti e universitari
16:30-17:30 Dibattito moderato da Stefano Rolando (Eurovisioni). Hanno sinora confermato la loro presenza: Stefano Balassone, Raffaele Barberio, Gianni Bellisario, Massimo De Angelis, Piero De Chiara, Erik Lambert, Stefano Luppi, Pio Marconi, Marco Mele, Andrea Melodia, Michele Mezza, Michele Sorice e Vincenzo Seno Zencovich.
Ore 17:30 Fine dei lavori.