Diana Daneluz. Dott. Miceli, partiamo dall’approdo. Il Passaporto digitale per le opere d’arte è realtà. Che cos’è e a cosa serve esattamente?
Giuseppe Miceli. Il passaporto digitale è già stato applicato su due Opere d’arte. Si tratta di Ossimoro – Non Fungible money e Carte-siano. Opere realizzate dall’Artista Giorgio Gost. La Casa d’aste Meeting Art ha messo all’asta Carte-siano che potrà quindi essere acquistata dal collezionista che vorrà arricchire la propria collezione della prima opera d’arte dotata di Passaporto digitale, ovvero del sistema che garantisce l’autenticità dell’opera e la tracciabilità delle movimentazioni commerciali che potranno essere registrate su registro dei Titolari di Opere d’Arte. Il registro è stato istituito dall’ Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte con l’obiettivo di assicurare la trasparenza al mercato dell’arte. Siamo convinti, infatti, che conferendo trasparenza alla catena commerciale dell’opera d’arte si possa colpire in maniera incisiva il traffico illecito di opere, che porta nelle casse delle organizzazioni criminali di stampo mafioso alcune decine di miliardi, oltre a provocare danni irreversibili al patrimonio storico e culturale.
Diana Daneluz. PASSAPORTO DIGITALE OPERE D’ARTE è un marchio registrato. Cosa comporta questo?
Giuseppe Miceli. Ho provveduto personalmente alla registrazione del marchio per evitare speculazioni e perché fosse chiaro che il marchio Passaporto digitale per le opere d’arte® deve essere letto come un indice di garanzia, contro il fenomeno della contraffazione, e di tutela, sia in termini di prevenzione e contrasto del fenomeno del riciclaggio, sia del diritto d’Autore e segnatamente del diritto di seguito. In altre parole, l’opera dotata di Passaporto digitale per le opere d’arte® è sicuramente autentica perché preventivamente validata dall’Osservatorio e, inoltre, potendo tracciare i passaggi commerciali di quell’opera, si potranno monitorare le sottostanti movimentazioni di capitale che alimentano le cessioni dell’opera e, al tempo stesso, dare evidenza del diritto di seguito che matura, di passaggio in passaggio, a beneficio dell’Artista che ha realizzato l’opera stessa.
Diana Daneluz. La tutela del diritto d’autore per quanto riguarda le opere riguarda quindi soprattutto il ‘diritto di seguito’. Ci può spiegare meglio?
Giuseppe Miceli. Il diritto di seguito è il diritto dell’autore di opere delle arti figurative e dei manoscritti a percepire una percentuale sul prezzo di vendita degli originali delle proprie opere in occasione delle vendite successive alla prima. Il compenso che la legge riconosce a beneficio dell’Artista è a carico del venditore ed è calcolato su tutte le vendite successive alla prima, a condizione che si configuri l’intervento, in qualità di venditore, acquirente o anche soltanto intermediario, un professionista del mercato dell’arte. In altre parole, sono soggette al diritto di seguito esclusivamente le transazioni effettuate da o verso le gallerie, case d’asta o mercanti d’arte, mentre restano escluse le vendite dirette tra privati. L’importo del compenso viene calcolato su base percentuale e finisce per incidere sull’acquirente. Come si può ben immaginare, sono tanti i casi in cui per evitare questo “sovrapprezzo” in certi contesti si tenda a non far figurare l’intervento di un professionista del mercato dell’arte e a farne le spese è l’Artista.
Diana Daneluz. Dal Suo passato nella Guardia di Finanza, all’ impegno nella formazione e nelle istituzioni, il Suo lavoro nella lotta alla contraffazione e al riciclaggio e nella tutela del diritto d’autore parte da lontano. Cosa l’ha spinta su questa strada?
Giuseppe Miceli. Indubbiamente l’esperienza ultraventennale maturata nei Reparti Scelti e nei Reparti Speciali del Corpo ha stimolato la sensibilità verso quella rilevanza economica che appartiene alle opere d’arte e che finisce per costituire il vero appeal per le organizzazioni criminali dedite al traffico di opere d’arte per fini di riciclaggio di denaro sporco. Per rendersi conto di come tali organizzazioni considerino l’arte esclusivamente come un florido business, basti pensare a quel pizzino in cui Matteo Messina Denaro scriveva che: “con il traffico di opere ci manteniamo la famiglia”. Un business che ha assunto con gli anni un carattere internazionale e che ha contribuito alla crescita di “prestigio” di quelle organizzazioni mafiose.
Diana Daneluz. Antiriciclaggio nello specifico per le opere d’arte. Da dove nasce il Suo amore per l’Arte e per la Sua tutela?
Giuseppe Miceli. Sono e resto, prima di tutto, un giurista e, perciò, anche la passione per l’Arte passa per i testi giuridici. Nell’elaborare questo processo di tutela delle opere d’arte, ho considerato prima di tutto quanto viene affermato nella Convenzione di Nicosia, ovvero che “Il concetto di patrimonio culturale deve essere percepito ben oltre il senso materiale. La parola culturale implica una responsabilità precisa verso il nostro passato, le nostre origini, le nostre radici e da qui dobbiamo maturare la consapevolezza della necessità irrinunciabile della sua difesa. Difendere la nostra storia significa proteggere il nostro futuro, i valori di un popolo e il senso di essere comunità culturale”
Diana Daneluz. Quanto è importante una corretta informazione e quale crede sarà il Suo contributo attraverso i diversi, ormai, manuali di divulgazione che ha scritto? A chi si rivolgono, in particolare?
Quando, nel 2019, ho pubblicato il Volume dell’Atlante dell’Antiriciclaggio dedicato al mondo dell’Arte, un noto quotidiano economico-giuridico lo ha recensito, dichiarando che si trattava della prima analisi degli effetti del riciclaggio nel mondo dell’arte. Dopo tre anni, mi accorgo che altri esperti dell’antiriciclaggio iniziano a esaminare lo specifico contesto e, soprattutto, si registra una crescita di attenzione da parte delle Autorità Antiriciclaggio. Mi piace pensare di aver contribuito a catalizzare l’attenzione su un fenomeno che rischiava di essere controllato e gestito dalle organizzazioni criminali.
Diana Daneluz. L’avvento degli NFT e della tecnologia blockchain ha portato alla ribalta la cripto-Art. Ci sono già delle opere d’arte digitali dotate di “Passaporto”?
Giuseppe Miceli. È vero, la declinazione della tecnologia NFT al mondo dell’Arte è stata repentina e, per molti aspetti, formidabile. Anche in tale contesto, però, si annida il riciclaggio di proventi illeciti.Il Passaporto digitale è già stato applicato anche sulle versioni digitali delle opere “OSSIMORO, NON FUNGIBLE MONEY”, realizzata dall’Artista Giorgio Gost. Sono state riprodotte una serie di versioni digitali alle quali è connesso un NFT, visibile a questo linke: https://opensea.io/assets/matic/0x47114cefd782b634001c96c6753fb4b19d04d9db/1, e “CARTE-SIANO”, opera che sarà venduta all’asta presso MEETING-ART il prossimo 6 ottobre, come risulta da Catalogo (pag. 101) consultabile online: https://issuu.com/meeting/docs/asta918?fr=sYWQ2MTUwMDI1OTc
Diana Daneluz. Dal Passaporto al REGISTRO DEI TITOLARI DI OPERE D’ARTE. Di cosa si tratta, chi lo detiene e in che modo tutelerà chi vi sia iscritto?
Giuseppe Miceli. Il Registro è uno strumento online e open source che consentirà, a chi ne faccia richiesta, di registrare la propria opera d’arte, previa validazione e, a fronte dei dati di proprietà e di quelli tecnici ed economici che riguardano l’opera stessa, ottenere il rilascio del Passaporto digitale per le opere d’arte.Inoltre, ilRegistro, consultabile esclusivamente previa registrazione del proprio account, costituirà un valido supporto alla attività di anticontraffazione e di antiriciclaggio, oltre che alla tutela del diritto d’autore (specialmente del diritto di seguito).
Diana Daneluz. Quale è stata la reazione delle Istituzioni e della Autorità di fronte alla possibilità di utilizzare questo importante strumento di tutela?
Giuseppe Miceli. Ad ora Autorità ed Enti istituzionali competenti non hanno ancora ufficializzato, diciamo, l’interesse verso l’utilizzo dei due strumenti, ma sono informati che il Passaporto digitale, il marchio e anche il Registro sono a loro completa disposizione a titolo completamente gratuito. Sottolineo però che questa iniziativa di tutela, che nasce da una idea mia personale, è oggi supportata dall’Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte e dai suoi soci, in primis, Giulio Brandimarti, AD di Solidity2, la società che ha sviluppato la struttura tecnologica che supporta il funzionamento del Registro e che ha curato la creazione degli NFT. A partire da ottobre, quindi, i proprietari di opere d’arte potranno ottenere il Passaporto digitale rivolgendosi all’Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte, scegliendo così di sostenere gli ideali dell’Osservatorio stesso.
Diana Daneluz. Come Le piacerebbe chiudere questa intervista, a parte il rinnovato invito alle Istituzioni a fare proprio questo percorso?
Giuseppe Miceli. Ricorderei a chi ci legge le stesse parole che ho portato all’attenzione della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, in occasione dell’Audizione in qualità di Esperto Antiriciclaggio per l’autenticazione di beni culturali per il contrasto ai traffici illeciti, ovvero che l’insieme delle opere d’arte che testimoniano la storia e l’evoluzione dell’espressione artistica del nostro Paese, è un patrimonio che appartiene a tutti noi, all’intera collettività, nessuno escluso. La profanazione dell’opera coinvolge tutti i cittadini, quindi è doveroso contribuire alla difesa di questo immenso patrimonio culturale e artistico che deve restare una testimonianza fondamentale per raccontare, e tramandare, la nostra identità alle future generazioni.