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Conte: “Digitalizzare Pa e imprese”. Ma chi gestirà i 60 miliardi del Recovery plan per il digitale?

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Il premier Giuseppe Conte promette la lotta al digital divide in Italia. Nelle comunicazioni al Senato sulla crisi di Governo in atto, il presidente del Consiglio ha indicato la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e delle imprese e la riduzione del divario digitale nel Paese le attività in cima all’agenda dell’esecutivo. 

“La digitalizzazione: pilastro dell’azione del Governo, la necessità di digitalizzare il Paese, sia per quanto riguarda il sistema produttivo, sia per quanto attiene alla pubblica amministrazione, è quanto mai prioritaria, soprattutto in un momento storico nel quale è emerso con chiarezza che il digital divide è fonte di incremento delle diseguaglianze sociali, territoriali ed economiche”, ha detto Conte.

“Nel settembre 2019 avevano lo Spid 4 milioni di persone, adesso siamo a 16 milioni e centomila. L’app Io oggi ha 9 milioni e 365 mila cittadini iscritti, non esisteva nel settembre 2019. Il nostro obiettivo è ridurre le diseguaglianze per uguaglianza di partenza: un grande fattore di diseguaglianza è il digital divide, dobbiamo lavorare in questa direzione”, ha aggiunto il premier nell’Aula del Senato.

Ma chi gestirà i 58,95 miliardi del Recovery plan per il digitale?

Nel Recovery plan il Governo ha “messo a budget” 58,95 miliardi per la prima “missione”, ossia la digitalizzazione, innovazione, competitività e Cultura 4.0.

Ma, come per il resto delle missioni, non è stata indicata la governance

Cosa dice la bozza del Recovery Plan sulla governance

Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di 172 pagine, varata dal Consiglio dei ministri si limita a comunicare che: “Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”. 

Ma le linee guida europee indicano come “indispensabile un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione dei progetti”.

In Francia già si sa chi sarà alla guida della cabina di regia del Recovey plan: il ministero dell’Economia.

In Italia anche la governance del piano più importante da quando esiste la nostra Repubblica, più rilevante del piano Marshall, sarà oggetto del mercanteggiare parlamentare per trovare la fiducia al Governo?

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