Un primo esponente di Governo che conferma il flop, ad oggi, di Immuni, 5 milioni di download (ma quanti la usano realmente?), è il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.
L’App Immuni “rimane una risorsa importante e va scaricata. Purtroppo è stata un flop tra i giovani, che hanno più dimestichezza con le App. Avrebbe potuto aiutare a contenere l’ondata di contagi di quest’estate, ma c’è stato molto pregiudizio”, ha detto Sileri in un’intervista a ‘La Stampa’.
“Ora sarebbe utile inserirla nei protocolli operativi, come quello per il rientro a scuola, anche perché altri sistemi, come i fogli di carta dove segnare i propri dati, non sempre funzionano”, ha concluso il viceministro della Salute.
A scuola, ricordiamo, “è raccomandato tra le misure assolutamente opportune, l’utilizzo dell’applicazione IMMUNI”. A scriverlo è il ministero dell’Istruzione nella lettera inviata ai dirigenti scolastici per fornire ulteriori indicazioni per l’apertura delle scuole a settembre.
Quanti usano effettivamente Immuni?
Al 24 agosto il Governo ha comunicato 5 milioni di download di Immuni. Ma è possibile sapere anche quanti la utilizzano realmente? La Svizzera lo fa: è totalmente trasparente con i suoi cittadini.
Su 2,2 milioni di download, SwissCovid è usata da 1.590.000 persone.
I dubbi privacy con nuovo sistema di notifiche di Apple e Google
Gli esperti di privacy metteno in evidenza dei dubbi giuridici con l’arrivo, nelle prossime due settimane, della “fase due” del sistema di notifiche delle esposizioni al Covid-19 di Apple e Google. La nuova modalità di contact tracing consentirà agli utenti di iPhone e smartphone Android, con l’aggiornamento ad hoc, di ricevere notifiche di possibile contagio con persone infette da Covid-19 senza la necessità di installare un’app specifica, ad esempio senza avere Immuni se vivi in Italia.
Poi saranno automaticamente i device a confrontare l’elenco dei contatti anonimi e se un codice di una persona positiva al Covid-19 è entrato in contatto con il proprio, allora l’utente verrà avvisato.
A questo punto l’utente, anche senza aver scaricato Immuni, riceverà la notifica di possibile contagio con persone infette da Covid-19. E potrà/dovrà contattare il sistema sanitario per richiedere un tampone.
Immuni resta fondamentale per poter informare in modo anonimo le persone con cui si è scambiato gli identificativi casuali tramite Bluetooth negli ultimi 14 giorni.
Con nuovo sistema di notifiche di Apple e Google si rispetta l’art. 6 del decreto legge 28/2020?
Secondo Giovanni Crea, direttore della rivista di “Diritto, Economia e tecnologie della Privacy” dell’Istituto Italiano per la privacy e la valorizzazione dei dati: “La funzione di contact tracing integrata nei sistemi operativi di Google e Apple, con ogni probabilità costituirà una proposta diversa da Immuni, non rispondendo ai requisiti di cui all’art. 6, c. 5, D.L. 28/2020”, la legge che ha dato il via libera all’app.
“Il tracciamento dei contatti proposto da Google e Apple”, continua Crea, “implica trattamenti di dati personali che, nel caso, dei cittadini dell’UE, potrebbe incontrare seri problemi se tali dati venissero trasferiti ed elaborati su server collocati sul territorio degli Stati Uniti. Sotto questo aspetto, come è noto, la sentenza Schrems II della CGUE, del luglio scorso, ha invalidato la decisione di adeguatezza cosiddetta “Privacy Shield”, che aveva stabilito che gli Stati Uniti garantivano un livello di protezione adeguato per i dati delle persone dell’UE”.
Dunque, Apple e Google fisicamente su quali server andranno a trasferire ed elaborare le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti che sono risultati positivi al virus?
Oggi è Immuni ad usare queste chiavi per derivare i loro codici casuali e controlla se qualcuno di quei codici corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti.
Sia aperto il codice del nuovo sistema di notifiche di Apple e Google
Ad oggi sappiamo tutto di Immuni: il codice è open source e disponibile su GitHub. La licenza è la GNU Affero General Public License version 3.
Occorre ora la totale trasparenza della nuova piattaforma di contact tracing basata su Bluetooth, che Apple e Google stanno, a breve, per integrare nei sistemi operativi, se vogliono occuparsi della nostra salute. Devono essere obbligate a rendere il loro codice “aperto”.