La scorsa settimana, in occasione della Consumer Leadership Academy di Lisbona presso la Nova School of Law, sono stati resi noti i dati per il 2023 del Consumer Digital Empowerment Index.
L’impatto del digitale sulle abitudini di consumo
L’indice, la cui prima edizione è stata pubblicata a novembre 2022, nasce per misurare, in modo scientifico, l’impatto del digitale sui comportamenti e le abitudini consumo: si tratta, infatti, di uno studio che mira a quantificare e fornire informazioni dettagliate sul modo in cui i servizi digitali contribuiscono all’empowerment dei consumatori nella loro vita quotidiana, attraverso un’analisi condotta in dieci paesi europei: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia. In ciascuno di essi, l’indagine ha riguardato un campione di circa 2.000 utenti Internet in una fascia d’età compresa tra 18 e 74 anni.
Ciascun campione nazionale è stato stratificato a priori sulla base di quote per età, sesso e area geografica, e ponderato a posteriori sulla base di quote per età, sesso, area geografica e livello di istruzione.
Il quadro in Italia
Come vanno le cose per l’Italia? In generale il risultato è positivo: rispetto ai 40 servizi digitali oggetto di indagine, il livello complessivo di empowerment è aumentato di 3 punti rispetto al 2022 passando da 54,1 a 57,1.
Si segnala il deciso balzo in avanti di alcuni servizi della pubblica amministrazione: i pagamenti online verso enti pubblici registrano un +6,4, la prenotazione online delle visite mediche un +7,9, l’acquisto online di biglietti del trasporto pubblico locale un +7,1.
Primato per l’uso dell’identità digitale per la PA
Si conferma, inoltre, il primato dell’Italia rispetto all’uso dell’identità digitale per l’accesso ai servizi della PA. Se in media il valore dell’indice dei paesi oggetto di indagine è 60,1, per il nostro Paese il medesimo valore è 75,7, con un incremento di 2,6 punti rispetto all’anno precedente. Possibile segnale che le politiche messe in atto nell’ultimo anno, finalizzate a rendere più semplice l’uso della Carta d’Identità Elettronica (CIE) per l’accesso ai servizi online della PA abbiano prodotto buoni frutti.
Particolarmente interessante addentrarsi nella classifica dei 40 servizi, a seconda del livello di empowerment: analizzando i dati relativi all’Italia, si scopre che i servizi di messaggistica ed email risultano quelli più in grado di potenziare l’esperienza quotidiana dei consumatori, mentre c’è ancora strada da fare (sono anche meno conosciute) le piattaforme per prestare o affittare prodotti, che si collocano al 40esimo posto. Interessante il valore attribuito alle recensioni online che si collocano sul podio, al terzo posto.
I servizi che vanno di più
Tra i primi dieci si segnalano, altresì, i servizi di e-commerce (secondo posto), i servizi di traduzione (quarto posto), i social media (quinto posto), l’online banking (sesto posto), le piattaforme di video sharing (nono posto), l’uso dell’identità digitale (decimo posto).
Come già detto lo scorso anno, in occasione della presentazione della prima edizione, il Consumer Digital Empowerment Index ha l’ambizione di imporsi come uno strumento affidabile e scientificamente robusto per misurare l’impatto della digitalizzazione sulle abitudini di consumo: i risultati sono a disposizione della comunità scientifica e di ogni stakeholder pubblico e privato (https://cep-project.org/), affinché i dati siano sempre il punto di partenza per ogni riflessione sul digitale nella vita dei consumatori.