Mettere online il primo maggio sul sito del Governo il questionario sul servizio pubblico Rai destinato ai cittadini. Questo l’obiettivo dell’Esecutivo, dopo la prima giornata della consultazione pubblica sulla Rai dal titolo “CambieRai”, che si è tenuta oggi all’Auditorium-Parco della Musica, in vista del rinnovo della Convenzione Stato-Rai, in scadenza il 6 maggio.
La concessione, intanto, sarà prorogata fino a ottobre per avere “un margine di tranquillità” per il confronto avviato oggi, dal quale si realizzerà il materiale per il sondaggio online sul futuro del servizio pubblico aperto ai cittadini, con i quesiti che saranno elaborati dall’Istat per trasformare i temi in domande da inserire nel questionario. Consultazione online che durerà 45 giorni e quindi, se i tempi saranno rispettati, terminerà il 15 giugno. Gli esiti, elaborati ancora una volta dall’Istat, serviranno poi al Consiglio dei Ministri per varare la proposta di rinnovo della convenzione Stato-Rai da sottoporre al Parlamento.
Tensioni sugli inviti
Oggi la giornata si è aperta con qualche polemica, dopo le critiche della Slc-Cgil che non è stata invitata al tavolo di confronto. Polemica alla quale ha risposto il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che ha gettato acqua sul fuoco: “Non era una trattativa sindacale – ha detto Giacomelli a Radio Radicale – era una giornata nella quale volevamo chiamare i rappresentanti della società in senso più largo, associazioni e organizzazioni, non solo gli addetti ai lavori. E quindi credo che i sindacati abbiano tutto il modo di confrontarsi con i vertici aziendali sulle questioni di loro competenza”. Giacomelli ha aggiunto che non si esclude “nelle prossime settimane e mesi un incontro con le forze sindacali e altre realtà che hanno un contributo da dare”. Il Sottosegretario ha ribadito che l’obiettivo della consultazione è far esprimere i cittadini sul servizio pubblico che vorrebbero, auspicando una profonda riforma.
“E’ l’inizio di un percorso rappresentativo di diverse realtà del Paese per mettere a fuoco alcune questioni su cui lavorare poi con l’Istat. Il senso dell’iniziativa è quello espresso già da Renzi: il servizio pubblico appartiene al Paese e l’obiettivo ultimo è la sua rilegittimazione attraverso un rapporto forte con il sistema Italia”, ha aggiunto Giacomelli.
Altre critiche nella giornata di ieri sono state sollevate dal consigliere Rai Carlo Freccero, che ha pubblicamente chiesto quali criteri siano stati adottati per gli inviti alla consultazione di oggi, dalla quale diversi “produttori indipendenti sono stati esclusi”.
I lavori della consultazione
Oggi i lavori a porte chiuse della consultazione si sono dispiegati su sedici tavoli tecnici convocati dal Mise, distribuiti in 4 macro-aree (Sistema Italia, Industria creativa, Digitale, Società italiana), 140 partecipanti di 62 associazioni, 20 enti pubblici e istituzioni, 11 centri studi e think tank.
Venti gli esperti coinvolti, 16 i rappresentanti di Rai, uno per ogni tavolo. Oltre alle associazioni degli autori e produttori del mondo della tv, del cinema, della radio, dell’animazione e dell’informazione, presenti le organizzazioni del made in Italy, del turismo, del digitale, dei beni culturali, del terzo settore, della scuola e università, dei consumatori. Una sorta di spaccato della società italiana che, per la prima volta, si riunisce a discutere del servizio pubblico.
Canone in bolletta: termine esenzione potrebbe slittare a maggio
Intanto, sul fronte del canone in bolletta, il Sottosegretario Giacomelli a margine della consultazione Rai ha detto che “Il decreto attuativo è stato inviato al Consiglio di Stato per il parere. Non ci sono problemi di sorta, abbiamo già trasmesso il testo alle aziende elettriche”. In altre parole, non è in discussione la presenza della prima rata di 60 euro nella bolletta elettrica di luglio, ma ha aggiunto che il governo “è disponibile ad allungare i tempi della consegna della dichiarazione di esenzione, il cui termine potrebbe slittare a metà maggio”.