Oggi il governo ha presentato le linee guida della propria strategia in materia di Cloud nazionale. La strada indicata oggi dal ministro Vittorio Colao è rilevante e tempestiva e ci auguriamo che segua una prospettiva di reale autonomia e di crescita delle imprese nazionali di settore. È stata ribadita l’esigenza della classificazione dei dati della PA come prerequisito imprescindibile, ma rimangono numerosi nodi da sciogliere nelle prossime settimane. E sono nodi economici, tecnologici, politici.
“Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni di oggi del ministro Vittorio Colao e ci sentiamo di poter dire che imprese italiane del settore, da noi rappresentate, hanno tutte le competenze necessarie e adottano da tempo tutte le tecnologie più avanzate al mondo – ha dichiarato Michele Zunino, presidente del Consorzio Italia Cloud, che include 6 società italiane (Seeweb, ETH, Netalia, Infordata, Sourcesense, Babyloncloud) impegnate sul mercato Cloud – Non esistono tematiche tecnologiche per le quali le imprese del Paese siano inadeguate, sia in termini di risorse che di competenze”.
Cloud, previsti investimenti per 1,9 miliardi nel PNRR
Come è noto, gli investimenti sul Cloud nazionale sono previsti dal PNRR in misura di 900 milioni di euro per l’infrastruttura e di circa 1 miliardo di euro per la migrazione.
“Quella del Cloud è la partita del cuore per il rilancio dell’economia italiana e deve essere orientata in base a esigenze economiche, efficienza dei servizi e sicurezza, per evitare che, attraverso il Cloud, l’Italia perda la sovranità sui dati dei propri cittadini – ha proseguito Michele Zunino – Il nostro Consorzio Italia Cloud è pronto a presentare la propria proposta, ma siamo in attesa che il ministro Colao indichi le linee tecniche necessarie per partecipare alla selezione, linee che dovranno essere indicate dall’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, ed è per questo che abbiamo espresso per tempo al ministro Colao la nostra manifestazione di interesse”.
“Il Consorzio Italia Cloud guarda con interesse e apprezzamento all’orientamento del governo di voler coinvolgere tutti i soggetti in campo. Le soluzioni sin qui indicate non sembrano ancora dare alcuna sicurezza in merito ai rischi derivanti dal Cloud Act – ha concluso il presidente del Consorzio Italia Cloud – Il governo dovrà dire come intende affrontare il problema e se allinearsi o meno a quanto Germania e Francia stanno decidendo. Gli investimenti sul Cloud devono essere una occasione importante di valorizzazione delle imprese italiane, delle università che svolgono ricerca su questi temi e devono promuovere una nuova politica industriale in direzione della digitalizzazione del Paese”.