Non si placano le voci di consolidamento nel mercato Tlc in Italia. Secondo indiscrezioni di stampa Iliad avrebbe messo gli occhi sulle attività Consumer di ServiceCo, la società dei servizi che potrebbe nascere dalla scissione della rete in base al progetto avanzato dall’ad Pietro Labriola. Indiscrezioni che hanno spinto il titolo in borsa, anche se non c’è nulla di concreto al momento e nessuna offerta ufficiale è arrivata da Iliad, nemmeno parziale, per l’acquisto di quote di Tim.
Ma Iliad, secondo un’analisi di Les Echos, rimane aperto a qualsiasi opportunità nello Stivale. “Se uno dei nostri concorrenti fosse in vendita, lo compreremmo – ha detto Thomas Reynaud, amministratore delegato del gruppo, durante la presentazione dei risultati annuali del mese scorso – Ma oggi non c’è assolutamente nulla”.
Un mese prima il gruppo transalpino era stato respinto da Vodafone, alla quale aveva offerto 11 miliardi di euro per la sua controllata italiana. Un rifiuto ritenuto “sorprendente e abbastanza repentino” da Thomas Reynaud, quando “si trattava di un’offerta finanziata al 100% da una delle tre principali banche europee, in partnership con un fondo di investimento, 100% cash, che rifletteva un premio di circa 30% e pienamente in linea con la volontà del management di Vodafone di consolidare il mercato italiano”.
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La chiave del consolidamento
Questo treno è passato, prosegue l’analisi di Les Echos, ma Xavier Niel non esclude di prendere il prossimo. Ha i mezzi (lo ha dimostrato la sua offerta su Vodafone), la libertà totale (soprattutto da quando ha fatto uscire Iliad dal mercato azionario con il delisting) e i requisiti nei confronti dell’antitrust: in quattro anni il suo gruppo ha sicuramente conosciuto una rapida crescita arrivando a 8 milioni di abbonati in Italia, ma resta pur sempre il quarto posto nel mercato mobile ed è appena entrato nel mercato del fisso.
Gli altri tre attori (Tim, Vodafone Italia e WindTre) sono probabilmente troppo grandi per considerare le loro combinazioni. Per molti osservatori è quindi Iliad a detenere la chiave del consolidamento italiano. Sul versante delle vendite, Vodafone potrebbe riconsiderare la sua decisione. Ma questa non è l’unica opzione. Anche CK Hutchison, il conglomerato di Hong Kong che possiede l’operatore italiano WindTre, potrebbe decidere di ritirarsi da un mercato italiano forse troppo competitivo per essere redditizio. Iliad, con cui ha appena firmato un accordo di network sharing che copre il 60% del territorio italiano, sarebbe quindi un candidato abbastanza naturale per l’acquisizione, aggiunge Les Echos.
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Tim questione aperta
Quanto a Tim, il suo futuro è ancora incerto. Le discussioni con KKR, che aveva proposto 10,8 miliardi per il 100% della società, sembrano in una fase di stallo. Il nuovo ad Pietro Labriola vuole separare le attività della rete dai servizi, con l’obiettivo di fondere il primo ramo d’azienda con open Fiber, per costituire una grande rete unica nazionale in fibra. I servizi, d’altro canto, hanno già risvegliato l’interesse dei fondi, fra cui CVC Partners, che sarebbe interessata ad acquisire il 49% del business Enterprise di ServiceCo.