l'analisi

Consolidamento tlc. Strand Consult, ‘Approccio Ue datato: ecco cosa crea concorrenza oggi’

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Concorrenza degli OTT, evoluzione della tecnologia, Single Play vs. Full Service Providers, regole certe. Questi i fattori che, secondo Strand Consult, dovrebbero essere inclusi nella valutazione delle fusioni e nell’elaborazione dei rimedi.

Una nuova ondata di consolidamento del mercato delle telecomunicazioni è in atto in tutto il mondo e soprattutto in Europa, dove gli operatori – alle prese con una forte crisi che dovrebbe cominciare risolversi entro il 2016 dopo sei anni in ‘rosso – chiedono alle autorità maggiore flessibilità regolamentare.

Questa ondata di consolidamento sembra finalmente aver trovato una sponda anche a Bruxelles, dove fin qui l’approccio alle operazioni di fusione e acquisizione è stato molto rigido, basato quasi esclusivamente sul numero di competitor e sulla quota di mercato della società che verrebbe fuori dall’unione.

Un approccio, notano gli analisti di Strand Consult, “che poteva essere adatto quando un operatore aveva una sola rete e offriva un solo servizio, come la telefonia o la Tv lineare. Tuttavia, oggi, le cose sono cambiate. Le reti offrono servizi competitivi”.

Effettivamente, negli ultimi tempi, nel valutare le proposte di mergere merger – come è successo in Germania, Irlanda e in Austria – le autorità antitrust europee hanno  deciso di applicare dei ‘rimedi’  come conditio sine qua non per l’approvazione dell’operazione.

L’idea di Bruxelles è che l’autorità debba in qualche modo correggere uno squilibrio o una disuguaglianza creata dalla fusione. Tuttavia, spiegano ancora gli analisti Strand, “gli stessi rimedi possono generare nuove e impreviste disuguaglianze”.

E’ quindi giunto il momento che “operatori, regolatori e autorità antitrust aggiornino le loro conoscenze su quello che crea concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni”.

Strand Consult, in particolare, indica 4 fattori che sempre di più contribuiscono a creare concorrenza e spiega perché questi fattori dovrebbero essere inclusi nella valutazione delle fusioni e nell’elaborazione dei rimedi.

Concorrenza degli OTT

I fornitori di servizi OTT competono con gli operatori con un’ampia gamma di servizi di comunicazione e di contenuti, tanto che gli utenti possono facilmente sostituire i servizi di telefonia tradizionali con questi servizi. Skype, per esempio, può essere utilizzato per le chiamate internazionali; Facebook e Whatsapp per la messaggistica e YouTube e Netflix per i video. Solo che i fornitori OTT hanno un notevole vantaggio sugli operatori perché possono offrire i loro servizi senza fare investimenti nella rete.

Nota Strand Consult che “…i servizi OTT accrescono la concorrenza. Essi possono, però, rendere anche meno attraenti gli investimenti nelle infrastrutture. Gli operatori non possono contare sugli stessi ritorni del passato, in quanto i consumatori possono sostituire i loro servizi a pagamento con quelli gratuiti degli OTT”.

Un’altra disuguaglianza subita dagli operatori risiede nell’impatto sproporzionato del traffico video generato dagli OTT sulle reti. Mentre, infatti, la tecnologia multicasting usata dagli operatori via cavo ottimizza il consumo di banda, il traffico generato da un solo provider video come Netflix può divorare più di un terzo della capacità della rete. Netflix non si sarebbe mai trasformato in un provider di servizi streaming se non fosse stato per le reti degli operatori tlc.

L’evoluzione della tecnologia di rete

 

Gli operatori hanno investito in modo significativo per migliorare le loro reti e offrire nuovi servizi. Ai vecchi tempi, i fornitori di servizi TV via cavo utilizzavano la loro piattaforma per offrire solo TV lineare. Oggi possono offrire banda larga, telefonia e video on demand. Le piattaforme di rete e le abitudini della base clienti si stanno evolvendo, allargando le attività degli operatori e, quindi, la concorrenza.

La corsa allo sviluppo per della tecnologia di prossima generazione, notano gli analisti, è uno dei principi fondamentali della concorrenza e uno dei principali driver di investimento, mentre dal lato consumer, gli sviluppi tecnologici aiutano gli utenti a trarre maggior valore dalla loro spesa. Ne consegue che i prezzi sono in calo e la concorrenza tra le diverse tecnologie non è mai stata così dinamica.

Single Play vs. Full Service Providers

C’è una grande differenza tra essere un operatore ‘quad play’ ed essere un operatore mobile e basta. Gli operatori si differenziano in base al tipo di prodotto che offrono e questo è un elemento importante da considerare quando si vaglia una fusione.

Un operatore mobile ‘single play’ può offrire solo servizi mobili mentre un operatore fisso può offrire banda larga, Tv, telefonia e servizi wireless, fungendo da ‘sportello unico’ per i clienti. E questo implica un modello di business diverso da quello dei semplici operatori mobili. Proprio per questo motivo, molti dei merger in atto coinvolgono operatori mobili puri che cercano di differenziare la propria offerta con soluzioni OTT. E questo, sottolinea Strand, “è un input importante per la concorrenza”.

La regolamentazione dell’industria tlc non è statica

Le autorità, nel corso degli ultimi anni, sembrano aver dato per scontato che gli operatori avrebbero continuato a investire anche con un fardello regolamentare sempre più pesante. In più, spesso, hanno cambiato le regole del gioco a metà partita, spinte in molti casi da motivazioni prettamente politiche, mettendo in difficoltà gli operatori che avevano investito e speso soldi in licenze per le reti e rendendo  gli azionisti meno propensi a rischiare.

“Un chiaro esempio è la net neutrality, un concetto notoriamente difficile da definire e associato con diverse disposizioni diverse in base al paese. Non è ragionevole – dice Strand Consult – aspettarsi che gli operatori investano nelle reti se gli viene impedito di sperimentare e di implementare modelli di business diversi in base alle diverse esigenze a i diversi budget”.

In conclusione, secondo gli analisti Strand, “con l’evolversi della tecnologia cresce il rischio di errori regolamentari e i rimedi possono fare più male che bene”.

Forse considerare i 4 fattori evidenziati dagli analisti – dicono loro – potrebbe aiutare.

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