Il via libera dell’Antitrust Ue, dopo una lunga istruttoria, alla fusione fra T-Mobile Netherlands (il braccio mobile olandese di Deutsche Telekom) con Tele2 apre nuovi potenziali scenari nel mercato europeo del mobile, anche se il passaggio da 4 a 3 operatori in Olanda potrebbe essere un caso isolato.
E’ vero però che le telco e gli investitori sperano che il disco verde senza condizioni di Bruxelles alla fusione olandese possa rappresentare una sorta di spartiacque verso un periodo più morbido sul fronte regolatorio e più favorevole a una rinnovata ondata di consolidamenti, quanto mai auspicati in vista dei pesanti investimenti previsti per la realizzazione delle nuove reti 5G. Ma serve cautela. Un’analisi della Reuters sottolinea che l’indice europeo del settore telecom ha guadagnato il 3% lunedì scorso, dopo il via libera della Commissione Ue alla fusione di T-Mobile (Deutsche Telekom) con Tele 2 in Olanda.
L’operazione, secondo Bruxelles, non implicherà il rischio di grossi rialzi tariffari e non apre la strada a comportamenti anticoncorrenziali. Ma potrebbe trattarsi di un caso singolo, legato alla specifica conformazione del mercato olandese.
Sta di fatto che si tratta di un’operazione andata a buon fine nell’arena delle Tlc dopo diversi tentativi non andati a buon fine. Il commissario Ue alla Concorrenza ha già di fatto bloccato la fusione fra Telia e Telenor in Danimarca nel 2015 e nel 2016 l’operazione che riguardava CK Hutchison Holding nel Regno Unito. Ma secondo gli analisti di Northern Trust Capital Markets, un approccio più sensibile da parte dell’antitrust Ue e più favorevole al consolidamento sarebbe alquanto positivo per incentivare gli investimenti in 5G.
Secondo gli analisti, i mercati più papabili per un’ondata di consolidamenti sono il Regno Unito, la Svizzera e la Spagna con Vodafone fra i maggiori potenziali beneficiari.
Secondo gli analisti di Barklays, c’è anche l’Italia fra i paesi dove una nuova ondata di consolidamento potrebbe avere luogo.
Motivi di cautela
Ma HSBC ha invece messo le mani avanti, sottolineando che il caso olandese potrebbe rivelarsi un caso a parte e non valere per altri paesi. Sulla stessa linea Societe General, che invoca prudenza.