La fermezza della posizione presa dalla Commissione europea ha spinto i due operatori scandinavi Telenor e TeliaSonera ad archiviare la fusione delle rispettive divisioni danesi, avviata a dicembre 2014. Una battuta d’arresto per quello che sembrava un ammorbidimento della Ue verso le operazioni di M&A nel settore delle telecomunicazioni. Una doccia fredda che, secondo alcuni analisti internazionali, potrebbe mettere a rischio anche il progetto di fusione tra Wind e 3 Italia.
Secondo quanto riferito dalle due società scandinave in una nota congiunta, le richieste avanzate dalla Commissione non avrebbero consentito di creare un operatore competitivo.
Eppure, per ottenere l’OK all’operazione Telenor e TeliaSonera si erano impegnate a vendere il 40% della società che sarebbe nata dalla fusione e a cedere contestualmente la controllata Telenor BiBop con i suoi 150 mila utenti.
“Le discussioni hanno ormai raggiunto un punto in cui non è più possibile ottenere l’approvazione per l’operazione proposta”, hanno riferito le due società.
Quello della fusione tra le divisioni danesi di Telenor e TeliaSonera è il primo dossier sul tavolo del nuovo Commissario Antitrust Margrethe Vestager, che dunque non si dimostra politicamente lungimirante come il suo predecessore Joaquin Almunia verso esigenze del settore europeo delle telecomunicazioni, praticando invece un’analisi puramente tecnica dell’operazione, che avrebbe ridotto da 4 a 3 il numero di operatori sul mercato danese.
Eppure, negli anni scorsi, diverse sono state le operazioni di questo tipo approvate, ad esempio, in Germania, Austria e Irlanda, previo impegno degli operatori interessati a cedere una porzione di spettro e qualche asset.
Ieri la Vestager a margine della conferenza che l’ha vista presente a Firenze, aveva preannunciato che la Commissione era orientata a bloccare la fusione, ma si è anche sentita in dovere di precisare che non bisogna trarre da questo caso conclusioni in merito ai progetti di fusione che saranno esaminati nei prossimi mesi, tra cui quello tra 3UK e O2 e quello tra 3 Italia e Wind.
“Ogni caso va giudicato in maniera distinta – ha spiegato oggi in una nota – e in questo caso specifico siamo convinti che i significativi problemi di concorrenza andavano affrontati con rimedi altrettanto significativi, ossia la creazione di un quarto operatore mobile (cedendo una quota più consistente della nuova entità ndr). Quello che le parti hanno offerto non è stato ritenuto sufficiente ad evitare un danno alla concorrenza sul mercato mobile danese”.
Per la Vestager, la proposta di fusione danese avrebbe messo a rischio la concorrenza sul mercato e prodotto un aumento dei prezzi praticati ai consumatori: “L’Antitrust deve garantire che le fusioni non riducano la concorrenza nel mercato interno e l’innovazione e non portino a un aumento dei prezzi e a una minore scelta per i consumatori. Credo che assicurare la competitività del mercato sia essenziale”.
Gli analisti, tuttavia, vedono in questa decisione un deciso cambio di direzione della Commissione, nonché un forte ridimensionamento del peso del settore tlc, pure chiamato a sostenere gli ingenti investimenti necessari per infrastrutturare il Continente e recuperare il gap digitale.
“Questa è una battuta d’arresto puro per l’intero mercato europeo delle telecomunicazioni”, ha dichiarato Kimmo Stenvall, analista di Pohjola Bank, secondo cui “…ciò avrà un effetto a catena rallentando altre potenziali operazioni nella regione”.
Non a caso, la mancata fusione tra Telenor e TeliaSonera sta appesantendo tutto il settore delle telecomunicazioni europee in Borsa.