Si è svolto ieri a Bruxelles un incontro a porte chiuse tra la Commissione europea e gli operatori del mercato tlc britannico per discutere della fusione tra O2 (divisione britannica di Telefonica) e 3UK.
La Ue si pronuncerà in merito a maggio, ma sta sondando il terreno tra i competitor dei due gruppi, per capire se c’è spazio di manovra per la cessione di asset e la creazione di un operatore mobile virtuale che aiuti a mantenere alto il livello di concorrenza sul mercato.
È quest’ultimo, infatti, uno dei punti che potrebbe fare la differenza nella decisione dell’Antitrust europeo che riguardo casi precedenti ha optato per il via libera a operazioni di concentrazione solo a fronte della nascita di un operatore mobile virtuale sui mercati interessati.
All’incontro di ieri hanno partecipato le pay tv Sky e Liberty Global, gli operatori virtuali Talk Talk e Virgin Media e anche la francese Iliad, casa madre dell’operatore Free. Xavier Niel – che ha acquisito una partecipazione in Telecom Italia – starebbe infatti considerando l’ingresso anche nel mercato britannico.
I competitor, riporta il quotidiano spagnolo El Economista, si sarebbero mostrati propensi ad acquisire parte degli asset che O2-Hutchison dovrebbe cedere per portare a buon fine la fusione. Se così fosse la Ue potrebbe arrivare a una decisione positiva sull’operazione.
In attesa di una decisione della Ue, in Italia, ci sono anche Wind e 3 Italia: unendosi, il terzo e il quarto operatore del mercato, andrebbero a creare una nuova entità in grado di competere ad armi pari con Tim e Vodafone. Per agevolare l’operazione di fronte ai dubbi della Ue, anche in questo caso, Hutchison avrebbe presentato una serie di rimedi volontari a Bruxelles che darà la sua opinione preliminare sul caso il 30 marzo.
In Italia il principale operatore mobile virtuale è Poste Mobile che controlla una fetta pari al 3,8% del mercato mobile complessivo e oltre la metà dello spazio MVNO.
Gli altri maggiori operatori virtuali – Fastweb, CoopItalia, LycaMobile e Erg Italia – controllano una quota complessiva del 3,5%.
Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Agcom, i primi tre operatori hanno registrato un aumento degli utenti rispetto all’anno precedente: Poste Mobile del 4,2%, Fastweb dell’1,4% e CoopItalia dell’1,3%.
Resta da vedere se anche nel nostro Paese saranno parte in causa nel progetto di fusione tra Wind e 3 Italia, come è avvenuto in Germania, Irlanda e Spagna.
In Germania, il via libera di Bruxelles all’acquisizione di ePlus da parte di Telefonica è stato favorito proprio dalla decisione di cedere il 30% della capacità di rete della nuova società all’operatore virtuale Drillisch.
Anche l’approvazione dell’acquisizione di O2 da parte di 3 in Irlanda – e il ritorno a tre operatori anche su quel mercato – è stata subordinata alla vendita del vendita del 30% della capacità della nuova società a uno o più operatori virtuali a un prezzo prestabilito. Allo stesso modo, in Spagna, la fusione tra Orange e Jazztel è stata autorizzata grazie all’interesse di MásMóvil all’acquisizione di risorse di rete della nuova società.
Tali rimedi, nell’ottica della Ue, eliminano importanti ostacoli in termini politici e di ‘dogmi concorrenziali’, facendo sì che il mercato sia orientato su uno schema con tre operatori consolidati attorno ai quali gravitano altri player dalle capacità rafforzate, principalmente operatori virtuali.
Gli spagnoli di Telefonica contano particolarmente sull’approvazione dell’operazione da 13,2 miliardi di euro, dalla quale dipende anche il pagamento dei dividendi e la riduzione del debito di circa 50 miliardi di euro a 2,4 volte l’Ebitda rispetto all’attuale 2,9.