Ridurre le opportunità di manifestazione della corruzione, aumentare la capacità di scoperta del fenomeno, creare un contesto sfavorevole agli episodi di corruzione. È con questi obiettivi che Consip ha approvato, lo scorso 14 aprile, il “Piano triennale di prevenzione della corruzione 2015/2017”.
Lo scrive la stessa Consip in una nota, aggiungendo che il Piano rappresenta un programma di attività e uno strumento per l’individuazione di misure concrete, da realizzare con certezza e da monitorare quanto a effettiva applicazione ed efficacia preventiva e prevede un approccio multidisciplinare al fenomeno corruttivo: le sanzioni si configurano solamente come uno dei fattori per la lotta alla corruzione e all’illegalità, mentre l’attenzione viene focalizzata sulle misure preventive.
L’elaborazione del documento si basa su un’accezione ampia del fenomeno della corruzione, tale da comprendere non solo l’intera gamma dei delitti contro la Pubblica Amministrazione, ma anche le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza penale – venga evidenziato, anche a livello di semplice tentativo, un uso a fini privati delle funzioni attribuite o l’inquinamento dell’azione amministrativa dall’esterno.
Seguendo la metodologia indicata nel PNA, la mappatura e l’analisi dei processi ha permesso l’identificazione delle aree di rischio e dei rischi specifici di corruzione in Consip, nonché la valutazione del grado di esposizione agli stessi. È stato, così, possibile definire le misure da implementare per la prevenzione e individuare i responsabili e i tempi per l’applicazione di ciascuna misura.
Nello specifico, le misure preventive adottate da Consip riguardano: le cause di inconferibilità e incompatibilità per gli incarichi amministrativi di vertice, gli incarichi dirigenziali o di responsabilità; la cosiddetta disciplina del “Revolving Doors”, ossia le attività lavorative precedenti o successive svolte da un dipendente; il conflitto di interessi e le cause di astensione degli organi deputati a prendere decisioni e a esercitare il potere (ad esempio la segnalazione della presenza/assenza di incompatibilità o conflitto d’interessi per incarichi connessi alle procedure di gara); le procedure di conferimento e autorizzazione incarichi, destinate a evitare la concentrazione del potere in un unico punto decisionale; la rotazione del personale impiegato in attività a forte rischio corruzione, compatibilmente con quanto previsto dalla contrattazione collettiva nazionale e dall’assetto organizzativo; la disciplina del c.d. “whistleblowing”, atta a tutelare chi segnala possibili casi di corruzione negli atti amministrativi; l’inserimento nei bandi di gara del rispetto dei patti di integrità e dei protocolli di legalità per tutti i concorrenti; la realizzazione di attività di formazione, informazione e comunicazione per diffondere la conoscenza del Piano all’interno dell’azienda; l’adozione di un sistema disciplinare.