Nella realtà i social network sono (diventati) una media company e ora le Istituzioni politiche cercano di ancorarli anche a livello normativo. Un primo passo in questo senso è stato fatto dal Consiglio dell’Unione europea che ha sancito le stesse regole dei broadcaster sui video anche per i social media. Nel dettaglio, l’organo legislativo europeo, approvando le nuove modifiche alla Direttiva sui servizi di media audiovisivi (SMA), ha stabilito che le piattaforme social, i cui video sono una parte essenziale, devono rispettare le norme che proteggono i minori e rimuovere i contenuti con immagini violente e con linguaggio che incita all’odio basato su razza, sesso, religione o nazionalità, nonché contro violazioni della dignità umana dei singoli individui. Tutti i cittadini hanno diritto a non essere vittime di hate speech, anche online, e la decisione presa dai capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione Europea vuole che questo diritto venga rispettato anche sul web. Facebook e YouTube sono senz’altro i social interessati dalla nuova direttiva europea, perché i video sono parte integrante del loro modello di business. Ma anche Vimeo e tutte le altre piattaforme di condivisione di contenuti audiovisivi.
Cosa ha deciso il Consiglio dell’Unione europea
Consiglio dell’Unione europea ha approvato, in sostanza, la proposta della Commissione Europea che già un anno fa aveva chiesto di estendere la direttiva ai social network. Il Consiglio ha aggiunto una specifica “vale nel caso in cui i contenuti audiovisivi sono una parte essenziale dei servizi digitali offerti”.
La seconda e importante modifica alla direttiva europea sui servizi di media audiovisivi è il superamento del principio “Paese d’origine”, secondo il quale i fornitori di servizi sono soggetti solo alle leggi applicabili nello Stato in cui hanno sede. Nel nuovo testo questo limite non esiste più: si rispetta la normativa europea.
Netflix e Amazon, almeno il 30% di opere europee nel catalogo
Il Consiglio dell’Ue ha anche deciso una quota minima del 30% di opere europee nel catalogo degli Over the Top, tra cui i fornitori internazionali, quali Netflix e Amazon, che offrono contenuti anche negli Stati membri dell’UE.
Infine essendo i social media equiparati ai broadcaster la trasmissione di video che promuovono le opere europee può avvenire anche sulle piattaforme social e gli autori possono chiedere i contributi fiscali per la realizzazione del prodotto audiovisivo.