Favorire la crescita di un mercato aperto e pienamente concorrenziale, anche per i soggetti privati che operano nella conservazione dei dati digitali nella Pubblica Amministrazione. E’ questo l’obiettivo della coalizione interassociativa appena costituita da Anorc (Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale) e Aifag (Associazione italiana firma elettronica avanzata) che raccoglie i conservatori accreditati presso l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale).
Lo scopo è garantire il rispetto delle regole e monitorare il corretto sviluppo del mercato della conservazione dei dati della PA per i soggetti privati, con particolare attenzione alle possibili storture nel mercato della conservazione digitale in outsourcing da parte di società in-house della Pubblica Amministrazione centrale e locale (come ad esempio SOGEI, braccio IT del Ministero dell’Economia e delle Finanze, o PARER, Polo Archivistico Regionale dell’Emila Romagna).
Tra l’altro, la legge Bersani sulle liberalizzazioni (articolo 13 del D.L. n.223 del 2006 (Norme per la riduzione dei costi degli apparati pubblici regionali e locali e a tutela della concorrenza) recita testualmente: “Al fine di evitare alterazioni o distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la parità degli operatori, le società, a capitale interamente pubblico o misto, costituite dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali per la produzione di beni e servizi strumentali all’attività di tali enti, nonché’, nei casi consentiti dalla legge, per lo svolgimento esternalizzato di funzioni amministrative di loro competenza, debbono operare esclusivamente con gli enti costituenti ed affidanti, non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara, e non possono partecipare ad altre società o enti.”
Alla luce di questo, gli operatori privati accreditati si domandano come sia possibile che PARER venda i suoi servizi, al di fuori dell’Emilia Romagna, a 3.000 euro al terabyte.
“Il mercato della conservazione è prezioso per l’economia del nostro Paese – ha detto Andrea Lisi, presidente Anorc – e va assolutamente tutelato da possibili distorsioni di cui già notiamo le prime importanti avvisaglie: amministrazioni centrali che non affidano i loro documenti a conservatori accreditati (così come la norma richiederebbe), nascenti poli archivistici che ignorano le regole tecniche in vigore, enti pubblici e aziende totalmente partecipate che si muovono sul mercato offrendo servizi anche al di fuori dei confini territoriali di loro competenza, rendendo insano un mercato che è già difficile e danneggiando quelle società che invece – fidandosi dell’importanza dell’accreditamento presso AgID – hanno avviato un processo difficile ma virtuoso per poter garantire servizi di altissimo livello, di cui la nostra PA ha estremo bisogno. ANORC e AIFAG, che hanno fatto dell’impegno perché questi processi avvengano in modo corretto e trasparente la loro principale attività, non potevano rimanere a guardare senza intervenire”.
Un altro esempio riguarda appunto SOGEI, l’azienda in-house del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che opera sul mercato della conservazione dei dati nella PA pur non essendo accreditata presso l’Agid. In particolare, SOGEI gestisce per decreto la conservazione delle fatture elettroniche dei privati cittadini per conto dell’Agenzia delle Entrate.
“Per diventare conservatori accreditati presso l’Agid è necessario disporre di un capitale sociale di 200 mila euro – dice Alessandro Selam, Direttore generale di Anorc – in Italia le regole ci sono ma mancano le sanzioni ma bisogna farle rispettare”.
Fanno parte della Coalizione i seguenti operatori accreditati presso l’Agid.