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Consegne dei pacchi, indagine Agcom prolungata sino ad agosto. Nel mirino c’è Amazon

In Italia ci sono 300 imprese attive nel settore delle consegne dei pacchi. Queste sono riconducibili a 17 operatori, per 625 milioni di consegne effettuate in un anno e un fatturato complessivo di 4,7 miliardi di euro.

Tra i big c’è ovviamente Amazon, su cui indaga da tempo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

Indagine Agcom sul mercato delle consegne

I dati sono relativi al mercato nazionale e fanno parte di un “interim report” diffuso dall’Autorità che di fatto è un’anticipazione della più ampia indagine in corso nel settore. il dossier, aperto di fatto nel 2019, è finalizzato a capire se nel nostro Paese ci siano delle posizioni dominanti in marketplace ecommerce e servizi di logistica.

In caso, l’indagine, che durerà fino al 20 agosto prossimo, dovrà “individuare eventuali misure necessarie ad assicurare il corretto funzionamento del mercato, ivi inclusi quali obblighi specifici per la promozione della concorrenza”.

Insomma, si vuole cercare la prova che qualcuno bara e certamente, tra i 17 operatori di mercato in questione (Asendia, Brt, Citypost, Dhl, Elleci, FedEx, Gls, Hermes, Milkman, Nexive, Poste Italiane, Sda, Tnt, Ups, Rpost, Schenker), tutti guardano ad Amazon.

Altri 180 giorni

Sarebbe la prima volta che in Europa un’autorità regolatoria imporrebbe delle limitazioni al gigante americano dell’ecommerce. Comunque, Agcom si è data altri 180 giorni per studiare la situazione, monitorare il mercato delle consegne e prendere delle decisioni.

C’è da raccogliere una grande mole di dati direttamente sul campo, c’è da capire come funziona realmente il settore e quali sono le conseguenze in termini di libera concorrenza ed equo accesso al mercato.

I dati fin qui raccolti sono relativi per lo più al 2019, ma durante il 2020, l’anno della pandemia e dei lockdown, l’ecommerce è cresciuto a dismisura e con esso il settore delle consegne dei pacchi.

Amazon nel mirino dell’Autorità

Secondo quanto riportato da Il Messaggero di oggi, fonti coinvolte nel dossier hanno riferito che saranno esaminate attentamente anche le clausole contrattuali che Amazon applica ai fornitori.

I padroncini, cioè coloro che effettuano le consegne per Amazon, che sono stati al centro, tra gli altri temi, dello sciopero nazionale dei dipendenti Amazon, il primo in Italia (e nel mondo) ad aver coinvolto l’intera filiera nazionale: 9.500 addetti al magazzino e 15mila driver.

L’algoritmo sviluppato dalla piattaforma, infatti, penalizzerebbe in vari modi chi effettua le consegne, i driver, tra cui il pagamento di una sola sosta lavorativa, nel caso i destinatari delle consegne si trovano tutti sulla stessa strada.

Un lavoro che si fa sempre più faticoso per il dipendente che, tra le strade trafficate e intasate delle nostre città, deve correre contro il tempo per portare a casa la giornata.

Nel 2019 l’Agcom aveva avviato un’istruttoria sulla possibilità da parte di Amazon di sfruttare indebitamente la propria posizione dominante nel mercato dei servizi d’intermediazione sulle piattaforme per il commercio elettronico, al fine di limitare significativamente le opportunità di crescita della concorrenza.

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