Lavoratori freelance a rischio con la diffusione dell’AI, lo studio
Attività legate alla scrittura, lo sviluppo di software, applicazioni e siti web, ma anche in ambito ingegneristico, sono le più a rischio con la diffusione delle soluzioni di intelligenza artificiale (AI) a livello mondiale, secondo una ricerca condotta dalla Harvard Business School, del German Institute for Economic Research e dell’Imperial College London Business School.
Uno studio imponente realizzato su 1.388.711 offerte di lavoro pubblicate su una piattaforma globale di offerte di lavoro (il nome non è stato ancora reso noto), tra il 2021 ed il 2023.
Appena otto mesi dopo il lancio di ChatGPT di OpenAI, il 21% dei lavori autonomi caratterizzati da forte ripetitività e automazione era già stato preso dall’AI.
I grandi modelli linguistici che supportano strumenti come ChatGPT vengono addestrati su grandi quantità di testo per prevedere la parola successiva più probabile in una sequenza. Il modello forma una mappa multidimensionale di parole, frasi, significati e contesti e, così facendo, sviluppa una notevole comprensione del linguaggio.
I ricercatori hanno scoperto che la domanda di lavori di progettazione grafica e modellazione 3D è diminuita del 17% dopo il lancio di strumenti di generazione di immagini tramite AI come Midjourney e Stable Diffusion.
La minaccia della disoccupazione tecnologica
Un dato che mette in allarme e riporta all’attenzione di tutti il problema, mai superato, della minaccia della disoccupazione tecnologica.
Un minor numero di offerte di lavoro può determinare un incremento della competitività e allo stesso tempo un possibile taglio alle retribuzioni, con un impatto sociale tutto ancora da valutare di questa evoluzione tecnologica.
Ogni attività lavorativa caratterizzata dalla routine è di fatto a rischio. Nella maggior parte dei casi, però, assisteremo ad un’evoluzione tecnologica del mondo del lavoro nel suo insieme dove le persone avranno imparato a lavorare con l’AI.
Ma AI significa anche aumento di produttività, qualità ed efficienza, con una riduzione dei tempi
L’impiego massiccio e diffuso dell’AI potrebbe anche offrire l’opportunità di raggiungere vantaggi impensabili fino a poco tempo fa.
Ad esempio, Uno studio, condotto da Harvard Business School e Boston Consulting, ha scoperto che i consulenti che utilizzano GPT-4 completano le attività lavorative il 25% più velocemente e producono risultati di qualità superiore del 40% rispetto a quelli che non utilizzano lo strumento.
In un altro studio, i ricercatori del MIT hanno scoperto che ChatGPT ha ridotto del 40% il tempo necessario per scrivere documenti aziendali e ha migliorato del 18% la qualità della scrittura.
L’impatto sociale e la necessità della formazione
Ciò che conta, anche prendendo in considerazione tutti questi dati, è che si riesca a regolamentare l’innovazione e quindi mitigare ogni possibile effetto ‘avverso’ in termini soprattutto sociali.
Un primo punto da cui partire è certamente la formazione e quindi l’acquisizione di nuove competenze, fondamentali per iniziare ad utilizzare l’AI, così da evitare che le persone perdano il lavoro e al contempo si riesca a contenere il fenomeno della disoccupazione AI based.