Un supporto digitale per i manutentori aziendali per affrontare le sfide messe in campo dalla trasformazione digitale. Basta che un lavoratore di un’azienda 4.0 fotografi con lo smartphone o tablet un quadro elettrico o un pannello di controllo, inserisca la foto nel tool e riceve tutte le informazioni utili per mantenerlo o ripristinarlo in uno stato in cui può svolgere la funzione richiesta. Pensiamo alle situazioni di emergenze, come un black-out elettrico. Il tecnico sul posto ha bisogno di poche e precise informazioni, raggiungibili in modo veloce, per ripristinare la rete.
Ecco perché, sempre più aziende smart scelgono weAR, la startup italiana che ha messo a punto un software, in grado di sfruttare la realtà aumentata e mixata per offrire esperienze d’uso avanzate per le aziende 4.0
Abbiamo intervistato Emanuele Borasio, CEO di weAR.
Key4biz. Cosa fa weAR?
Emanuele Borasio. weAR è una PMI italiana che dal 2014 e propone un software as a service (saas) per aiutare i manutentori/riparatori in aziende 4.0. In particolare, weAR propone una soluzione basata su una piattaforma cloud che permette la creazione di manuali d’uso innovativi, visualizzabili con smartphone, tablet e occhiali intelligenti (smartglass) che sfruttano la realtà aumentata e mixata per offrire esperienze d’uso avanzate.
Key4biz. Perché è nata weAR?
Emanuele Borasio. Ci siamo accorti che la potenza dei nuovi dispositivi wearable può dare una mano ai lavori per i manutentori aziendali, che ogni giorno riparano mezzi e macchinari. In particolare, abbiamo notato nel settore MRO (Maintenance, Repair and Operation – in continua crescita, secondo uno studio di Technavio, raggiungerà i 774 miliardi di dollari nel 2020), che potrebbe servire un aiuto digitale in un periodo come questo in cui stanno andando in pensione molte persone che conoscono i processi industriali aziendali.
Key4biz. Come si chiama il software e quale aiuto offre?
Emanuele Borasio. Si chiama MARKO ed è un tool che consente di utilizzare la realtà aumentata nel lavoro quotidiano, soprattutto industriale, sotto forma di manuali d’istruzione. Concretamente il software è come una semplice presentazione in power point: il lavoratore in un’azienda 4.0 scatta una foto con lo smartphone o tablet a un quadro elettrico o a un pannello di controllo, la inserisce nel tool e ricevere tutte le informazioni utili per mantenere (o ripristinare) un oggetto (impianto, componente) in uno stato in cui può svolgere la sua funzione richiesta.
Key4biz. In Italia chi ha adottato MARKO?
Emanuele Borasio. Lo utilizza Enel con e-distribuzione per i manutentori della rete elettrica. Inoltre abbiamo realizzato progetti con Leonardo, RFI e l’Aeronautica militare.
Key4biz. Con Vodafone a quale nuovo tool state lavorando?
Emanuele Borasio. Nel 2018 abbiamo vinto il primo bando “Action for 5G” di Vodafone, con la quale stiamo sviluppando un nuovo tool, MARKO REVO, in grado di sfruttare a pieno sia il 5G sia la mixed reality. In pratica l’operatore puntando il suo device, smartphone, tablet o smartglass può vedere un oggetto, che è in parte reale e in parte virtuale. La parte virtuale è una serie di informazioni visualizzabili sui device del lavoratore per imparare meglio a rimettere in uso un macchinario o un servizio.
Key4biz. Quanto è importante il sostegno di Vodafone?
Emanuele Borasio. È molto importante, perché ci dà la possibilità di sviluppare il software, MARKO REVO, che avevamo in testa da molto tempo, ma non avevamo le capacità finanziarie per realizzarlo. Attualmente MARKO REVO, che sfrutterà l’edge computing e il 5G della rete Vodafone per lo streaming in real time dei manuali e delle procedure verso qualsiasi dispositivo, è in fase di sviluppo, grazie appunto al supporto tecnico-specialistico e agli investimenti ricevuti da Vodafone, e alla possibilità di testare la soluzione presso l’Open Lab 5G.
Key4biz. Sarà un software a misura di 5G?
Emanuele Borasio. Il software che stiamo realizzando con Vodafone sarà cucito appositamente per la rete 5G e per le aziende significherà maggiori vantaggi, come ricevere in maniera più veloce le informazioni su un dispositivo mobile, per esempio un file di un progetto di grandi dimensioni, per ripristinare un impianto o un componente in luogo all’aperto. L’applicazione non sarebbe possibile senza le caratteristiche distintive del 5G (velocità che raggiungono i 10 Gigabit al secondo, latenza sotto i 10 millisecondi), fondamentali per la ricezione in tempo reale di contenuti 3D in realtà aumentata e per consentire una video collaborazione in real time fluida ed efficace.
Key4biz. Lei guida una PMI italiana innovativa, che sta avendo successo e vede in positivo il futuro lavorativo. Allora in Italia si può innovare?
Emanuele Borasio. Se c’è il sostegno di importanti aziende, come Enel e Vodafone, allora anche in l’Italia è possibile far nascere una startup innovativa.