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Comunità energetiche rinnovabili, Bussone (Uncem) appello al ministro Pichetto Fratin: ‘Lavoriamo insieme per il fotovoltaico nei comuni montani’

Lettera del presidente di Uncem Marco Bussone al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Oggetto le Comunità energetiche rinnovabili, tema al quale è stato dedicato qualche giorno fa un evento ad hoc (leggi qui il resoconto).

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Preg.mo Ministro, caro Gilberto,

torno a disturbarTi per rappresentarTi una serie di forti preoccupazioni in merito alle “Comunità energetiche rinnovabili”, sulle quali stai facendo con il Tuo Ministero un prezioso lavoro. Sai bene che sul tema vi è un crescente fermento che interessa in particolare i territori dei piccoli Comuni. Stiamo lavorando, ad esempio con Legambiente e Confcooperative, per valorizzare le positive iniziative comunitarie e solidali, capaci di affrontare “dal basso” la povertà energetica e le sperequazioni nell’accesso all’energia, oltre che per aumentare la produzione da rinnovabili. Ma sono preoccupato per la costante presenza, in particolare vicino ai Municipi, di società grandi e piccole di consulenza, anche con fondi di investimento alle spalle, che propongono apparenti soluzioni chiavi in mano che abbiamo chiesto ai Sindaci di evitare e respingere.

Sulle Comunità Energetiche rinnovabili non possiamo fare errori, vogliamo evitare iniziative speculative, limitare il fotovoltaico senza reali progetti delle comunità, evitare di avere una corsa agli incentivi PNRR e alle tariffe incentivanti da parti di soggetti che nulla hanno a che fare con le comunità. Sono molto schietto, Ministro, e la preoccupazione che già Ti avevo espresso mesi fa incontrandoTi, è cresciuta nel tempo, al punto di chiedere ai Comuni di fare meno possibile sulle CER. L’Amministrazione incoraggi e stimoli i cittadini, siano loro protagonisti.

Abbiamo iniziato un lavoro come Uncem con E-Distribuzione che ha pubblicato un mese fa la mappa delle cabine primarie. Abbiamo anche iniziato a lavorare per evitare di fare solo fotovoltaico, per capire ad esempio se la cogenerazione da biomasse, con piccoli impianti, sia efficace in particolare nelle aree non metanizzate. Siamo convinti che possiamo avere un mix energetico e ancora una volta la differenza la facciano i cittadini e non le grandi imprese piuttosto che la finanza collegata alle trasformazioni del mercato dell’energia. Così, se i cittadini devono essere protagonisti, promuoviamo una campagna, culturale prima di tutto, per far installare nelle case unifamiliari o bifamigliari – prevalenti come sai bene nei territori montani – impianti fotovoltaici sui tetti per chi non li ha ancora e batterie di accumulo. Questa soluzione democratica e già oggi incentivata con bonus, è troppo poco percorsa, ma è la chiave di volta verso la riduzione dei consumi, la costituzione di una o più comunità energetiche locali, e anche per far crescere la mobilità elettrica.

Vorremmo che i Comuni, anche su questi fronti, sulla programmazione e sull’eventuale ingresso dell’Ente in Comunità energetiche, lavorassero insieme. Con una logica municipale e campanilista si fa molto poco. Lavoriamo, Ministro, affinché le Comunità energetiche rinnovabili e solidali siano un pezzo delle “Green Communities” e che nel rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche si tenga conto dei territori. Sarebbe effimero e anche un po’ stupido che nei rinnovi i territori fossero distratti e tagliati fuori, mentre gli stessi territori, con comunità, Enti, imprese, lavorano sulle comunità energetiche… I due temi non sono distinti e la lettura congiunta permette di evitare “nuove colonizzazioni”, interventi fuori luogo di grandi società, consulenti che millantano soluzioni facili per Sindaci che faticano ad orientarsi su temi complessi.

Certo che questa condivisione sia utile anche la lavoro del Tuo Ministero, restiamo a Tua disposizione, pronti al lavoro insieme.

Con stima

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