L’accusa a Google
Il celebre comparatore di prezzi britannico PriceRunner ha annunciato dal suo sito web di aver citato in giudizio Google davanti alla Patent and market Court di Stoccolma per un importo preliminare di 2,1 miliardi di euro (o 22 miliardi di corone svedesi, ma l’importo potrebbe essere di molto più alto alla fine).
L’accusa per il Gruppo Alphabet è di manipolazione dei risultati delle ricerche online a favore dei propri servizi di shopping comparativo. La cifra è a compensazione dei mancati incassi di PriceRunner dal 2008 in gran Bretagna e dal 2013 in Svezia e Danimarca.
Una causa che quindi ricalca le conclusioni del tribunale europeo che in una causa simile del 2017, portata avanti dalla Commissione europea, aveva ravvisato la violazione delle leggi antitrust a danno dei consumatori continentali.
A novembre 2021 la Corte generale dell’Ue ha confermato la multa a Google per 2,42 miliardi di euro proprio per aver favorito il proprio servizio di comparazione prezzi a danno dei rivali.
Questo si è tradotto in un danno economico notevole, perché ha significato concretamente l’aver pagato prezzi più alti per gli stessi prodotti da un Paese ad un altro (PriceRunner è attiva in Regno Unito, Svezia, Danimarca e Norvegia).
Posizione dominante e danni a imprese e consumatori
La società Grant Thornton ha stabilito in una ricerca che i prezzi delle offerte nel servizio di shopping comparativo di Google sono superiori del 12-14% rispetto alla concorrenza. In alcune zone, i prezzi di vestiti e scarpe sono superiori del 16-37%.
“Dopo approfonditi studi, oggi abbiamo citato in Google giudizio per quasi 2,1 miliardi di euro. Lo abbiamo fatto per i consumatori certamente, ma anche per le imprese europee che vogliono avere un’opportunità di crescita sui mercati“, ha affermato Mikael Lindahl, CEO di PriceRunner.
Google detiene infatti una quota di mercato di oltre il 90% nel settore delle ricerche online e quindi si trova ad avere una posizione di monopolio.
Una situazione di vantaggio assoluto per il gigante di Mountain View, che però nega ai consumatori i vantaggi della libera concorrenza e quindi la possibilità di sfruttare le tante opportunità di risparmio che offre la rete.
PriceRunner ritiene che Google non abbia ancora rispettato fino in fondo la decisione della Commissione, ma stia ancora abusando di questa posizione preminente, frutto di una distorsione del mercato, derivandone nuovi profitti.
Una causa che potrebbe fare da apripista a molte altre simile, che chiedono che sia ridotto lo strapotere delle Big Tech, che sempre più spesso è frutto di un monopolio di fatto sui mercati europei e globali.