Reti private 5G e WiFi potenziate con l’Intelligenza Artificiale e l’applicazione dell’AI alla PA digitale. Sono questi, in estrema sintesi, i due temi fra loro distinti, ma con un filo conduttore legato all’utilizzo dell’AI, che saranno affrontati da HPE Italia nei due interventi programmati a ComoLake2023 – Next Generation Innovations a Cernobbio il 5, 6 e 7 ottobre. Ne abbiamo parlato con il presidente e amministratore delegato di HPE Italia Claudio Bassoli.
Key4biz. Partiamo dalle reti private 5G. HPE Italia ha appena realizzato la rete privata 5G e WiFi in occasione della Ryder Cup di golf che si è tenuta a Roma. Cosa presentate a ComoLake?
Claudio Bassoli. A ComoLake2023 faremo vedere una demo, una applicazione che unisce il grande potenziale del private 5G e il WiFi con l’Intelligenza Artificiale. Questa applicazione l’abbiamo fatta vedere la prima volta al Mobile World Congress di Las Vegas qualche giorno fa. In primo luogo, dimostreremo di poter montare una rete privata 5G in pochissimo tempo, un’ora e mezzo massimo. Già questo è un fatto rivoluzionario. Nel caso della Ryder Cup la rete privata 5G funzionava anche con il WiFi, con le due tecnologie che lavoravano in modo complementare per consentire l’uso di tutte le applicazioni della manifestazione.
In un caso come quello di un campo di golf e con una ampia concentrazione di pubblico serve una rete con una grande capacità di banda. WiFi e 5G possono lavorare insieme con un unico control plan, il che ha anche un grosso vantaggio cyber. Questa applicazione è stata il frutto dell’acquisizione di Athonet, una startup italiana che abbiamo rilevato la scorsa primavera e l’integrazione a settembre.
Key4biz. Il 5G ha funzionato anche come backhauling del WiFi?
Claudio Bassoli. Sì, non arrivando la fibra nel campo il WiFi si è appoggiato al 5G, che ha funzionato da rete portante. Abbiamo ottenuto l’uso delle frequenze 5G temporaneamente dall’Agcom per la Ryder Cup, non arrivando la fibra.
Key4biz. Cosa farete vedere a ComoLake2023?
Claudio Bassoli. Una rete 5G privata alla quale applichiamo una soluzione di intelligenza artificiale che serve a fare riconoscimento visivo di oggetti e persone, che verrà utilizzata per riconoscere oggetti, persone e situazioni critiche. Si tratta di una applicazione particolarmente indicata per la sicurezza pubblica, in grado di individuare persone ricercate tramite banche dati apposite. Una delle applicazioni che abbiamo mostrato a Las Vegas è il riconoscimento di qualcuno che porta con sé una pistola, un problema molto diffuso negli Usa, soprattutto nelle scuole con telecamere termiche.
Key4biz. Altre applicazioni di reti private 5G?
Claudio Bassoli. Ad esempio, in occasione del terremoto di Mirandola nel 2012 la soluzione di Athonet fu realizzata in tempi strettissimi per intervenire nei luoghi del disastro per sostenere la Protezione Civile. Questa soluzione è facilmente installabile nelle piazze, nelle stazioni, in tutti i luoghi che possono avere potenziali rischi per l’ordine pubblico anche durante una manifestazione.
Key4biz. Cosa presenterà HPE Italia in ambito PA digitale e Intelligenza Artificiale?
Claudio Bassoli. Il primo criterio che abbiamo adottato per le nostre soluzioni è che il controllo dell’AI sia sempre umano. Che siano soluzioni eco-sostenibili e trasparenti. Che siano soluzioni AI responsabili. Potendo accedere a 300mila banche dati, abbiamo il benestare di poter usare tutti quei dati. La nostra tecnologia è, inoltre, inclusiva. Nessuna discriminazione nei motori che usiamo. Il nostro obiettivo è aiutare la PA ad usare di più e nel modo migliore al servizio dei cittadini l’enorme mole di dati di cui dispone al suo interno.
Key4biz. C’è qualche esempio concreto?
Claudio Bassoli. In Germania c’è un esempio in ambito sanitario. Il progetto europeo Odelia ha visto diversi ospedali mettere a fattor comune migliaia di immagini di tumore al seno, anonimizzate, migliorando così enormemente la performance delle cure mediche grazie ai modelli predittivi dell’AI.
Key4biz. Cosa serve per portare l’AI nella nostra pubblica amministrazione?
Claudio Bassoli. Sicuramente serve l’infrastruttura sottostante, anche in termini di super computing. Una cosa importante è che la nostra PA e l’Italia in generale non può affidarsi soltanto a tecnologie straniere. Per sviluppare delle tecnologie italiane bisogna poter contare su reti abilitanti, in grado di sostenere 300mila banche dati. La capacità di transare in tempo reale è legata alla disponibilità di reti sottostanti. Serve anche in Italia una cultura del super computing.