Un accordo sul prossimo esecutivo dell’UE richiederà sangue, sudore, lacrime e molte manovre dietro le quinte. La pensa così Politico.eu, il sito specializzato più letto a Bruxelles, che analizza i possibili scenari per la formazione dell’esecutivo europeo.
La faccenda per Ursula von der Leyen non è ancora conclusa, ma questa non è una novità visto che già nel 2019 la presidente della Commissione aveva subito la bocciatura dei commissari designati per i Trasporti e Allargamento, la romena Rovana Plumb (S&D) e l’ungherese László Trócsányi (PPE) perché giudicati inidonei e portatori di conflitti di interessi. Ciò non impedì poi di giungere ad una conclusione positiva.
Il caso Buttiglione
Rocco Buttiglione ce l’aveva quasi fatta, ma nel 2004 si è giocato il posto da Commissario quando ha definito l’omosessualità “un peccato”. A sostituirlo a Bruxelles, nell’esecutivo guidato dal portoghese José Manuel Barroso, è stato chiamato Franco Frattini che ha poi superato l’esame.
Buttiglione è stato il primo ma non l’unico Commissario in pectore a incassare una sonora bocciatura. Nel 2019 sono stati quattro quelli che hanno condiviso la stessa sorte: al suo nome si aggiungono anche quelli della lettone Ingrida Udre, della bulgara Rumiana Jeleva e della slovena Alenka Bratusek.
Il quadro attuale: sette in bilico
A questo giro, i legislatori del Parlamento europeo hanno messo alla prova i 26 commissari nominati da Ursula von der Leyen per quasi 80 ore, ma il calvario deve ancora produrre un accordo sulla prossima Commissione europea, il cui inizio è previsto per il 1° dicembre.
Mentre i legislatori hanno approvato 19 dei 26 commissari di von der Leyen, si sono invece rifiutati di decidere sull’ungherese Olivér Várhelyi e sui sei vicepresidenti esecutivi (Kaja Kallas, Raffaele Fitto, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, Teresa Ribera e Henna Virkkunen).
Il giorno dopo che le diverse fazioni del Parlamento non sono riuscite a concordare sull’approvazione dei sei commissari principali, la presidente della Commissione von der Leyen ha convocato una riunione presso la sua sede centrale per trovare una via d’uscita. Erano presenti i leader di alcuni dei principali gruppi del Parlamento, tra cui Manfred Weber del Partito Popolare Europeo di von der Leyen, Iratxe García dei socialisti e Valérie Hayer di Renew.
Alla fine è stato inutile.
E ora?
È improbabile, secondo l’analisi di Politico.eu, che un accordo si concretizzi prima di mercoledì 20 novembre. Il PPE, che ne aveva fatto una precondizione per l’approvazione di Ribera, ha insistito sul fatto che non ci sarebbe stato alcun accordo finché il vice primo ministro spagnolo non si fosse presentato di fronte al parlamento del suo paese, per rispondere alle domande sul suo ruolo di ministro della transizione ecologica durante le recenti e mortali inondazioni di Valencia.
Quel giorno è lo stesso in cui i leader di tutti i gruppi politici si riuniranno di nuovo per una riunione a porte chiuse.
Ci sono due modi in cui i commissari rimanenti potrebbero passare. In entrambi i casi, come è stato il caso per la maggior parte dei commissari finora, i gruppi dovranno ottenere una maggioranza di due terzi in ciascuna delle commissioni che hanno messo sotto torchio i commissari dal 4 al 12 novembre. Oppure, se i colloqui su un pacchetto unico di commissari non andassero a buon fine, i sette commissari potrebbero affrontare rischiose votazioni segrete in cui hanno bisogno di una maggioranza semplice di parlamentari europei.
Votazione segreta?
La votazione segreta sembra sempre più probabile, poiché i Socialisti e Democratici hanno chiarito che non sosterranno Fitto e Várhelyi, eliminando apparentemente la possibilità di un approccio basato sul pacchetto unico.
Anche se tutti e sette i pretendenti dovessero superare tardivamente le loro audizioni, c’è ancora un ultimo ostacolo prima che la Commissione possa iniziare: il Parlamento ha fissato una votazione per il 27 novembre sull’intero pacchetto di 27 commissari, noto come Collegio, che si terrà in una sessione plenaria a Strasburgo.
Se la maggioranza dei legislatori darà il via libera alla Commissione, il nuovo team di von der Leyen potrà iniziare a lavorare il 1° dicembre come previsto.
In caso contrario, la Commissione sta valutando una data di inizio per il 2025.
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