La Commissione Ue rivede al rialzo i suoi obiettivi di copertura a banda ultralarga, e chiede agli Stati membri di garantire una copertura Vhcn (Very high capacity network) a un gigabit al secondo in tutte le abitazioni europee (households) entro il 2030. Una decisa accelerazione impressa alla diffusione della fibra ottica da parte di Bruxelles, visto che soltanto la fibra – eccetto alcuni casi nelle aree sparse e in zone rurali con l’FWA – può garantire la performance ad un gigabit al secondo per tutte le famiglie europee voluta dalla Ue. E’ quanto emerge dal Digital Compass 2030, il nuovo piano digitale pubblicato ieri che di fatto punta sulla fibra fino a casa in FTTH (Fiber to the home) o alternativamente in FTTB (Fiber to the building) per raggiungere questo ambizioso obiettivo che aggiorna i vecchi target di copertura al 2025, in cui si accontentava di una copertura di tutte le famiglie a 100 Mbps estensibili a 1 Gbps. (Leggi il comunicato stampa della Commissione Ue)
Switch off del rame entro il 2030
Secondo la definizione di Vhcn presente nel DESI, soltanto la fibra fino a casa FTTH (Fiber to the home) o FTTB (Fiber to the building) possono garantire questa performance. E così, con questa richiesta, la Commissione Ue di fatto taglia le gambe all’FTTC (Fiber to the cabinet), la tecnologia più diffusa in Italia secondo i dati dell’Osservatorio Agcom a settembre 2020 con 8,1 milioni di linee di accesso (45,3% del totale). Le linee FTTH sono 1,57 milioni, pari all’8,1% del totale.
La connettività in fibra ottica FTTC può arrivare a velocità fino a 100 o 200 Mbps, con prestazioni migliori tanto più l’azienda è vicina ad un armadio stradale da cui parte l’ultimo tratto della connessione, realizzato in rame, per arrivare a destinazione. L’FTTC non può, tuttavia, raggiungere prestazioni nell’ordine del Gigabit al secondo, richieste dalla Commissione, per il 2030. Per allora, dovrà quindi essere sostituito con tecnologie più performanti.
Gigabit society
Nel documento Digital Compass 2030 la parola “Gigabit” è presente 10 volte. Nel primo caso, si legge che “il raggiungimento della connettività a un gigabit è un fattore chiave” per raggiungere gli altri obiettivi prefissati dal piano, vale a dire che:
E ancora, in modo ancor più esplicito, nel documento pubblicato ieri si legge quanto segue:
Stando ai dati di partenza illustrati dalla Commissione Ue (vedi l’immagine qui sotto), le famiglie europee che nel 2020 disponevano di connettività gigabit erano il 59%, mentre la copertura 5G delle aree popolate è attualmente al 14%. In modo ancor più preciso rispetto ai target di connettività il documento afferma quanto segue:
Le tecnologie
E infine, i criteri e le tecnologie necessarie per raggiungere l’obiettivo prefissato, dove si citano appunto le tecnologie FTTH e FTTB che consentiranno di raggiungere l’obiettivo di copertura fissa ad altissima velocità (Vhcn):
Cos’altro chiede il Digital Compass
· Almeno l’80% della popolazione adulta possegga competenze digitali di base e che ci siano 20 milioni di specialisti impiegati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (con un aumento del numero di donne operative nel settore).
· Tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G.
· Obiettivo di raggiungere una produzione di semiconduttori pari al 20% della produzione mondiale, l’installazione di 10 mila nodi periferici e l’adozione del primo computer quantistico.
· Entro il 2030 tre imprese su quattro dovrebbero
utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza
artificiale e oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno
un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese “unicorno” nell’UE (le startup con una valutazione superiore al miliardo di euro).
· Infine, tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale.